Cadeau

263 14 2
                                    

1.

'Ronda stasera?'
Marinette sorrise allo schermo del cellulare.
'Definisci "ronda"' digitò velocemente, un sorriso ebete stampato sulle labbra.
Sentiva le farfalle nello stomaco. Succedeva sempre così quando c'entrava lui.
Per la risposta di Adrien dovette attendere qualche minuto. Nel frattempo, preparò la cartella per il giorno successivo e prese la macchina da cucire. Voleva finire il regalo del compleanno di Adrien prima che fosse troppo tardi. In realtà, li aveva tutti pronti per i prossimi quarant'anni, però le sembrava di non essersi impegnata abbastanza, e quindi aveva pensato di ricominciare daccapo. Quello era il primo compleanno che lei e Adrien passavano da fidanzati, e il suo regalo per lui sarebbe dovuto essere il più speciale di tutti.
Avrebbe avuto un doppio regalo quell'anno. E magari triplo, quadruplo, quintuplo in quelli a venire.
Gli anni a venire.
Non poteva credere che l'attendeva un'intera vita da passare con lui, e anche se sapeva perfettamente di avere soltanto sedici anni e che le cose sarebbero potute cambiare da un momento all'altro, sentiva che niente e nessuno avrebbe potuto separarla da Adrien.
Loro due erano fatti l'uno per l'altra.
Non era un semplice innamoramento. Marinette sentiva di essere legata indissolubilmente a lui, migliore amico, partner, compagno di vita.
Inserì il filo nel passafilo e posizionò il piede sul pedale, quando il telefono trillò.
Sporse la testa per leggere il messaggio, mordendosi un labbro.
'Accurato giro di perlustrazione per le strade di Parigi e conseguente entrata in scena in caso di anomalie. Perché me lo chiedi? Non sarà mica che ti sei fatta sconce idee al riguardo?'
Marinette sorrise. Nonostante quello fosse solo un messaggio, era in grado di immaginare perfettamente il tono malizioso con cui Adrien avrebbe pronunciato quelle parole. Aveva capito subito che quella della ronda era solo una scusa per passare un po' di tempo indisturbati.
Digitò in risposta: 'Niente idee sconce, Micetto. Quelle le lascio a te. Ci vediamo alle dieci?'
'Alle dieci?! Ma è troppo tardi! Non ce la faccio ad aspettare altre tre ore. Voglio vederti subito.'
'Devo ancora cenare, e poi ho una cosa da fare, prima.'
Immaginava già il suo volto corrucciato. Adorabile.
'Qualunque cosa sia, non è davvero importante se ti tiene lontana da me, Milady.'
In realtà, è proprio il tuo regalo quello a cui sto lavorando.
Ma non poteva certo rovinargli la sorpresa.
'Non fare il melodrammatico, Chaton. Ci vediamo alle dieci.'
'Almeno mi dici cosa devi fare di tanto importante? Ti vedi con qualcuno?'
'Con nessuno, stai tranquillo. Ora vado, altrimenti non combino niente.'
'Potrei essere geloso dell'oggetto di tante attenzioni. Credo proprio che stasera mi vendicherò.'
Marinette sorrise, felice.
'A dopo, Chaton.'
'Conto i minuti, Milady.'
Esagerato.
Ma dolcissimo.

***

Erano le nove passate, e Marinette era ancora con la testa china sulla macchina da cucire. Aveva lavorato per più di due ore, ed era molto soddisfatta dei risultati che aveva ottenuto fino a quel momento.
Si stropicciò gli occhi, le palpebre improvvisamente pesantissime.
Poggiò il gomito sulla scrivania, poi la testa sul palmo della mano.
"Tutto bene, Marinette?" le chiese la vocina dolce di Tikki.
Marinette annuì debolmente, sbadigliando. "Sì, Tikki. Sono solo un po' stanca. Spero tanto che almeno per stanotte Papillon decida di farsi un bel sonno di bellezza. Dovrà pur dormire, quell'uomo!"
Tikki era preoccupata. "Se sei tanto stanca farai meglio a dire ad Adrien che non puoi vederlo, stasera.''
Marinette scosse vivacemente la testa. "Fuori questione. Adrien ci tiene tanto a vedermi, sospetto anche che abbia preparato qualcosa di carino per noi. E poi, manca poco alle dieci, ce la faccio a resistere."
Un altro sbadiglio.
Le bruciavano gli occhi.
Tikki annuì, anche se non era del tutto convinta della scelta della sua padrona.

***

Dieci minuti di ritardo.
Non era da Marinette tardare così tanto.
Certo, lei era una ritardataria cronica, ma soltanto per tutto quello che non riguardava lui.
Ai loro appuntamenti, lei era arrivata sempre in perfetto orario.
E ora erano undici... anzi, dodici minuti di ritardo.
Non poteva fare a meno di preoccuparsi.
Provò a chiamarla sul cellulare, ma gli dava la segreteria telefonica.
'Sono Marinette, lasciate un messaggio dopo il bip! Biip! Ahah!'
A lui, Marinette rispondeva sempre.
C'era qualcosa che non andava.
E se Papillon avesse scoperto la sua vera identità e a quest'ora le avesse già rubato il Miraculous e presa come esca per attirare lui?
'Sono Marinette, lasciate un messaggio dopo il bip! Biip! Ahah!'
E se quella cosa misteriosa che doveva fare era un'indagine da Guardiana di cui aveva preferito non metterlo al corrente e le cose fossero andate per il verso storto?
'Sono Marinette, lasciate un messaggio dopo il bip! Biip! Ahah!'
E se fosse uscita di casa nelle sue vesti civili e avesse incontrato un malintenzionato che...
Una morsa gli strinse il cuore.
Non riusciva a pensarci.
Col fiato sospeso, decise di non poter aspettare un minuto di più.
Si precipitò verso casa di Marinette.
Perché di certo, con gli artigli in mano non poteva stare.

Ces deux sont faits l'un pour l'autreOù les histoires vivent. Découvrez maintenant