NON TI LASCIO

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LA VOGLIA DI BACIARTI

La voglia di baciarti in qualsiasi situazione,

in qualsiasi posto,

in mezzo a qualsiasi folla, a metà del discorso davanti a qualsiasi persona, a qualsiasi ora...

È estenuante. 

Sfiancante.

 Mi divora...T

i prego, fa che non mi passi mai.

(Sofocle)

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Rafe si diresse alla residenza di Ludovico, la voglia di parlare in modo razionale ed educato, passo dopo passo, si era trasformata in una strana furia, in una tempesta di frustrazione e paura che presto avrebbe avvolto entrambi. Conosceva alla perfezione tutti i suoi difetti, ma grazie a Ludovico e agli amici acquisiti, conosceva anche il bello di sé. 

Stava imparando ad accettare la parte scura, folle, della sua esistenza, sapeva che certe cose non si potevano cambiare, tuttavia aveva compreso che accogliere l'inevitabile faceva parte della vita. Grazie al suo rapporto con Ludovico si stava riprendendo da un destino di dolore e vergogna. 

Una leggera acquerugiola iniziò a cadere e, senza rendersene conto, si ritrovò a piangere mischiando il salato delle sue guance con il dolce delle gocce di pioggia. 

Il dandy si fermò d'improvviso non avendo preso la carrozza, era uscito di casa mettendosi a correre diretto verso il suo futuro... Perché una cosa era certa, in mezzo alla pazzia che viveva... Non avrebbe mai rinunciato al suo amore. 

Con il fiatone, i vestiti zuppi, le mani e il viso gelati, il cuore che pulsava a ritmo selvaggio, sollevò il volto verso il cielo. La Luna era oscurata da enormi nubi nere e minacciose, eppure l'uomo sapeva che, appena il cielo si fosse deciso a rischiararsi, gli astri sarebbero tornati visibili, bisognava solo attendere che il fitto e ghiacciato temporale cessasse. Il respiro gli usciva a piccole onde di vapore dalla sua bocca, mentre attorno a lui il mondo sembrava aver finito di esistere, e mille incoerenti pensieri gli si attorcigliavano nella mente...

«Non mi fermerò mai! Mai...», Rafe sussurrò la frase, che si perse in nuvole di nebbia di fronte a lui, cosciente che quella sera si sarebbe deciso del suo destino. Non era più il bambino remissivo, sperso di qualche mese prima e neppure il figlio deriso, fonte di biasimo. In quell'attimo si sentiva forte, determinato, quindi avrebbe lottato per ottenere ciò che bramava, ciò che meritava. 

Rafe era determinato a trasformarsi in un gladiatore pronto a giocarsi la vita. Abbassò il volto serrando gli occhi, stringendo le mani fredde a pugno e, un'ulteriore verità lo invase, stordendolo: avrebbe rinunciato al titolo, alla famiglia, alla patria... A ogni cosa, ma non a Ludovico o al loro amore, perché il "pirata" italiano era la vita. 

Ludovico gli si era radicato nel cuore, poi nell'esistenza, trasformandosi in una necessità. 

Rafe non esisteva senza Ludovico... 

Ludovico non aveva senso senza Rafe, e il resto... Che andasse a farsi fottere! 

Infine felice, con la mente lucida, iniziò a correre diretto alla casa dell'uomo che amava, deciso a riempirlo di ceffoni fino a quando non si fosse convinto a fuggire con lui...

Nel Corpo di Un Uomo ( un racconto di Ludovico e Rafe)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora