Act XXV

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Uccelli e litigi

«Hey», Jungkook prova ad accennare un sorriso ma la sua voce è incrinata e sulle labbra appare una smorfia di dolore

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«Hey», Jungkook prova ad accennare un sorriso ma la sua voce è incrinata e sulle labbra appare una smorfia di dolore. Mi mordo l'interno guancia per non far bagnare i miei occhi. So che può sembrare strano ma da sempre quando vedo Jungkook piangere devo combattere contro il bisogno di scoppiare a piangere a mia volta.

«Sei matto ad essere venuto fin qui a piedi mentre diluvia? Sei fradicio Kook! Forza entra» mi affretto a dire facendogli immediatamente spazio. Lui esita guardandomi con quell'espressione da "Se entro sporco e so che non vuoi avere il pavimento sporco", ma lo guardo severamente e lui fa un passo avanti per entrare. Qualcosa, però, lo ferma.

«Tae! Ho trovato un'altra foto del mio uccello di quando ero piccolo! È cresciuto così tanto, vuoi vederlo?». Jimin non poteva essere meno opportuno.

Jungkook si blocca all'istante e mi rivolge uno sguardo scioccato con gli occhi grandi come biglie, espressione che si riflette seduta stante anche sul mio volto.

Inizio a scuotere velocemente la testa portando avanti le mani. «Non è assolutamente come pensi!». Sento di stare per andare in iperventilazione.

«Park Jimin è in casa tua e vuole farti vedere il suo uccello. Come dovrei prenderla?!» mi risponde Jungkook con la mandibola che quasi tocca terra.

Sento dei passi veloci e con la coda dell'occhio noto Jimin arrivare tutto sorridente davanti alla porta d'ingresso. «Oh, ciao Jungkook! Vuoi vedere anche tu il mio uccello?».

Dio solo sa cosa mi sta trattenendo dal cavargli un occhio.

(...)

Jimin mi guarda con un sorriso colpevole che nasconde delle scuse ed io lo guardo male. Jungkook si è fatto strane idee e testa di mirtillo non aiuta per niente con le sue battutine.

«Se vuoi posso fartelo davvero vedere quell'altro uccello» ghigna avvicinandosi di più a me. Scivolo dalla parte opposta e gli lancio l'ennesima occhiataccia che lo fa ridere di gusto.

Il più piccolo esce dal bagno con i capelli leggermente umidi e con dei miei panni puliti addosso. Ci guarda a disagio lanciandoci occhiate stranite. Deve stare davvero male se non ha neanche le forze di incazzarsi con me per aver invitato Jimin a casa mia.

«Voglio rassicurarti dicendoti che non ho toccato il tuo migliore amico. Quello che intendevo prima era fargli vedere una foto della mia pappagallina quando era piccina. Mi esprimo male a volte» parla subito il più grande guardando Jungkook.

Quest'ultimo lo fissa annuendo per poi sedersi in mezzo a noi con un tonfo silenzioso. Mi mordo il labbro inferiore preparandomi a dover fare un bel discorso per tirarlo su di morale. Posso farcela. «Che succede Kook?» gli chiedo posandogli una mano sul ginocchio. Lui fa una smorfia guardando me e poi spostando lo sguardo su Jimin.

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora