Capitolo 57

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Andai fuori, concentrandomi a rimanere in piedi a causa delle mie gambe ancora tremolanti dalla troppa eccitazione. Sotto  il portico trovai Leila indaffarata a preparare caraffe di Spritz.
“Gli hai parlato?”
Mi rimaneva di fare solo spallucce “No, credo che aspetterò domani! Non vorrei rovinare il matrimonio a nessuno se qualcosa andasse storto”
“Giusto! Ma non aspettare troppo che quella lì gli sta con il fiato sul collo!” Indicò Lucia fremente nell’attesa di John, che non tardò oltre. Arrivò in sordina, incosciente del fatto che per lui era del tutto impossibile non essere notato, attirava costantemente l’attenzione di tutte, specialmente quella sera. Aveva lasciato sciolti i capelli ribelli e mossi e indossava una camicia di lino bianca con dei pantaloni blu che cadevano precisi all’altezza della caviglia, il suo profumo di Bergamotto misto a legno e cuoio lasciava il segno ovunque passasse.
Scherzava, parlava con tutti e molto spesso gettava un occhio nella mia direzione e io ricambiavo sorridendogli ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano. Mai come quella sera ci eravamo cercati con quell'insistenza, mai come quella sera avrei voluto far sparire tutti per rimanere solo noi due.
La cena fu confusionaria, nessuno rimase seduto al suo posto, chi mangiava in piedi, chi seduto sui muretti, l’atmosfera era rilassata e divertente tralasciando Lucia che aveva deciso di farmi impazzire. Si ostinava a coinvolgere John in qualsiasi situazione, provò persino ad imboccarlo ma lui non glielo permise, educatamente le fece capire che non c’è n’era bisogno. Mai vista una donna più caparbia di lei.
Finito di cenare Michele con Leila misero un po’ di musica, avevano selezionato una playlist, tra cui anche un po’ di musica latina. Non riuscimmo a trattenerci e incominciamo subito a ballare tra di noi. John era seduto su una sedia e mi guardava attratto dai miei movimenti, seguiva ogni mio passo e io ballai inconsciamente per lui, solo per lui. Mi feci coraggio e lo invita, sembrava mi stesse aspettando perché appena andai verso di lui si alzò immediatamente e prese la mia mano. Sapeva ballare e anche molto bene e quell'eccitazione che mi aveva accompagnato per tutta la serata in quel momento diventò insostenibile da gestire. Cercai di darmi un contegno per camuffare la situazione, non volevo attirare ulteriormente l’attenzione di tutti, ma stava diventando veramente molto difficile. Appena terminò la musica non feci in tempo a riprendergli la mano che Barbie si avventò su di lui, così mi accontentati di continuare a ballare con Leila buttando ogni tanto l'occhio su di loro.
Mi rincuorai solo perché dai suoi atteggiamenti si percepiva che la voglia di ballare con lei era pari a zero.
Per evitare di rimanere come una sentinella a spiarli accompagniai Denise a prendere da bere ma appena terminò la musica Lucia, invadente come sempre, ci seguì. Lo fece apposta, ne fui quasi certa perché appena John fu distante cominciò a parlare di lui con la mia amica facendo finta di ignorarmi. Non diedi retta a nessuna delle sciocchezze che le uscivano dalla bocca ma ad una fui costretta a dare importanza.
“Sai Denise... alla fine chi l’ha dura la vince!”
“Cosa intendi?” Chiese ingenuamente.
“Questa notte avrò qualcuno che mi farà compagnia!” E con lo sguardo Lucia indicò John. 
Vero o no rimasi sconvolta da quell’affermazione.
Evitai di far capire, soprattutto a Lucia, che quella sua affermazione, così convinta e altezzosa mi aveva particolarmente colpito e con una scusa mi allontanai provando a deglutire a ripetizione per cercare di non soffocare dalla rabbia.
Ma Leila che aveva il vizio di controllarmi aveva già capito, osservando il mio minimalismo cambio di espressione che qualcosa era successo. Provò a bloccarmi ma non servì a molto, avevo bisogno di stare sola. Quella maledetta gelosia mi stava logorando e se non avessi trovato un attimo per me, per staccare la spina, probabilmente sarei andata in corto circuito.

Era di MaggioWhere stories live. Discover now