Ascenseur

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1.

"Buongiorno, signorina Dupain-Cheng. Adrien è in camera che l'attende."
La voce glaciale di Nathalie fu il primo suono che Marinette udì una volta che il portone di villa Agreste le si aprì davanti.
"Ehm, buongiorno Nathalie" balbettò in risposta Marinette.
"Prego, mi segua" continuò la segretaria, avviandosi con passo altero verso la scalinata di marmo posta di fronte all'ingresso. Dietro di lei, Marinette cercò di tenere il passo. "Non c'è bisogno che mi accompagni se è impegnata. Conosco... conosco la strada, ecco."
Il ticchettio dei tacchi a spillo di Nathalie si interruppe.
"Questo è il mio lavoro, signorina. Accogliere e servire gli ospiti."
Marinette arrossì imbarazzata. "Oh, certo. Mi...mi scusi."
Nathalie si voltò e riprese la sua camminata di ferro. Salirono gli scalini in un silenzio di tomba, fino ad arrivare davanti alla porta della camera di Adrien. A quel punto, Nathalie si fermò e si voltò verso Marinette. "La macchina sarà pronta a partire tra un quarto d'ora, vi prego di farvi trovare pronti all'ingresso."
Marinette annuì prontamente. "Sì, signora. Voglio dire" aggiunse scuotendo la testa e agitando le mani davanti a sé "sì, Nathalie."
La segretaria del sig. Agreste annuì e si allontanò verso il suo ufficio.

***

Una volta entrata nella stanza di Adrien, Marinette sorrise tra sé e sé. Era sempre bello trovarsi in quel luogo, perché significava stare con Adrien, e perché era lì che si racchiudevano alcuni dei loro ricordi più dolci.
Non appena svoltato l'angolo, scorse subito la sagoma di Adrien, distesa sul letto ancora addormentata. Marinette sorrise come un'ebete, avvicinandosi piano a lui.
Adrien era sempre bellissimo, eppure quando dormiva celava un fascino che lasciava Marinette non indifferente. Si sedette piano sul bordo del letto, consapevole di doverlo svegliare, ma troppo intenerita per farlo.
Con una mano, percorse il profilo del suo volto, le labbra, la mandibola, le gote, le palpebre. Tutto era perfetto in lui. Sentì un'improvvisa voglia di baciarlo, e allora si avvicinò piano a lui, e poggiò delicatamente le sue labbra su quelle di Adrien. Nonostante quel leggero bacio non ottenne risposta, Marinette si ritrovò a desiderare di approfondire quel tocco.
Sperava di svegliarlo così, con un bacio.
Assaporò dolcemente le sue labbra, senza averne mai abbastanza. Allora, per stare più comoda, si sdraiò accanto a lui e puntò il gomito sul letto per portarsi all'altezza del suo viso. Si accostò alla sua bocca, mentre con la mano libera si reggeva al suo petto. E nel frattempo continuava a baciarlo, assaporarlo, assaggiarlo. Era strano baciarlo senza essere ricambiata, ma anche terribilmente eccitante. Aiutandosi con la lingua riuscì, con una leggera pressione, a schiudere le labbra di Adrien, e ad approfondire il bacio. Spostò la mano dal petto alla nuca, accarezzando con le dita i suoi morbidi capelli biondi.
Dopo qualche secondo, sentì le labbra di Adrien rispondere al suo tocco, e allora si sistemò meglio sopra di lui.
Adrien gemette senza capire bene cosa stesse accadendo, poi aprì piano le palpebre e si ritrovò la sua ragazza stesa cavalcioni su di lui, che lo baciava in maniera non proprio innocente. Sentì il corpo irrigidirsi, mentre si chiedeva se non stesse ancora sognando, ma la lingua di Marinette che premeva contro la sua era troppo reale per trattarsi di un mero frutto del suo inconscio. Eccitato, si tirò un po' su afferrandola per i fianchi, cercando di assecondare al meglio le voglie di lei. Ma, non appena diede segnali di essere completamente sveglio, Marinette si scostò, invitandolo ad alzarsi.
Lui protestò cercando di convincerla a tornare da sé, invano.
"È già tardissimo, Adrien. Nathalie ci aspetta giù tra dieci minuti."
"Bu...buginette" ansimò senza fiato.
"Su, non fare il bambino" sorrise afferrandolo per le mani "dobbiamo andare a Le grand Paris per l'incontro con Chloé e gli altri, non te ne sarai mica dimenticato?"
"Ma..." cercò di protestare.
Marinette scosse la testa. "Niente ma, Chaton. Ci aspettano."

***

Una volta saliti in macchina in una corsa contro il tempo, Adrien tornò a cercare le attenzioni di Marinette, incurante della presenza del gorilla alla guida.
Le poggiò una mano sulla gamba, avvicinandosi piano, come per tastare il terreno. Ma Marinette interruppe ogni speranza sul nascere. Era perfettamente consapevole che, quando Adrien lo voleva, sapeva essere estremamente eccitante. Ed, in quel momento, l'ultima cosa di cui aveva bisogno era di cadere vittima delle sue avances. Doveva essere il più concentrata possibile per l'incontro di quella mattina.
Adrien mise il broncio per qualche minuto buono, poi si avvicinò e le sussurrò in modo che il gorilla non potesse sentire: "Non si fa, Milady. Prima mi provochi e poi ti tiri indietro."
Marinette trattenne il respiro.
Poi sorrise maliziosa.
"Allora ti è piaciuta la sveglia, stamattina?"
Lui la guardò pieno di desiderio, e fece per avvicinarsi, pensando che adesso avesse campo libero.
Ma lei lo fermò di nuovo. "Per favore, Adrien" sospirò "non è il momento."
Lui sbuffò. Infine, bisbigliò divertito: "Questa me la paghi, Buginette."

Ces deux sont faits l'un pour l'autreWhere stories live. Discover now