Via d'uscita

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La sera successiva
È buio, i corridoi della struttura sono deserti, così Dean decide di uscire dalla stanza e studiare un modo per riuscire a fuggire. Si avvia verso l'uscita e nota una persona in piedi davanti alla porta. Cambia percorso, dirigendosi sulla vetrata che porta al giardino. Mentre cammina, sente dei rumori provenire dalla parte opposta del corridoio. Inizia a correre sempre più veloce, fino ad arrivare alla vetrata. Appena sta per abbassare la maniglia, una forza lo spinge contro il muro affianco. Apre gli occhi, riesce ad intravedere una persona poco più bassa di lui, cerca di capite di chi si tratti. Subito dopo, questa figura si sposta un passo indietro e un fascio di luce regalato dalla luna, illumina il suo viso.

Castiel: Cosa volevi fare?
Dean: Tu cosa sei? Un fantasma per caso? Un demone?
Castiel: Sicuro di stare bene?
Dean: Andiamo, non fare il furbo con me.
Castiel: Non so di cosa tu stia parlando.
Dean: Prima ho sentito dei rumori, diversi da quelli che solitamente mi capita di udire, ma sicuramente non erano rumori provenienti dall'edificio, visto che è deserto e non c'è nessuno qui a parte te.
Castiel: Dean, non andare via da questa struttura, hai capito?
Dean: Perché ti preoccupi tanto per me?
Castiel: Non posso dirtelo, ma tu devi rimanere qui. Là fuori c'è un mondo che..
Il ragazzo interrompe le parole del moro.
Dean: Io so cosa c'è lì fuori!
Castiel: No! Non tutto Dean!
Dean: Dimmi cosa sei e perché dovrei fidarmi di te.
Castiel: Se te lo dicessi, non mi crederesti.
Dean: Non sai quanto potrei stupirti.
Castiel: Sono un angelo del Signore.
Dean: Non prendermi in giro, gli angeli non esistono.

Il giovane afferra il braccio del ragazzo portandolo verso la sua stanza e chiudendo la porta dietro di sé.
Castiel: Ora te lo dimostro.
L'angelo mostra le ali a Dean, sentendo gli occhi verdi fissi su di lui. Il ragazzo è sconvolto e impressionato dalla figura che si trova davanti.
Dean: Che ci fai qui? Perché sei su un manicomio?
Castiel: Per proteggerti.
Dean: Per proteggere me? No, grazie. Sono capace di difendermi da solo. Comunque non ha alcun senso, tu eri qui da prima da prima arrivassi.
Castiel: Io sono venuto qui apposta, sapevo che ti avrebbero portato qui.
Dean: E da cosa mi staresti proteggendo?
Castiel: Dagli angeli e dai demoni.
Dean: E perché?
Castiel: Non posso dirtelo. Ti ho già detto troppe cose, ora basta.
Il biondo viene attaccato da un fortissimo mal di testa, porta le mani sulla testa e chiude gli occhi. Si accascia a terra, dolorante, con gli occhi pieni di paura. La sua mente gli mostra delle figure, che non riesce a vedere con nitidezza. Contraddistingue solo delle maschere e dell'acqua. Il moro si avvicina di colpo verso il ragazzo, con l'intenzione di staccare le sue mani dalla testa.
Castiel: Dean, tutto bene?
Dean: Si, solo un mal di testa.
Castiel: No, Dean, fammi vedere.
Il giovane si lascia controllare il suo stato di salute dal moro, il quale illumina gli occhi di un bianco ghiaccio intenso, quasi blu.
Castiel: Stai meglio ora?
Dean: Si, abbastanza, grazie.
Castiel: Non preoccuparti. Se ti riaccade, dimmelo.
Dean: Mi passerà, non è nulla Cas.
Castiel: Da quando mi chiami Cas?
Dean: Io.. non lo so.
Castiel: Chiamami pure Cas.
Dean: Allora vada per Cas.
Entrambi accennano un sorriso lieve sulle loro labbra. Il ragazzo è ancora scosso dalla visione, così chiede all'angelo spiegazioni in merito.
Dean: Non soffro di mal di testa frequenti. Sono quasi sicuro che questo non fosse una cosa "normale"
Castiel: È tutto apposto credimi.
Dean: Ti ho appena conosciuto e tutto quello che hai fatto fino ad ora è stato impedirmi di uscire da questo incubo.
Castiel: Non mi diverto a rinchiuderti, Dean. Questo edificio è protetto da tutta una serie di simboli anti-angeli e anti-demoni.
Dean: Ma se sono anti-angelo perché tu sei qui?
Castiel: Cerco di resistere, non posso perderti di vista.
Dean: Ti ripeto che non ho bisogno di aiuto.
Castiel: Io dico di si.
Il biondo alza gli occhi al cielo, imprecando.
Dean: Gli altri simboli dove sono?
Castiel: Li ho disegnati ovunque, sono nascosti anche nella tua stanza, sotto la carta da parati.
Dean: Che pittore professionista.
Castiel: Io ti sorveglierò ogni notte, per evitare che tu fugga, anzi, resterò qui nella tua camera.
Dean: No, qui non ci siamo capiti. Tu non resti qui!
Castiel: Sono un angelo, io non dormo, me ne starò seduto ad aspettare la mattina seguente.
Dean: Io non riesco a dormire se qualcuno mi sta fissando.
Castiel: Ti vergogni forse?
Dean: Se tu fossi una bella bionda non avrei problemi a farti venire nella mia stanza, ma tu no. Grazie del pensiero.
Castiel: Come vuoi.
Il ragazzo sospira, un senso di sollievo lo tranquillizza.
Dean: Per fortuna.
Castiel: Ora torno nella mia camera, se dovesse succedere qualcosa, avvisami. Non tentare di scappare!
Dean: Puoi scommetterci che ci riproverò.
Castiel: Io ti fermerò, sappilo.

Il moro si dirige verso la sua camera e si siede sul letto. Decide che sorveglierà il biondo, senza mostrarsi a lui. Lo osserverà tutta la notte, perché è fermamente convinto che Dean proverà di tutto per raggiungere il suo fratellino.

Castiel è nella stanza del ragazzo. Dean si è accomodato sul letto ed ha preso sonno in brevissimo tempo. I suoi lineamenti sono delicati, il moro si incanta mentre lo osserva dormire, sembra un bambino indifeso. Nel viso del moro spunta un sorriso, romantico, come se lo conoscesse da sempre. Non riesce a stargli lontano, così si accomoda accanto a lui nel letto, in silenzio, beandosi di quella visione tanto tenera.

Senza epoca || Destielحيث تعيش القصص. اكتشف الآن