Act VII

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Conversazione col nemico

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Conversazione col nemico

Butto finalmente lo straccio nel secchio pieno di acqua sporca e sospiro pesantemente stirandomi la schiena. Do un'occhiata all'orologio affisso al muro e noto che sorprendentemente, non so come abbiamo fatto, sono le sette di sera. Be' direi che abbiamo lavorato bene. L'aula magna è perfettamente pronta per ospitare le prove della recita la prossima settimana.

Sorrido soddisfatto posando le mani sui miei fianchi osservando appagato il magnifico lavoro che abbiamo fatto tutti insieme. Tranne Jimin. Lui ha fatto schifo, secondo me. Jooyoung invece si è complimentata con lui, mantenendo rigorosamente la sua espressione neutra e menefreghista. Potrei pensare che abbia una piccola cotta per testa di mirtillo ma è impossibile: quale essere dotato di neuroni s'infatuerebbe di un tale coglione.

«Allora noi andiamo, se abbiamo finito» parla improvvisamente Yoongi prendendo per mano il suo ragazzo. Mi trattengo dal lamentarmi come un bambino: l'autobus passa fra mezz'ora e non mi va molto di rimanere qui dentro da solo ma non voglio neanche costringere i miei migliori amici ad aspettare con me.

Annuisco sedendomi sul piccolo palco tenendo le gambe a penzoloni. «Ci sentiamo più tardi».

«Vado anche io, mia mamma mi sta aspettando qui fuori. Ciao» dice in fretta Jooyoung afferrando lo zaino e si fionda fuori dalla stanza. Jungkook e Yoongi la guardano divertiti per poi salutarmi con un cenno della mano ed imitare la ragazzina dai capelli azzurri.

Mi lascio andare in un piccolo sospiro mentre le mie labbra si stendono in un leggero, quasi invisibile, sorriso. Esso, però, si gela non appena mi rendo conto che non sono solo. Oh no, oh no, no, no. Ero convinto se ne fosse andato! Perché non se n'è andato?!

Strizzo gli occhi, dopodiché mi volto leggermente verso Jimin e lo guardo torvo. «Perché sei ancora qui?» domando senza premurarmi di risultare un minimo gentile.

Il diretto interessato mi guarda confuso inarcando un sopracciglio. «Posso rimanere quanto voglio dove voglio. Non mi pare sia casa tua questa» ribatte. Arriccio il naso sistemandomi il ciuffo verso sinistra.

«Hai la tua bella macchinina, potresti andartene ora».

Jimin sbuffa sedendosi a debita distanza da me. Almeno qualcosa di giusto l'ha fatto. «Non che sia qualcosa che ti riguarda ma la macchina è dal meccanico, dovrò aspettare anche io l'autobus» borbotta lanciandomi un'occhiataccia dato che sono piuttosto certo di avere un enorme sorriso maligno sulle labbra.

«Ah quindi il karma esiste» cantileno ricevendo solo uno sbuffo in risposta. Dovrò passare trenta minuti da solo con Park Jimin, fantastico. Non avrei potuto chiedere di peggio. Questa sì che è una punizione, grazie Dio.

Improvvisamente cala il silenzio ed io me lo godo tirando fuori il cellulare, vagando su instagram. Mi soffermo su un post di una delle mie attrici preferite americane e sgrano gli occhi. Cosa? Vanessa Morgan è incinta? Questa sì che è una notizia! Devo assolutamente dirlo a Jungkook, rimarrà scioccato. Chissà quando nascerà! Non sapevo neanche fosse fidanzata a dire il vero, ma poco importa. Quel bambino sarà così fortunato.

Come Romeo e Giulietta. O Quasi ¦ VminWhere stories live. Discover now