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Jungkook passò nuovamente la notte in bianco, preoccupato e spaventato dalla sua situazione. Tremava in continuazione e le paranoie non smettevano di torturarlo:

"e se mi volesse ammazzare? se fosse uno psicopatico che vuole stuprarmi?" piangeva sul suo cuscino, singhiozzava nervosamente. 

Si alzò lentamente, mettendosi seduto sul letto, aveva la testa tra le mani e continuava a singhiozzare, quando di nuovo un rumore strano lo portò a volgere lo sguardo al suo computer:

"Perchè piangi, piccolino? non voglio farti nulla di male :("

Lo schermo era nuovamente illuminato da quegli strani messaggi anonimi. Questo portò Jungkook ad una crisi disperata, tant'è  che, dalla rabbia, tirò un pugno al computer, rompendolo subito, urlando esasperato: era stressato, voleva che tutto ciò finisse al più presto.

"Vattene a fanculo hacker del cazzo!"urlò ansimando, poi si asciugò le lacrime con le dita.

"Ora vedremo come farai a scrivermi quegli stupidi messaggi da psicopatico."esclamò uscendo di corsa dalla sua stanza per dirigersi in bagno.

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"Oi Jungkook!"urlò Jimin correndo verso il ragazzo.

"Jimin, ciao"

"Che brutta cera che hai!"

Il castano sussultò leggermente a quell'affermazione, ricordandosi dell'episodio di poche ore prima.

"Comunque, i tuoi genitori saranno fuori per qualche giorno sabato, vero?"Chiese Jimin saltellando, lasciando che i suoi capelli biondi si scompigliassero.

Jungkook cominciò a camminare verso l'uscita, seguito dal biondo

"Sì, come sempre, non ci sono mai a casa" sbuffò, sospirando in seguito. A Jungkook non piaceva il comportamento dei suoi genitori, in quanto non erano mai presenti e lo trattavano davvero male, paragonandolo costantemente a suo fratello maggiore, il quale era già laureato e benestante.

"Ehm...sì, ecco... volevo chiederti... lo sai che... mi piace Taehyung e... uhm..."

Jungkook si fermò, ridacchiando alle parole di Jimin: era buffo sentirlo balbettare imbarazzato.

"Lo so che ti piace e... beh, siete due stupidi, vi piacete entrambi ma non fate il primo passo. Comunque già so che ti servirà casa mia, tranquillo. Siete invitati"

Il biondo, a quell'affermazione, abbracciò gioioso l'amico e gli ripetette in continuazione "grazie".

Jungkook si allontanò sorridendo da quell'abbraccio. Per lui, Jimin e Taehyung, erano importanti, in quanto erano gli unici amici che si ritrovava. Non ne aveva mai avuti, erano pochi mesi che aveva conosciuto quei due e da subito aveva capito che si piacevano incredibilmente tanto.

"Tranquillo fratello, posso portarti qualche amichetto di TaeTae, così magari ti diverti"rise fragorosamente il biondo.

"Cosa? no, io... io non sono gay, lo sai, a me... piacciono... le donne!"arrossì violentemente Jungkook.

"Jungkook...smettila... non devi nasconderti per ciò che sei, solo perchè qualche bullo fa lo stronzo con te. Siamo nel 21° secolo, bisogna aprire la mente!"Esclamò Jimin a voce alta, dirigendosi verso Taehyung in lontananza.

Quelle parole lasciarono il castano in silenzio. Il vero problema non erano i bulli che qualche volta lo prendevano il giro, ma la sua famiglia che non riusciva ad accettarlo per ciò che era. Purtroppo, l'omofobia, regnava ancora in alcune famiglie del Mondo. Ma Jungkook era un ragazzo timido, insicuro, non riusciva a dire la sua per paura, non riusciva ad aprirsi per davvero, questo gli provocava tanto dolore, in quanto nascondeva sempre tutto a tutti, non potendosi sfogare mai.

Camminando verso l'uscita, il suo cellulare squillò. Lo prese e, di nuovo, gli si gelò il sangue nelle vene.

"Il tuo amichetto lo sa che non devi avere nessuno tranne me, vero?"

"Ancora tu...lasciami stare...basta" sussurrò il castano con le lacrime agli occhi.

"Non posso perdermi uno spettacolo come te <3"

HACKER [Yoonkook\Sugakookie] ITAWhere stories live. Discover now