Capitolo 64

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Il matrimonio proseguì nel migliore dei modi anche se eravamo diventati il pettegolezzo del momento, ma c’era d’aspettarselo. John cambiò di posto e si fece apparecchiare al mio stesso tavolo. Mi riempì di gioia il fatto che provò in tutti i modi a conoscere Leila e a farsi conoscere da lei, sapeva quanto fosse importante per me. Fu bello scoprire che lei ricambiava, anche perché se non le fosse andato a genio lo avrebbe dimostrato, non era capace di fingere, ma fortunatamente accettò di buon grado lui e la nostra relazione. Lei stessa mi confidò che in un momento in cui si trovarono soli si era raccomandata di non farmi più soffrire, di essere sincero con me e lui senza esitare la rassicurò. Le confidò senza remore che era realmente innamorato, che non aveva nessuna intenzione di rovinare di nuovo il nostro rapporto e soprattutto lo avrebbe protetto da chiunque, aggiunse che ero diventata il centro della sua vita anzi la sua ragione. 
Finito il matrimonio tornammo subito a Napoli e John mi accompagnò a casa. Non sembrava molto contento di dovermi lasciare, in realtà neanche io ma avevo bisogno di fare una doccia, di sistemare le mie cose, in fondo il giorno dopo saremmo tornati a lavorare. Ci volle molto prima che riuscii a scendere da quella macchina, un po' perché non riuscivo a staccarmi da lui e dai suoi baci, un po' perché lui stesso non me lo permetteva non togliendo le sicure dagli sportelli, alla fine fu inevitabile, ci separammo.
Erano quasi le sette del pomeriggio, Sara era sola in casa. Tentennai un po' ma alla fine le raccontai di me e di John e del fatto che finalmente stavamo insieme. Rimase di stucco, soprattutto perché il giorno prima le avevo detto e ribadito che eravamo solo amici. Mi cominciò a riempire di domande sul futuro, sui nostri progetti ma sinceramente a tutti quei quesiti io non sapevo dare una risposta. L’unica cosa che conoscevo per certo era che lui era mio e io ero sua, per il resto avremmo affrontato tutto a tempo debito, compreso il suo divorzio. Non avevo intenzione di riaprire l’argomento, mi bastava sapere che lei non aveva mai contato niente per lui e che l’unica che avesse mai amato fossi io.
Quando tornò Gennaro mia sorella gli fece un breve riassunto per aggiornarlo, sembrò contento e ne approfittò anche per prendermi in giro con battute del tipo “Ah finalmente abbiamo trovato qualcuno che se la porta via perché se aspettavano che se ne andava da sola stavamo freschi!” Oppure “Se ti fa arrabbiare non ti vengo a difendere, l’ho visto di sfuggita ma è troppo grosso per me!”.
Alle nove precise suonarono alla porta, ero in camera a sistemare le mie cose e lasciai che Sara aprisse la porta.
Era sicuramente per loro, perché nessuno mi venne a chiamare.

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