Capitolo 51

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In macchina nessuno dei due parlò, io perché troppo scioccata e confusa e John probabilmente perché troppo nervoso. Appena imboccato il lungomare accostò e spense la macchina. Scendemmo e mi misi seduta sulla panchina più vicina, lui rimase in piedi con le braccia conserte.
“Lo sai che non mentivo su Dario!”
“Lo so, altrimenti non sarei qui, ma come è possibile che lui abbia fatto venire Melania alla festa? Neanche la conosce!”
“È un avvocato avrà indagato un po' su di me e si sarà messo in contatto con lei. Comunque Antonio qualche giorno fa, per sbaglio, ha ascoltato una sua conversazione telefonica ed è certo di aver sentito fare il nome di Melania, più di una volta in verità. Non lo giurerebbe ma è convinto che stesse parlando proprio con lei. Inoltre lei da qualche settimana ha cambiato avvocato per le pratiche del divorzio e a breve scoprirò chi è, non mi stupirebbe che sia lui!”
“Antonio non è riuscito a scoprire chi ha mandato l’invito a Melania?"
“No, ma mi ha assicurato che mai e poi mai lui l’avrebbe invitata e io gli credo”
“Pensi veramente che Dario sia capace di tanto, perché mai?”
“Perché? Perché ti vuole Isi! Sapeva benissimo che se fosse venuta alla festa sarebbe successo qualcosa”
Disse che gli dispiaceva dover riaprire la parentesi della festa, ma era giusto parlarne per non lasciare niente di non detto. Gli chiesi a quel punto se lui fosse convinto che Melania fosse venuta apposta per me, perché io stessa avevo avuto quel presentimento. Lui invece ne era certo perché gli raccontarono che appena arrivata si lasciò sfuggire con alcune persone che era proprio curiosa di conoscere la nuova amichetta di John, così mi appellò. Quella era proprio la conferma che il suo arrivo non era una coincidenza.
“È stata poco furba a questo punto se ha fatto quella confessione!"
“Tu non la conosci Isi, è accecata dalla rabbia! È capace di tutto e troverebbe alleati in qualsiasi persona gli offrirebbe un aiuto e Dario probabilmente gliel’ha servito su un piatto d’argento.”
John era dispiaciuto di averla fatta soffrire, sapeva bene che lei era innamorata di lui ma volle chiarirmi tutti i particolari una volta per tutte del suo matrimonio.
La sera prima del matrimonio John decise di vedere Melania per annullarlo, le ribadì di non amarla e che non riusciva più a sostenere quella farsa. Lei non volle sentire ragione, lo minacciò dicendogli di essere pronta a fare cose terribili anche farsi del male, naturalmente preso dal panico accettò di continuare, per non deludere suo padre, per paura di qualche gesto estremo di lei, si autoconvinse che forse si sarebbe abituato a quella donna e che avrebbe imparato a conviverci come facevano tante coppie ma appena sposati e partiti per la luna di miele la non curanza e la freddezza di lui fecero capire a Melania che avevano fatto un grande errore.
Anche se non diedero mai una spiegazione reale, fu proprio lei a chiedere di tornare a Napoli. Appena separati però l’ossessione per quell’uomo sfuggente cominciò a sfuggirle di mano, diventava ogni giorno più ingestibile. Si era autoconinta che le cose si sarebbero sistemate, volente o nolente.
“Sono consapevole che è tutta colpa mia, ma credo che se lei mi concedesse il divorzio potrebbe ricominciare e magari essere felice con qualcun altro! Ho fatto tanti errori ma la cosa peggiore è che questi errori stanno ricadendo su di te e io non voglio nella maniera più assoluta crearti problemi o farti di nuovo del male!”
Gli presi una mano per rassicuralo.
“È stato importante che hai creduto a me e non a Dario!”
“Ho seguito il mio istinto”
“La tua fiducia per me è essenziale. Giustamente mi hai detto di non ti fidarti più di me, ma io voglio riconquistarla un po' alla volta!
“Sei sulla buona strada, non nascondermi più nulla, parlami sempre come abbiamo fatto oggi!”
“Te lo prometto. Anche se non stiamo insieme, per me è importante averti vicino, come amica o qualsiasi cosa sia quello che ora c’è tra noi. Mi fai stare bene!”
E eccola di nuovo lì la parola amicizia, me la schiaffò di nuovo davanti. Sarei dovuta essere felice che le cose tra noi andavano sempre meglio ma io come amica non mi ci vedevo proprio. Per quanto tentassi di reprimermi, io lo desideravo.
Mi sarei sforzata di assecondarlo con quella nuova realtà dell’amicizia, in fondo anche io avevo bisogno di averlo vicino e se quello era l’unico modo, avrei imparato a conviverci o almeno avrei tentato, ma ogni giorno che passava mi rendevo conto sempre di più che mentivo a me stessa.
Mi lasciò a casa, solo dopo esserci organizzati per il giorno dopo, saremmo partiti intorno alle nove del mattino e io avrei raggiunto il molo con Michele e Chiara. Prima di scendere dalla macchina mi diede un bacio sulla guancia e anche se innocuo e innocente quel bacio mi fece sciogliere come un ghiacciolo al sole.

Era di MaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora