Colazione

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Mattino seguente
Dean è sveglio da circa due ore. Castiel lo aveva sorvegliato fino al suo risveglio, poi si era teletrasportato nella sua stanza. Il biondo si avvia verso le macchinette del caffè, per poi andare a fare colazione. Il moro apre la porta della camera per dirigersi verso la mensa e trova davanti a sé il ragazzo con due bicchieri di caffè in mano.

Castiel: Ciao Dean.
Dean: Ciao Cas!
L'angelo guarda il fratellone piegando leggemente la testa, con gli occhi intenti a leggergli il pensiero.
Castiel: Dormito bene?
Dean: Considerando che questa notte ho conosciuto un angelo che mi ha praticamente minacciato di non uscire, potrei dire di aver dormito benissimo.
Castiel: Dean.. lo dico per te.
Dean: Si perché ho i demoni e gli angeli che mi seguono, bla bla bla.
Castiel: Non fare l'idiota.
Dean: Tieni.
Il ragazzo porge un bicchiere di caffè al moro.
Castiel: Io sono un angelo.
Dean: E quindi?
Castiel: Non mangio, non bevo e non dormo. Per essere sintetici non faccio nulla di tutto quello che significa "bisogni o istinti umani". Non sono neanche soggetto a sentimenti.
Dean: Va bene allora niente caffè.
Il biondo ritrae il bicchiere, mentre l'angelo gli blocca il braccio.
Castiel: Per questa volta faccio un'eccezione.
Dean: Allora ecco. Come fai per la mensa? Eri lì che stavi andando?
Castiel: Faccio finta di mangiare, poi nascondo il cibo e lo do a qualcuno se lo desidera.
Dean: Il tuo pasto da oggi sarà mio.
Castiel: Non so, devo pensarci.
Il fratellone lo guarda con aria minacciosa.
Castiel: Solo se mi implori.
Dean: Non succederà mai.
Castiel: Niente cibo.
Dean: Niente cibo.
I ragazzi raggiungono la mensa. La colazione viene servita su un vassoio, dove lo studente può decidere la quantità e l'alimento da mangiare. Il biondo fa scorta di qualsiasi tipo di brioche, torta, waffel e dolciumi vari, mentre l'angelo sceglie un semplice krapfen e un cappuccino. I due si siedono. Castiel controlla la situazione, invece Dean è intento ad abbuffarsi di qualsiasi tipo di zucchero.
Dean: Potevi scegliere più cose, visto che dovrò mangiare la tua colazione.
Castiel: Non mi hai supplicato, quindi non è tua e per essere precisi, qui sei tu quello che si mangia pure il tavolo.
Dean: Sputa il rospo, cosa sai su di me.
Castiel: Quello che basta.
Dean: Voglio sapere tutto, soprattutto chi ti ha dato queste informazioni.
Castiel: Dean Winchester, nato il 24 gennaio 1979 da Mary e John Winchester. Sei il maggiore dei fratelli, il minore è Sam. Tu hai sempre seguito le orme di tuo padre, ma lui è morto qualche anno fa. Tua madre è stata uccisa dal demone degli occhi gialli, mentre..
Dean: Piano, piano, piano. Perché sai tutte queste cose?
Castiel: Sono pur sempre un angelo del Signore. Comunque veglio su di te da sempre, quindi so tecnicamente tutto di te.
Dean: Aspetta tu vegli su di me sa sempre?
Castiel: Si.
Dean: E dov'eri quando avevo bisogno di aiuto divino?
Castiel: Non ho potuto intervenire.
Dean: Bella scusa.
Il biondo lancia la brioche che aveva appena addentato sul vassoio, per poi allontanarsi.
Castiel: È la verità.
Dean: Non mi interessa.

Il ragazzo si dirige verso l'aula studio, seguito dall'angelo che lo sorveglia. Ad un certo punto il fratellone cade a terra, con le mani che gli coprono il volto, tutto sudato e tremolante. Il moro corre verso di lui, cercando di analizzare il suo stato di salute. Il ragazzo è stato colpito da un nuovo mal di testa improvviso. Questa volta, le immagini che gli si presentano sono più nitide. Le maschere che aveva visto erano per il Carnevale di Venezia e l'acqua il Canal Grande. Riesce ad intravedere le gondole, i bambini e i mille colori che caratterizzano questa festa. Una figura sola, davanti a lui è quella che lo colpisce. Un giovane, poco più basso di lui, girato di spalle, con dei vestiti dell'800 guarda il mare da una passerella in legno. Castiel, grazie al potere del teletrasporto, accompagna Dean nella sua stanza, con l'intento di curarlo. I poteri del moro si fanno sempre meno utili, la visione del biondo è una magia sempre più forte. Il ragazzo stacca le sue mani dal viso e riprende a respirare lentamente.
Castiel: Dean, come stai?
Dean: Non lo so.
Castiel: Un altro attacco?
Dean: Si.
Castiel: Che hai visto?
Dean: Non ha importanza.
Castiel: Si, ha importanza.
Dean: Non lo dirò a te.
Castiel: Per favore. Ti ho curato, di nuovo, merito almeno di sapere.
Dean: Ho visto il Carnevale di Venezia e..
Castiel: Vai avanti.
Dean: Sbaglio o non sei affatto sorpreso?
Castiel: Dimmi.
Dean: Un uomo era davanti a me che guardava il mare.
Castiel: Lo hai visto in volto?
Dean: No, credo stesse per girarsi, ma mi sono ripreso.
Castiel: Capisco. Se avrai altri attacchi di mal di testa forti, dimmelo.
Dean: Smettila di essere così appiccicoso.
Il moro si scusa e sparisce dalla vista di Dean.

Qualche ora dopo
Dean: Quindi se io prego tu mi senti?
Castiel: Sono qui.
Dean: Perciò tu senti le preghiere.
Castiel: Si, ma non deve essere necessariamente una preghiera, può essere un pensiero, un desiderio, una richiesta d'aiuto.
Dean: Tu sai qualcosa di quelle visioni, vero? Non mentirmi.
Castiel: Si, so qualcosa, ma non vorresti saperlo.
Dean: Io ho il diritto di sapere cosa mi sta accadendo.
Castiel: Ogni cosa a suo tempo, per ora cerca di stare calmo.
Dean: Non posso stare calmo se non so cosa mi prende in questi giorni.
Castiel: Prometto che te lo dirò, ma devi portare pazienza.
Dean: Ne ho già portata abbastanza.
Castiel: Incredibile! Sa quanto sei qui? Due giorni? E pretendi che io ti dica tutto, sia a tuo completo servizio, scusami ma non funziona così.
Dean: Dimmelo, oppure..
Castiel: Oppure cosa Dean?
Il biondo guarda l'angelo dall'alto in basso per poi soffermarsi sulle labbra e con un gesto inumidisce le sue.
Castiel: Non puoi uccidermi.
Il moro si mostra in un primo momento arrabbiato e deciso, per poi tranquillizzarsi e rattristarsi.
Castiel: Domani ti spiegherò tutto, ora davvero non riesco.
Il ragazzo lo studia con lo sguardo e nota una punta di dolore nelle sue parole, perciò decide di non osare oltre.

Senza epoca || DestielWhere stories live. Discover now