SENZA NESSUNA PAURA

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ANCHE QUANDO DORMIAMO VEGLIAMO L'UNO SULL'ALTRO

Anche quando dormiamo vegliamo l'uno sull'altro

E questo amore più greve del frutto maturo di un lago.

Senza riso e senza pianto dura da sempre.

Un giorno dopo l'altro una notte dopo di noi. 

(Paul Éluard)

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Rafe sospirò aprendo gli occhi assonnati, percepiva un gran dolore ai fianchi e alla schiena, fitte che lo fecero gemere di gioia. Per tutta la notte il suo italiano lo aveva amato esaudendo ogni  desiderio o bisogno, non badando ai momenti di sofferenza o al fastidio, perché il piacere era stato travolgente. 

Appoggiò la testa sul torace di Ludovico, che subito iniziò ad accarezzargli i capelli scompigliati. La loro forzata solitudine gli aveva impedito di andare da un barbiere e, naturalmente, era impossibile farlo venire a casa loro. Nessuno doveva sospettare che il Conte Ludovico Valguerra fosse ospite fisso nella residenza di Rafe. Pertanto, i due assomigliavano a dei bellissimi selvaggi, del tutto fuori moda, ma malgrado ciò affascinanti. 

Le labbra di Rafe si mossero un poco, da quando aveva conosciuto il compagno sorrideva spesso... Un'altra magnifica magia, un altro regalo divino, dopo anni di dolore acuto e tristezza. Essere sodomita non era semplice specie se si doveva combattere contro la legge della chiesa e dell'uomo, sicché la loro relazione poteva diventare un'arma pericolosa capace di distruggere le rispettive vite. 

Il dandy mise una mano al fianco di Ludovico, contento che non soffrisse. Per mesi aveva temuto che l'agguato di cui era stato vittima portasse con sé delle conseguenze, ma grazie a Dio si era ripreso in fretta e, in quel momento, erano diventati una vera coppia, un unico essere pensante, una famiglia.

«Sei troppo silenzioso!»  

Rafe alzò il volto per osservare Ludovico che aveva appena parlato e, con serenità, scosse la testa.

«Sono sfinito...», non era vero, ma l'espressione dell'italiano, un misto di ansia e orgoglio, valeva il prezzo di una piccola bugia.

«...La prossima volta cerca d'essere meno esigente.»

«Mai!», Ludovico rise forte e il Sole filtrò dalla finestra aperta. 

Londra si era tinta di bianco, un alto manto di neve aveva invaso, in modo del tutto inaspettato, la città pur essendo quasi primavera, rendendola ancora più caotica ma oltremodo magica. 

Rafe osservò i tetti delle ville che circondavano casa loro e un ulteriore sospiro di felicità l'invase... Infine, pensava alla sua dimora come alla residenza di entrambi, perché niente e nessuno li avrebbe più separati.

Mentre sognava una vita felice assieme al suo italiano, l'uscio della camera si aprì... Gli occhi di Rafe si spalancarono per lo stupore, sopraffatti dalla passione la notte precedente si erano dimenticati di chiudere a chiave la porta della camera da letto principale. 

Rafe sentì il corpo dell'amante diventare rigido, ma non poteva girarsi a guardarlo. Tutta la sua attenzione era sulla giovanissima cameriera che reggeva un vassoio pieno di cibo, e il maggiordomo dietro di lei. Il senso di pericolo si mise subito "in moto" costringendo i due ad apparire più tranquilli di ciò che in realtà erano.

Nel Corpo di Un Uomo ( un racconto di Ludovico e Rafe)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora