24. i will love you either way

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martedì 10 novembre

Minho si sedette accanto a Jisung, nonostante il tavolo fosse completamente vuoto dato che i loro amici si erano fermati a chiacchierare con una cameriera. Mentre li aspettavano, tirò fuori il proprio quaderno e rimase a osservare quello che aveva scritto la notte prima. C'era qualcosa che non tornava, ma finché non avesse provato la coreografia non sarebbe riuscito a capirlo. Avrebbe voluto presentarsi agli allenamenti di quel pomeriggio con qualcosa di più di una semplice bozza, ma si era fermato a un punto morto proprio nella parte più importante.

Jisung guardò curioso le pagine del quaderno. «Che cos'è?» gli domandò, le sopracciglia aggrottate nel vedere tutte quelle linee disegnate a matita e dei nomi francesi scritti frettolosamente.

Minho sospirò. «Sto cercando di scrivere una coreografia per una gara... anche se non ho ancora deciso di partecipare» spiegò e si passò una mano fra i capelli. «Ma c'è qualcosa che non torna, proprio nel momento in cui la canzone si fa più triste e incalzante.»

Jisung annuì piano e avvicinò la propria sedia alla sua. «Su quale canzone ballerai?»

«It'll be okay, di Shawn Mendes.»

Jisung rimase in silenzio per qualche secondo. Minho si voltò a guardarlo e trovò i suoi occhi fissi sul suo viso. «Allora, non mi intendo di danza, però... se vuoi, puoi farmela vedere e cercherò di darti una mano» propose Jisung abbassando lo sguardo, le guance rosse. «Insomma, alla fine devi piacere a un pubblico, no?»

Minho sentì il cuore perdere qualche battito e un sorriso sincero piegò le sue labbra. «Lo faresti davvero?» chiese, leggermente sorpreso.

Jisung lo guardò con un po' di paura negli occhi. «A te piacerebbe se lo facessi?»

«Lo apprezzerei tanto, Ji!» esclamò, quasi urlando, e lo abbracciò di slancio. «Grazie!»

Jisung rise. «Di nulla, ma cos'era questo "Ji"?» gli chiese, mentre veniva strattonato avanti e indietro dalle braccia di Minho, così euforico da non riuscire a stare fermo. La sua offerta gli aveva letteralmente risollevato l'umore.

«Non lo so! Lo chiamerò il soprannome della felicità!» esclamò, appoggiando il mento sulla spalla del minore. Aveva un buon profumo: sapeva di vaniglia, o comunque qualcosa di dolce, come lo era il suo carattere e il suo modo di fare.

«Ragazzi, cosa succede qui?»

Minho si staccò da Jisung e si alzò in piedi, voltandosi verso Chan con un sorriso che urlava felicità. «Chan! Parteciperò a una gara!» esclamò.

Hyunjin urlò e lo abbracciò, cominciando a saltare. «O-Oh Dio!» urlò, senza riuscire a trattenere le lacrime. «Sono così felice!»

I festeggiamenti si conclusero quando una delle cameriere li raggiunse, chiedendogli di smettere di fare tutta quella confusione, altrimenti avrebbero dovuto cacciarli dal locale. Stavano disturbando i loro clienti. Senza smettere di sorridere e di parlare in modo concitato – questa volta senza urlare, però – si sedettero al tavolo.

«Jisung, tutto bene?» gli domandò Felix, con le sopracciglia aggrottate. «Hai le guance rosse. Sicuro di non avere la febbre?» Allungò una mano per toccargli la fronte. «Sei anche caldo...»

Jisung, se possibile, arrossì ancora di più. «N-non è niente!» squittì, imbarazzato, lanciando un'occhiata veloce a Minho, che lo guardava preoccupato. «Mi faceva caldo, poi Minie mi ha abbracciato e ha iniziato a scuotermi quindi mi sento scombussolato.»

Minho aggrottò le sopracciglia. «Minie?»

Jisung lo guardò con un sorrisetto. «Il soprannome della felicità» spiegò e Minho sentì qualcosa muoversi nel suo petto.

ikigai ; minsungWhere stories live. Discover now