capitolo 5- Missione presa con onore ( Parte 2)

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Atem

Loro pare che se ne accorgano, e credo che sappiano tutto, che stiano solo osservando le mie mosse e quelle di Yugi come se fossimo delle pedine nelle loro mani, e qui mi verrebbe da dire che sono molto egoistici a giocare così con delle anime, ma in fondo non ho tal potere per poter giudicare chi giudica, quindi me ne sto zitto e ascolto il loro logorroico testo stampato sulle mie violazioni.
 
Sto in silenzio ad assorbirlo stando sempre ad occhi chiusi perché se io lasciassi solo per un attimo il contatto visivo, perderei quel contatto.
 
Quando mi domandano cosa spero di ottenere infrangendo le antiche leggi io rispondo. « Cerco di fermare il gioco delle ombre gestito da uno che non ha un minimo di conoscenza egiziana. »
Questa frase crea del leggero trambusto, lo notano che anche se ad occhi chiusi il mio tono è possente e sicuro, non mi faccio di certo intimorire da loro anche se so che potrebbero spazzarmi via e distruggermi.
E così inizia la mia lotta per far valere i miei diritti di ex faraone « C'è un ragazzo di città che era legato a me dal puzzle del millennio, lui è lo stesso che mi ha aiutato a completare la missione: vale a dire uscire dal puzzle, e ricordare il mio passato in più sigillare il gioco delle ombre, ma se ora è attivo quel malefico potere, come posso rimanere nel mio universo quando un ragazzino di appena quindici anni sta giocando con arti proibite che corrodono l'anima umana? »
 
Uno di loro afferma. « Lei sta parlando del corpo che l'ha ospitata per tre anni, ebbene deve sapere che esattamente ieri alle 22.00 di sera, egli è riuscito a sconfiggere la sua stessa ombra causata dal puzzle del millenio derubato dopo essere stato poggiato nella sua lapide d'origine compromettendo così le leggi tra il bene e il male.
Essendo riuscito a districare e comprendere a fondo il suo tormento, è stato deciso che il ragazzo può far uso di tal potere a piacimento in quanto possieda una forza spirituale più potente di quello che fa credere, tuttavia questo è stato deciso perché una volta che il ragazzo morirà il gioco delle ombre sarà cessato per sempre, e dato che nessuno più dell' antica famiglia reale esiste e così gli oggetti del millennio che sono inattivi e dispersi tra le profondità della Terra, quel ragazzo è l'unico se non contro altri poteri di altre civiltà, a possessore il gioco delle ombre.
Essendo tale può sanzionare purché l'atto sia giustificato ai fini della lealtá. »
 
Di quell' argomento rimango sconvolto. « Ma perché mai dovrebbe fare male a qualcuno?
Yugi ha amici, non ha mai avuto nemici, allora perché sta facendo male a una ragazzina? » Ragazzina che mi pare di conoscere.
 
La risposta mi viene data da un altro. « I sentimenti del soggetto in questione sono confusi, ma principalmente è stato spinto dalla gelosia e dalla paura.
Non possiamo dirle gli argomenti trattati, ma possiamo dirle che non è stato un caso se è accaduto. »

Io abbasso lo sguardo. « Significa che si sapeva che avrebbe rubato il puzzle? »
 
Un' altra risponde. « Per la precisione c'è stata la sua scelta: lui è stato spinto dall' amore, sapeva bene che quell' oggetto era maledetto, nonostante tutto l'ha tenuto sempre con se, ci ha parlato, gli raccontava ogni cosa, e cosa più pericolosa è affezionarsi ad un oggetto magico senza uno spirito guida.
L'oggetto in questione ha scavato e tirato fuori ogni segreto del ragazzo, solo dopo tre mesi è riuscito a giungere al suo animo innocente, inoltre quel ragazzo è riuscito a violare il regno creato per la sua stirpe, in questo noi tutti siamo rimasti esterrefatti di come un mortale abbia avuto tal accesso, è da quell' momento che abbiamo deciso di sottoporlo ad una prova per capire perché ci fosse riuscito e la risposta è solo lei. »

Io chiedo non capendo.« Io?! Sarei io il motivo di tutto questo scandalo? Ma non è possibile, avrebbe dovuto farsi la sua vita, allora perché? »

Un' altra risponde. « Era attaccato al passato con lei. Da quel che sappiamo ha rinunciato a tutto per chiudersi nel suo mondo passato senza guardare la realtà, da qui sono nati i suoi problemi. »

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