Nuovo inizio

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Cassio non perse tempo a reagire, fu come se nell’istante di quel bacio in lui fosse scattato un interruttore.

Lo prese per i fianchi e avvicinò i loro corpi sinché non furono premuti insieme. Schiuse le labbra e lo baciò con foga, affamato, come se quel minimo tocco da parte di Davide fosse bastato a fargli perdere ogni freno e stesse seguendo il suo istinto senza più controllarsi.

Iniziò ad avanzare e Davide arretrò, lasciandosi baciare con tutta la rabbia che aveva dentro, accompagnandolo e guidandolo con i respiri che iniziavano a farsi affannosi e il sangue che defluiva dal cervello alzando la temperatura corporea.

Camminarono in quel bacio totalizzante sino alla camera da letto, interrompendolo solo quando Cassio gli sfilò la maglia, le mani di Davide già sui bottoni della camicia dell’altro, in una furia cieca e sorda, solo il suo cuore che gli batteva sino in gola, il fiato mozzo, le orecchie che ronzavano e il calore delle sue labbra.

A Davide sembrava di essere stato travolto da un uragano, un grandioso, meraviglioso uragano che lo consumava e gli annebbiava la mente, cancellando tutto quello che stava fuori da quella stanza.

Si ritrovò sul letto senza neanche accorgersi di come ci era arrivato, Cassio sopra di lui che continuava a spogliarlo e a toccarlo, baciandolo come se non potesse averne abbastanza. Anche Davide sentiva di non averne abbastanza, l’unica cosa che la sua mente riusciva a gridare era ancora, ancora, ancora, dammene ancora, mentre la sua schiena si inarcava verso l’alto per ottenere quel po’ di frizione, di contatto che cercava.

Si separarono, ansimanti, e Cassio si erse su di lui guardandolo con incredulità e quello che sembrava un purissimo, disarmante senso di adorazione.

“Fatti guardare,” disse, come sempre. “Sei bellissimo.”

Davide, ancora col fiato mozzo, non riuscì a trattenere un sorrisino. “Come il dio Apollo?”

Cassio sgranò gli occhi e le sue guance si tinsero di rosso più di quanto già non lo fossero. “Ti odio,” disse, a mezza voce.

“Non è affatto vero,” rispose Davide, col tono cospiratorio di chi confessa un segreto. “Vieni qui,” disse, afferrandolo per le spalle e tirandolo giù verso di lui, alle sue labbra pronte ad accoglierlo.

Un istante e un’eternità dopo, che approssimativamente equivalsero al tempo di un’ora, Davide si ritrovò su quel letto, nudo ed esausto, svuotato da ogni energia e col petto gonfio di calore

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Un istante e un’eternità dopo, che approssimativamente equivalsero al tempo di un’ora, Davide si ritrovò su quel letto, nudo ed esausto, svuotato da ogni energia e col petto gonfio di calore.

Cassio gli stava accanto, girato su un fianco, lo guardava con gli occhi di quando stava per sparire dopo la missione, con la paura in volto di chi era sicuro che da un momento all’altro sarebbe scomparso.

Davide allungò la mano verso di lui e gli sfiorò lo stomaco, sentendolo tremare a quel tocco. Fece risalire le dita sul suo petto, su quella pelle calda e intonsa, su cui nulla avrebbe mai lasciato un segno. 

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