19. così sarò sempre con te

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domenica 1 novembre

Lo scivolo giallo che si ergeva fiero nella piccolissima radura fra gli alberi si avvicinava di più a ogni passo, come la panchina accanto ad esso, vuota. Non c'era nessuno nel parco all'ora di pranzo e Minho sospirò sollevato. Temeva che qualcuno lo avrebbe preso per pazzo se si fosse inginocchiato a guardare sotto la panchina. L'ansia gli stringeva lo stomaco. Cosa c'era nella busta di cui il ragazzo-scoiattolo gli aveva parlato quella notte di così importante?

Si fermò davanti alla panchina e sorrise, perché l'avrebbe scoperto a breve. Si inginocchiò e iniziò a tastare la parte inferiore della panchina, fino a quando le sue mani non tastarono qualcosa. L'afferrò e tirò, ritrovandosi con una busta azzurra fra le mani. La guardò, il cuore che batteva velocemente all'interno del suo petto e il respiro affannato. Si sentiva inondato da sensazioni che, da un po' di tempo a questa parte ormai, lo assalivano ogni volta che parlava con il ragazzo-scoiattolo, oppure quando vedeva qualcosa che glielo ricordava. In quel momento aveva fra le mani una busta che Quokka aveva toccato e sigillato, e non riusciva a comprendere a cosa fosse dovuta tutta quell'agitazione. Non aveva mai provato niente di così intenso in vita sua.

Si sedette sulla panchina e con le mani tremanti aprì la busta. La prima cosa che i suoi occhi catturarono fu una collana. La prese e la osservò con il cuore in gola. Era semplice – un girocollo di metallo lungo con un ciondolo che raffigurava una farfalla azzurra –, eppure gli sembrava così speciale. Poi si accorse che all'interno della busta vi era anche una lettera. La tirò fuori e la srotolò con gli occhi lucidi, sorridendo nel notare la scrittura disordinata e frettolosa del ragazzo-scoiattolo, completamente diversa dalla sua, precisa e ordinata. Cominciò a leggere.

Ciao Lino! Sono Quokka. Ti starai chiedendo cosa ho appena fatto... Be', me lo sto chiedendo anche io, non preoccuparti. Però avevi detto che non saresti riuscito ad andare al mare da solo, senza di me, no? Quindi ho deciso di farti un regalo. La collana che hai trovato l'ho fatta io – ho semplicemente messo il ciondolo nella catenina, ma vabbè. Mi piacciono molto le farfalle, sai? Sono così belle! E l'azzurro è il mio colore preferito, se non si fosse capito.

Comunque, portala con te. Indossala sempre, hm? Soprattutto quando andrai al mare, così, come la collana, anche io sarò con te. Non sarai solo, Lino.

Scusami, non sono bravissimo con queste cose perché, come sai, mi imbarazzo facilmente (a differenza tua, birichino!), però spero che tu capisca, con questo piccolo gesto, quanto io tenga a te. Grazie per essere stato fastidioso quando non volevo parlare con te. Ti voglio bene e spero davvero che tu possa essere felice, in un modo o nell'altro.

Dal tuo adorato Quokka. ❤︎

E nemmeno un'ora dopo Minho stava correndo verso la spiaggia, la collana del ragazzo-scoiattolo che rimbalzava sopra la felpa. Si tolse le scarpe e affondò i piedi nella sabbia fredda, ma non si fermò e continuò a camminare fino a che si trovò faccia a faccia con il mare, instancabilmente eterno. Le sue onde continuavano a muoversi, a scontrarsi con la battigia e tornare indietro, per poi riprovare con molta più forza. Il cielo era plumbeo, coperto da nuvole pesanti che rendevano il mare più scuro di quanto fosse in realtà, e qualche uccello volava veloce per rifugiarsi in un albero: il vento si stava facendo troppo violento per loro.

Ma non per Minho. Lui era lì, in piedi in mezzo alla spiaggia vuota, e si lasciava schiaffeggiare dal vento che animava il blu notte infinito del mare. Era immobile e osservava l'acqua e le onde che si aggrappavano alla sabbia. Peccato che la spiaggia non fosse abbastanza per farle rimanere, quindi ecco che tornavano indietro. Ma non si arrendevano, mai. Anzi, quando si aggrappavano alla battigia di nuovo, dopo essere scivolate via, lo facevano con più potenza.

ikigai ; minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora