Héros - première partie

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1.

"Non siate annoiati, ma di notizie assetati! Buonasera parigini, qui Nadja Chamack per un servizio speciale. Perdonate l'interruzione del programma 'Vrai ou fausse?', purtroppo qui a Parigi la situazione è sempre più critica. A quanto pare, il nuovo super cattivo akumizzato da Papillon si sta rivelando più forte del previsto. Sembra proprio che oggi i nostri paladini stiano trovando un po' di difficoltà nel collaborare, non trovi anche tu, Clara?"
L'inviata annuì, mentre si portava il microfono alle labbra.
"Hai proprio ragione, Nadja. Sono alcuni giorni, in realtà, che Ladybug e Chat Noir sembrano più distratti del solito. Oggi in particolar modo: sono più di due ore che cercano di neutralizzare L'Elettricista, quando normalmente impiegano soltanto pochi minuti per sconfiggere un cattivo. Purtroppo le telecamere non sono riuscite a registrare nulla, L'Elettricista le ha messe tutte K.O., ma sospetto che tra i due supereroi sia successo qualcosa che renda difficile il lavoro di squadra."
Nadja sorrise, come fa sempre quando sente odore di scoop.
"Esatto, Clara. Alcuni ipotizzano abbiano litigato, ma io credo che la causa di questa loro difficoltà sia un'altra. Magari la situazione tra i due supereroi si è fatta più piccante del previsto. In attesa di news sull'attacco Akuma, ecco alcune foto scattate durante i combattimenti degli ultimi giorni che rafforzano la mia ipotesi. È evidente che il rapporto tra Ladybug e Chat Noir va ben oltre una sincera amicizia..."

***

Uno schiocco di frusta fendette l'aria.
"Milady, attenta!"
Chat Noir prese la rincorsa per dirigersi verso Ladybug, e proteggerla dall'attacco del nemico.
Era spaventato.
Il potere dell'Elettricista si stava rivelando più pericoloso del previsto. Lanciava fili di cavi elettrici a mo' di frusta, e chiunque venisse colpito diventava un suo assoggettato.
Ladybug si voltò giusto in tempo per rendersi conto dell'imminente pericolo, due mani di gatto la afferrarono per la vita e la spinsero a terra, per schivare il filo elettrico.
"Giusto in tempo" soffiò Chat Noir, con una mano proteggeva il capo della sua partner.
Ladybug sbuffò. Stava andando tutto a rotoli.
Tra lei e Adrien sul campo di battaglia c'era sempre stata una grande sintonia, che non era mai stata ostacolata dai loro sentimenti, se non in alcuni e pericolosi casi.
Ora, invece, era tutto diverso.
Non che prima Adrien non amasse Ladybug, anzi. Soltanto che adesso sapere chi c'era dietro quella maschera - la persona che più amava al mondo - lo faceva sempre stare con le orecchie ritte, in allerta.
Adrien era estremamente protettivo, questo Marinette lo sapeva. E la trovava anche una cosa dolcissima, ma non quando si trovavano nelle loro vesti da supereroi.
Quando combattevano per difendere Parigi, anche la minima distrazione avrebbe potuto compromettere la missione e il bene della città.
E Chat Noir era sempre lì a coprirle le spalle, senza però pensare a lui e alla missione.
Marinette odiava tutto questo. Capiva il bisogno di Adrien di proteggerla a qualunque costo, però ci sono delle circostanze in cui bisogna anteporre il bene della comunità a quello della persona che si ama.
Loro sono supereroi, il loro dovere è quello di difendere la città e le persone che vi abitano, anche a costo di qualche rischio.
"Stai bene?"
Adrien le porse una mano guantata per aiutarla ad alzarsi. Lei non la accettò.
"Sì, sto benissimo."
Il tono con cui le uscì quella frase era più cinico di quanto avesse voluto, e questo intristì Adrien.
Fece per parlare, quando Ladybug si voltò e spiccò il volo.
"Non possiamo più permetterci di perdere tempo a neutralizzare i suoi soldati, sarebbe soltanto uno spreco di energie. Dobbiamo trovarlo e affrontarlo direttamente."
Chat Noir la seguì, mentre saltava con grazia da un tetto all'altro scrutando l'orizzonte in cerca di qualche indizio che potesse indicarle la posizione dell'Elettricista.
"Milady, è troppo pericoloso. Non... non possiamo rischiare che ti colpisca."
Ladybug si fermò in piedi in bilico su una tegola.
"Chat Noir" scandì lentamente quelle due parole, come a voler sottolineare il suo ruolo in quel momento. "Se avessimo ragionato così con ogni nemico che abbiamo affrontato, Papillon avrebbe ottenuto i nostri Miraculous con uno schiocco di dita. Smettila di fare l'iperprotettivo e ascolta il mio piano."
Gli occhi di Adrien erano delusi, feriti.
"Ma..."
"Niente ma. Dobbiamo agire subito, è tutto il pomeriggio che stiamo dietro a Papillon. Sono stanca e voglio che tutto questo finisca il prima possibile."
"Aspetta."
Adrien le afferrò il polso. "Marinette, ma che ti prende? È tutto il pomeriggio che mi rispondi male, ogni cosa che faccio è sempre sbagliata. Sei arrabbiata con me?"
Ladybug scivolò via dalla sua presa. "Non sono Marinette, adesso. E questo non è il momento adatto per parlare. Ora seguimi, finalmente ho capito come usare questo orologio."
E saltò via.
Adrien la fissò per qualche istante, come inebetito. Poi scosse la testa e si costrinse a fare come Ladybug gli aveva chiesto.

Ces deux sont faits l'un pour l'autreWhere stories live. Discover now