Con il cuore infranto

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Castiel e Dean hanno passato l'intera giornata a visitare musei, la cattedrale e hanno deciso che il giorno dopo avrebbero visitato Versailles, per poi tornare al manicomio. Il biondo era davvero felice dopo tanto tempo, aveva liberato la mente da ogni tipo di preoccupazione e si era assaporato ogni momento, in particolare gli hamburger francesi. L'angelo osservava attentamente ogni quadro commentandolo con frasi poco consone o senza senso. Ad esempio, per i ritratti religiosi, affermava che alcuni particolari era sbagliati, perché lui era presente in quel momento e la realtà era diversa. Il maggiore dei Winchester, ammirava con particolare attenzione i ritratti dove le figure erano nude, oppure con parti del corpo scoperte.
La sera i due mangiano al ristorante per poi tornare nella camera d'albergo.

La sera stessa
Castiel: Se ti va di andare in un locale, vai pure, io credo andrò a farmi una passeggiata.
Dean: Ecco sai, non ho molta voglia di sfogarmi questa sera.
Castiel: Tu che non approfitti di questa occasione? Stai bene?
Dean: Si, sto bene.
Castiel: Sicuro?
Dean: Si, so solo che è cambiato qualcosa da quando siamo venuti qui.
Castiel: Cosa?
Dean: Non so, non importa.
Il moro si accomoda seduto sul letto accanto al cacciatore.
Castiel: A me si.
Dean: Può essere che io senta quella cosa?
Castiel: Di cosa parli?
Dean: La maledizione o come accidenti si chiama.
Castiel: Intendi il sentimento che ci lega e ci distrugge?
Dean: Si, esatto.
Castiel: Ti avevo detto che sarebbe successo.
Dean: Già, ma non dire "avevo ragione".
Castiel: Tanto è così e lo sai anche tu.
Dean: Magari è solo momentaneo.
Castiel: Lo vedremo. Ora vado a fare una camminata.
Dean: Vengo con te!
Castiel: Si effettivamente non ci avevo pensato, lasciarti da solo è sempre un pericolo.
Dean: Vado a farmi una doccia e arrivo.
Castiel: Ti aspetterò allora.

Il maggiore dei Winchester esce dal bagno con i capelli bagnati e un asciugamano bianco legato in vita, mettendo in risalto i suoi addominali e pettorali scolpiti. In quel momento, Castiel si gira verso di lui, per poi dargli le spalle, sente le sue guance andare a fuoco, le mani tremare e il respiro farsi sempre più irregolare. Il biondo si veste con dei vestiti comodi e invernali, mentre il moro cerca di nascondere i suoi pensieri.
Dean: Tutto bene Cas?
Castiel: Si, tutto bene.
Dean: Perfetto allora andiamo!

Il cacciatore si avvicina all'angelo, inumidendosi le labbra, mentre il giovane gliele fissa. Lo spazio che li divide si fa sempre più stretto, il fratellone sente il respiro irregolare del ragazzo, che trema davanti di lui. Dean non riesce più a reprimere il suo sentimento per il moro, lo spinge contro il muro, bloccandolo tra le sue braccia.
Dean: Al diavolo la maledizione!
Le labbra del biondo si avvicinano a quelle di Castiel, il quale piega la testa di lato per evitare il bacio.
Castiel: Non farlo Dean! Ti prego vai via o ti perderò di nuovo!
Dean: Ma poi mi riavrai!
Castiel: No, non possiamo! Ti prego, non resisterò tanto a lungo, corri!
Dean: Io lo voglio, queste giornate assieme a te, il tuo modo di essere, non riesco più a mentire a me stesso, il desiderio di averti è troppo grande.
Castiel: Ora sparisco! Perché sono ancora qui?
Dean: Protezioni antiangelo. Non puoi fuggire.
Castiel: Dannazione Dean! Morirai!
Dean: Non m'importa!
Castiel: A me si, invece!
Il biondo affonda le sue labbra su quelle dell'angelo, premendole, cercando la sua lingua, mordendo il labbro superiore per poi passare a quello inferiore. Il moro prima cerca di evitare il contatto, poi si lascia andare, fa spazio al desiderio suo e del ragazzo. Le due lingue danzano nelle loro bocche. Il maggiore dei Winchester preme il suo corpo sul moro, spingendolo contro il muro, creando alcune crepe sulla parete. Castiel affonda le sue dita sui capelli morbidi e ancora inumiditi del giovane, che contraccambia il gesto. Sono in perfetta armonia, nessuno dei due accenna a staccare il contatto, soprattutto il moro, conoscendo il dolore a cui sta andando incontro. Dean porta le sue braccia sulla schiena del ragazzo, per poi togliergli il trench, la giacca nera e slegargli la cravatta rigorosamente blu. Castiel abbassa la cerniera della felpa rossa del ragazzo, senza interrompere il bacio. Ad un certo punto, il cacciatore stacca le sue labbra da quelle dell'angelo. Il ragazzo ha gli occhi sbarrati, preoccupato, con il fiato spezzato, le mani che tremano e il dolore che si fonda con il forte sentimento appena provato. In ogni secolo il moro cerca di alleviare il suo dolore, preparandosi ad affrontare la morte del giovane, ma sistematicamente la disperazione e le lacrime hanno il sopravvento.
Castiel: Non dovevi farlo, non dovevi baciarmi e soprattutto smettere di farlo!
Dean: Sto bene, sono ancora qui non vedi?
Castiel: Non ti perdonerò mai tutto questo.
Dean: Lo hai già fatto un'infinità di volte.
Castiel: Questa volta no.
Dean: Io ti troverò, ne sono certo e ti bacerò comunque.
Castiel: Lasciami andare via almeno, non posso sopportare di vederti morire di nuovo!
Dean: No! Sono ancora qui Cas, sono ancora inter..
Al biondo si spezza il respiro, ha il viso rosso, si sente strozzare, cade a terra, il moro tenta di guarirlo, attuare il primo soccorso, ma sembra tutto inutile. Il ragazzo porta le mani sul suo collo, guardando l'angelo piangere, mentre lo stringe tra le sue braccia. Le ali di Castiel, avvolgono il suo corpo, tendendolo al caldo e al sicuro da qualsiasi pericolo. Una lacrima cade sul viso del biondo, il quale prova ad accennare un sorriso. In quel momento il sorriso si spegne, gli occhi si chiudono e il tempo si ferma. Il cacciatore non risponde alle parole del moro, il quale non è più in sé.
Castiel: DEAAAN, NOOOO! Come hai osato farmi questo! Ti ho perso, di nuovo! Non posso più sopportare questo dolore, non ce la faccio. Non è giusto, noi meritavamo di più di un semplice viaggio.

Senza epoca || DestielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora