22. sarò qui, nel nostro posto sicuro

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Minho spense la luce e si lasciò cadere sul letto con un sorriso. Ripensò a tutto ciò che era successo quel giorno: a Jimin che scoppiava in lacrime mentre lo abbracciava, a loro due che parlavano di tutto e di più davanti a un'aperitivo, alla cena a casa sua in compagnia di Taehyung e poi alle due ore che avevano passato a ballare insieme nel suo studio, senza pressione e pensando solo a divertirsi. Avevano inventato coreografie stupide, dettate solo dall'enfasi del momento e dalla felicità di ballare insieme dopo due mesi che erano sembrati un'eternità.

Quel giorno Minho aveva capito quanto la danza fosse importante per lui ed era deciso a non lasciarla andare mai più. Avrebbe lottato per riprendere a credere in se stesso e in ciò che poteva fare. Avrebbe lottato per lasciarsi alle spalle chi non credeva in lui. Avrebbe lottato per se stesso, solo ed esclusivamente per se stesso e per la propria felicità, e avrebbe vinto.

E poi c'era lui, il ragazzo scoiattolo. Al solo pensiero sospirò, sconfitto. Cosa avrebbe dovuto fare? Gli mancava da impazzire. Non riusciva a credere di essere sopravvissuto senza di lui per quattro giorni. Forse erano i messaggi che spesso si ritrovava fra le notifiche a fargli sentire meno la sua mancanza. Tuttavia, quel giorno gli aveva scritto alle sei del mattino e poi non l'aveva più sentito. Non aveva dato molta importanza a quel dettaglio – pensava che fosse impegnato – fino a quel momento, quando iniziò a preoccuparsi. E se fosse stato male?

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quokka_
attivo 18 ore fa

hai trovato un modo per uccidermi?

Non era sicuramente il modo migliore per cominciare una conversazione dopo essere scomparso per giorni interi, ma non sapeva cos'altro fare. Non capiva proprio come doveva comportarsi per far sì che i suoi sentimenti non si ingrandissero ancora di più. Temeva le cose che il ragazzo-scoiattolo gli faceva provare e, come un codardo, era scappato, incapace di accettare qualcosa più grande di lui. A volte gli mancava il respiro nell'accorgersi quanto il ragazzo-scoiattolo, con il suo carattere ribelle, le risposte sempre pronte e le offese sulla punta della lingua, gli fosse mancato. Gli mancava stuzzicarlo, prenderlo in giro fino a ricevere un sincero "vaffanculo", ridere nel metterlo in imbarazzo, ascoltare le sue paranoie o le sue idee matte a notte fonda. "E se nuotassi nel fiume Han in questo momento?", gli aveva scritto alle due di notte mentre parlavano di cheesecake. Minho non aveva mai riso così tanto nella sua vita.

La suoneria del telefono lo fece sobbalzare. Si fece coraggio e prese il cellulare fra le mani. I suoi occhi si riempirono di lacrime. Non aveva scuse o giustificazioni: era semplicemente stato uno stronzo. Ma in fondo lui l'aveva avvertito ogni tanto. Gli aveva detto che non era la bella persona che il ragazzo-scoiattolo pensava quando non era occupato a offenderlo; gli aveva detto che era egoista; gli aveva detto che sbagliava sempre. Si era mostrato per chi era davvero e l'avrebbe perso, ne era certo. Non gli sarebbe andato bene, ma si sarebbe dato la colpa da solo. Forse gli uomini non erano destinati ad avere più di una cosa che li facesse stare bene. Forse adesso che aveva ritrovato la danza, Minho avrebbe perso il ragazzo-scoiattolo.

quokka_
attivo ora

spero tu stia scherzando.

anzi, nemmeno quello. mi verrebbe
voglia di picchiarti comunque.

scusami...

di cosa ti scusi, esattamente?

di essere scomparso totalmente
dalla mia vita all'improvviso?

di non avermi fatto sapere niente
di te facendomi preoccupare?

di essertene fregato completamente
di me per quasi una settimana?

ikigai ; minsungWhere stories live. Discover now