Golden

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Posizionato nel nascondiglio perfetto, in cima ad un palazzo abbandonato, avevo ormai il mio ruolo in quella guerra, e tutti parlavano di me. Sentivo urlare per le strade "ATTENZIONE, CECCHINO!" e forse, questa era l'unica parte interessante del mio lavoro, essere riconosciuti per la propria bravura.

Non c'era tempo per le pause, ma d'altro canto, nessuno mi fissava, gli ordini non arrivavano da dieci minuti, così come a mio solito, mi fermai a riflettere nell'universo accendendomi una sigaretta, quando ad un tratto un guaito e un piagnucolio disperato si fece sentire. Mi girai a destra e a sinistra, non era molto illuminato il posto così con la mia torcia mi misi a guardare in mezzo alle macerie, quando ad un tratto, udì un altro guaito, molto più forte, c'era qualcosa che piangeva, e sta volta, al posto di seminare la morte, volevo dare aiuto, qualunque cosa fosse.

Spensi la sigaretta, e mi misi a cercare con impegno in quella grande stanza, quando ad un tratto, sotto un divano tutto strappato, vidi un cucciolo, un cagnolino, bellissimo, così lo presi in braccio e cercai di capire cosa avesse. Aveva una zampa tagliata ed uno squarcio piuttosto profondo sul ventre, piangeva e guaiva disperato, mi faceva così tanta pena.. Non potevo lasciarlo lì, abbandonato al suo destino.

Mi strappai la maglia e gliela legai intorno alla zampetta, e poi presi un goccio d'alcol che mi portavo sempre dietro durante i momenti di stress e gli disinfettai la ferita, cercai in qualche modo di coprirla, gli legai il pezzo di stoffa sulla ferita e gli misi il mio giubbotto addosso.. Lo tranquillizzai e si addormentò. Volevo capire di che razza fosse, ma tra il sangu e la sporcizia e il buio non capivo molto.. Restai ancora molte ore li, e mentre io commettevo "peccati", visti sotto la legge divina, lui o lei, dormiva beatamente.

All'incirca erano 17 ore che ero dentro quella stanza e il cucciolo dormiva da più o meno 6 ore, non mi sentivo solo.. Sentivo il suo respiro che poco a poco si faceva più veloce, capivo che sognava perche come me durante il sonno si lamentava con piccoli e dolci latrati. I raggi del sole cominciarono ad invadere la stanza, guardandolo bene capì che era un Golden Retriever, mi vergognavo un pò ma allargai le sue gambette per controllare il sesso, era una femminuccia. Apri gli occhi, lentamente, si avvicinò a me e mi leccò una mano, anche se era sporca mi abbassai e le diedi un bacio sulla fronte.. Io l'adoravo già così tanto! Decisi di portarla con me alla base, l'avrei addestrata e portata con me in missione, come già chiarito, in mezzo a queste mura non avremmo corso pericoli. Si lo so, e veramente assurdo, ma la mia piccolina, la chiamai proprio Golden. In quel momento buio, triste e povero di vita vera, lei era il mio oro, arrivata per illuminare ed arricchire la mia vita, lei, avrebbe fatto parte della mia famiglia.

Viaggio in seconda classeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora