XVII

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Aprire gli occhi

«Tae, ti senti bene?» la voce di mio padre mi arriva ovattata alle orecchie riportandomi alla realtà. Mi ero completamente perso nella rete fitta dei miei pensieri che da giorni ormai mi attanagliano. Ho questo pensiero fisso del litigio tra me e i miei amici e non riesce ad andare via: mi ha tolto l'appetito, la voglia di fare, durante le prove ho assistito passivamente e se ne sono accorti tutti ma non hanno osato proferire parola. Questo non sono io, devo trovare un modo per riprendermi.

«Mh? Sì, perché?» domando distrattamente in tono apatico, facendo girare il cucchiaio nel piatto.

«Non hai toccato nulla...di solito ripulisci fino all'ultima goccia le zuppe che ti preparo» dice in tono dispiaciuto. Sospiro pesantemente e sollevo lo sguardo su papà ritrovandolo a guardarmi preoccupato ma sempre con quel dolce sorriso stanco sulle labbra, spronandomi a parlare.

«Ho litigato con Jungkook e Yoongi» ammetto a bassa voce in un borbottio. Lascio cadere il cucchiaio nella ciotola passandomi le mani nei capelli, tirandoli indietro per un attimo. Vedo papà allargare di poco il suo sorriso avvicinandosi a me con la sedia.

«Lo so, aspettavo solo che me ne parlassi tu» ammette posandomi una mano sulla spalla. Lo guardo confuso inclinando di poco la testa a destra, aggrottando le sopracciglia, chiedendogli indirettamente come se ne sia accorto. «Non ci vuole molto a capirlo Tae, anche se non sto molto a casa. Sei giù di morale da giorni e non si vedono più in giro quei due, non trovo neanche più tracce di Jungkook in giro per la casa quando torno. Sai, quando lascia gli sportelli aperti per sbadataggine, quando spruzza il deodorante per tutta casa perché dice che gli piace quel profumo».

Ridacchio debolmente in accordo con papà. Jungkook lascia sempre traccia di sé in ogni posto che va, e non lo fa neanche di proposito! Solo che se stai attento, se sei un buon osservatore, se conosci le sue abitudini, ti accorgi che è passato di lì. Per papà, poi, Jungkook è un secondo figlio quindi non mi meraviglio neanche più quando lo riconosce addirittura da un colpo di tosse.

«Vuoi dirmi cos'è successo?» chiede dolcemente. Ecco, la domanda che tanto temevo. E se papà concordasse con loro? Se anche lui mi considerasse uno strambo? Non voglio sentirmi dire anche da lui che ho qualche strano disturbo incurabile con il quale devo convivere per tutta la vita.

Però devo parlargliene: papà è sempre stato il miglior consulente in assoluto, mi duole ammetterlo ma è anche più bravo di Jungkook. Non posso elencare le infinite volte che ha dato lezioni di vita ad entrambi. «Papà secondo te...ho un disturbo ossessivo compulsivo?».

Mi guarda sorpreso e forse anche stranito a causa della mia improvvisa domanda. «Perché me lo stai chiedendo?».

«Rispondi prima, per favore» inizio già a sentire un leggero nervosismo, batto il piede a terra arricciando il naso.

Papà stringe le labbra sospirando pesantemente, si gira del tutto verso di me con la sedia e lascia stare la sua zuppa per concentrarsi su di me. «Speravo sinceramente che questo momento non sarebbe mai arrivato perché non mi sono mai preparato a parlarne» iniziamo male il discorso, iniziamo molto male. «Non è semplice Tae e se non hai ascoltato i tuoi migliori amici figurati se ascolterai me, però posso provarci. Forse non ci hai mai fatto caso ma quelli che ti ostini a chiamare vizi non sono esattamente dei vizi: sono dei tic nervosi Taehyung e...sì sono causati da un disturbo».

Le parole di Jimin mi risuonano in testa con un eco fastidioso. Quindi anche papà la pensa come tutti gli altri. Questa cosa mi...ferisce. Credevo che mi avrebbe sostenuto in questo. «Perché ne sei così sicuro?».

«Perché non è difficile distinguere dei semplici vizi da tic nervosi. Quando eri piccolo non erano così evidenti ma adesso...più cresci e più diventano ossessivi» spalanco gli occhi sentendo come se mi avessero colpito allo stomaco. Da quando ero piccolo?

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang