Capitolo 62

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L'obbligai ad uscire dalla stanza prima di me così da non farci notare, ritornammo all'esterno dove si stava svolgendo il ricevimento. Arrivarono gli sposi accolti da un caloroso brindisi e dall'orchestra che suonava musiche romantiche. La distanza che io avevo imposto a John per quella giornata aumentò quando ci sedemmo ai tavoli, benché sedesse as uno vicino al nostro, mi sembrava fosse lontanissimo da me. Provava ogni tanto ad alzarsi, veniva da noi per un brindisi o una chiacchiera volante, ma niente di più. Approfittai durante il pranzo per spifferare qualcosa a Leila di quello che era successo quella notte. Non avevamo avuto modo di parlare, ne approfittai quando Denise, che sedeva alla mia destra, si alzò dal tavolo.
Cercai all'inizio di parlare in codice ma Leila non era così perspicace da riuscire a capire al volo, alla fine fui costretta a dirglielo esplicitamente "John...io.... Vabbè io e John questa notte abbiamo fatto l'amore.Mi ama veramente e tanto!"
Leila fece un appariscente smorfia di stupore, mandando per storto il goccio di vino che stava bevendo. Di certo non si aspettava così tanti cambiamenti nell'arco di una notte. Mi disse che lei aveva intuito per tutta l'intera giornata precedente che da parte di John ci fosse un interesse reale, dal modo così evidente con cui mi guardava e parlava ma mai avrebbe pensato che fosse innamorato di me, almeno non con quell'intensità. Sentire dalla mia bocca tutte quelle romanticherie la lasciarono senza parole e stupita. Di certo non rimase sorpresa della mia risposta quando mi chiese come era a letto. Era comprensibile la sua domanda, era ovvio che ogni donna guardandolo pensasse la stessa cosa ma io avevo le prove che era ben oltre qualsiasi positiva immaginazione.
Iniziarono varie danze fino ad arrivare alla parte più romantica dove le coppie ballavano. Un sesto senso mi spingeva ad essere prevenuta. Vidi Lucia attraversare l'intera sala per raggiungere il tavolo dove sedeva John. Ogni sua mossa era così scontata, riuscivo sempre ad anticiparla ma non potevo continuare ad arrabbiarmi solo con lei, era con me stessa che dovevo essere furiosa, piuttosto che tenere John stretto, vicino a me, lo lasciavo alla mercé di quella provocatrice.
Ero tesissima, non avrei sopportato di vederli ballare insieme.
Appena arrivò al tavolo di John fu chiaro che non mi ero sbagliata, era quello il suo intento, ballare con lui ma qualcosa di inaspettato che non avevo calcolato lasciò tutti molto disorientati. Lui rifiutò, in maniera gentile ovvio, ma rifiutò, lasciando tutti molto confusi.
Per svagare da quell'imbarazzo, Lucia venne verso di noi cominciando a chiacchierare con Denise, probabilmente perché era l'unica che le dava retta.
John si alzò subito dopo di lei e si avvicinò al nostro tavolo. Lucia cominciò ad atteggiarsi, blaterava che lui stava tornando da lei per chiederle scusa e invitarla a ballare ma non fu così. Venne verso di me, mi prese la mano e io la strinsi forte.
"Scusate vi rubo un attimo la mia ragazza per un ballo!"
Quelle tre parole - la mia ragazza- lasciarono tutti di sasso. Lucia smise di parlare e Denise fece lo stesso, Leila sorrise soddisfatta e il resto del tavolo rimase sbalordito, un po' come gli ospiti degli altri tavoli. Mi sentivo gli occhi di tutti puntati addosso come tanti cecchini pronti a sparare a zero, ma non aveva più nessuna importanza, ero tra le braccia dell'uomo che amavo e che mi amava.
"Perdonami ma io non ce la facevo più. Non ti arrabbiare ma non voglio nascondermi!"
"Si basta, hai ragione"
"Sono così felice che non voglio passare neanche un secondo senza di te!"
Mentre ballavamo stretti mi baciò, un bacio romantico e subito dopo mi sorrise spensierato ma io per l'imbarazzo nascosi il viso nel suo petto.

Era di MaggioOnde histórias criam vida. Descubra agora