CAPITOLO 9 : L'ESERCITO DI SILENTE

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 Il ritorno di Pansy Parkinson fu più traumatico del solito, si era accollata ancora di più a Draco e Sophia provava fitte allo stomaco sempre più forti.
Lei e Draco non stavano insieme eppure lo voleva tutto per sé nonostante il suo carattere prepotente e cattivo.

I giorni passavano e nel castello tirava una strana area tanto che la squadra di inquisizione era sempre più attiva il che per Sophia voleva dire vedere Draco nella sala comune sempre meno, tra i suoi impegni di prefetto, il Quidditch, la squadra di inquisizione e i compiti non aveva avuto l'occasione di parlargli di ciò che era successo sulla torre di astronomia poco prima che Gazza li interrompesse. 

"Quella Marietta Edgecombe ha detto alla Umbridge del gruppetto di Potter" sentì dire in sala comune da una voce divertita.
"Si, spero che vengano espulsi tutti, specialmente Potter e la Sanguesporco"
"Smettila di chiamarla così Malfoy!" Gridò Sophia.
"Qual è il problema ragazzina?" era tornato il solito Draco.
Rimase delusa da ciò.
Perché si comportava così davanti agli altri? O fingeva di essere qualcun altro quando non c'era nessuno in giro?
"Perché devi insulare per niente? Solo perché non è una purosangue come il cocco di mamma?"
"Non mettere in mezzo mia madre!" gridò Draco attirando su di sé gli occhi di tutti i presenti "Non metterti più in mezzo in cose che non ti riguardano ragazzina"
"Altrimenti che fai?"
Malfoy prese la bacchetta e la schiantò, facendole battere la testa sulla base del camino.
"Cos'hai in testa Malfoy?" gridò una ragazza che corse in aiuto a Sophia, la aiutò a rialzarsi e la accompagnò in infermeria.
Blaise venne trattenuto da alcuni compagni e raggiunse la sorella in infermeria scansando Draco e lasciandolo nella sala senza dire niente.
"Draco è un cretino, sicuramente non voleva farti del male" disse Blaise una volta che sua sorella venne medicata e posta su un lettino.
Sophia non rispose, aveva le lacrime agli occhi.
Cercò di addormentarsi e ci riuscì dopo ore.

Al suo risveglio trovò un biglietto "Non volevo farti male", accartocciò il biglietto e lo buttò via senza pensarci due volte.

Uscita dall'infermeria il mattino seguente, il castello era in visibile tensione. Silente era stato dimesso dalla carica di preside per colpa dell'Esercito di Silente.
Sophia pensò a quanto potessero essere stupidi a chiamare così un gruppo quando tutti erano a conoscenza del rapporto precario tra il Ministero e Silente.
Tornò nella sala comune, non c'era nessuno, tranne Malfoy.
"Sophia aspetta"
"Non voglio parlare con te"
"Lasciami parlare... non l'ho fatto a posta, non era mia intenzione farti male"
"Non mi interessa"
"Mi sono fatto prendere dalla rabbia e quando succede perdo il controllo"
"Cresci Draco"
Sophia lo sorpassò per salire fino al dormitorio, non si voltò, ma una volta in camera, Draco era dietro di lei.
"Come hai fatto?"
"I privilegi dei prefetti"
"Vattene" disse Sophia per poi gridare "Ho detto vattene!"
In quell'istante Draco la fece smettere di parlare con un bacio.
Le teneva il viso, con le mani sulle guance e l'intenzione di non staccarsi più.
Il cuore di Sophia stava esplodendo e il suo stomaco diventava ogni secondo più vuoto.
Non voleva staccarsi dalle labbra di Draco.
Perché il ragazzo le faceva quell'effetto? Fino a un minuto prima non voleva neanche parlargli e adesso non voleva staccarsi da lui.
"Draco aspetta... noi, noi non possiamo"
"Perché?"
"Tu sei il miglior amico di mio fratello"
"Mi ha dato la sua benedizione quattro anni fa" le fece l'occhiolino.
"Cosa?" ma Sophia ricevette in risposta un lungo bacio, più intenso di prima, come se lo volesse da sempre.
Si fermarono un attimo guardandosi negli occhi, per sorridere e mettersi a sedere sul letto della ragazza.
"Ti fa ancora male?"
"Tu che dici? Ho un buco in testa adesso!" e la baciò.
"Questo non risolve le cose" continuò Sophia e lui la baciò di nuovo.

Sophia odiava l'effetto che Draco aveva su di lei ma in quel momento si sentiva davvero bene con lui.

Come Un Angelo - Draco MalfoyWhere stories live. Discover now