Capitolo 40

30 4 0
                                    

Entro in quel palazzo enorme e che emana lusso sfrenato da tutte le parti.
In questo posto non c'entro nulla.
Salgo  le scale di corsa e con lo zaino in spalla busso alla porta dell'ufficio di white.
Mi fa entrare e lo trovo nella sua sedia girevole in pelle  nera mentre esamina qualche documento.
Mi guarda e mi sorride,sa benissimo che quello alla televisione ero io e sa benissimo che se sono in questo palazzo di merda è solo perché ho portato qualcosa, non mi siedo nemmeno e resto in piedi davanti a lui che mi esamina cercando di capire cosa ho dentro allo zaino.
Daniel non è venuto non perché non volesse ma perché sto evitando i miei amici da  giorni.
Dopo aver parlato con Micol mi hanno riempito di chiamate e non sono tornato a casa perciò non ho visto né Daniel né mia sorella.
Appoggio i due Rolex sulla scrivania e non menziono la mazzetta che Daniel ha trovato perché so che quei soldi gli servono quanto servono a me.
So che se ci scopre siamo nella merda ma preferisco non dirlo.

"Bene, ottimo lavoro, questi li tengo io prossima settimana ti arriverà il pagamento, ci sono altri lavori da fare ma può bastare" lo guardo con disprezzo perché so che è solo grazie a white se lui ha trovato casa mia e l'ha messa sotto sopra.
Sospiro cercando di mantenere la calma, annuisco per quello che ha detto e me ne vado da quel palazzo di merda.
Salgo in moto e parto perché tra meno di un'ora ho scuola e non posso saltare un'altro giorno. Parcheggio la moto davanti a scuola e mentalmente penso a come cazzo faccio a evitare i miei amici per tutto il giorno.
So che se vedono che non è giornata non mi verranno a parlare e so anche che probabilmente maggie è incazzata perché ho fatto soffrire la sua migliore amica, ma i miei problemi in questo momento sono più gravi di una ragazzina che soffre e questo maggie lo sa.
Questo non giustifica quello che ho fatto ma non posso permettermi di pensare ancora a lei.
Mi appoggio alla moto e accendo una sigaretta,faccio un tiro mentre mi guardo intorno,non mi interessa la predica che mi faranno e non mi interessa se saranno incazzati con me, devo solo pensare ai veri casini e non a stronzate, faccio un tiro dalla sigaretta e fisso quella che ormai è cenere sul pavimento.
"Credi che evitarci per due giorni sia la soluzione?" mi volto trovando Daniel che mi fissa, so che lui non è incazzato perché sa le vere ragioni per cui li sto evitando.
Ok in parte è perché ho fatto lo stronzo con Micol ma quella è una minuscola parte, la realtà è un'altra e io non ho assolutamente voglia di affrontare il vero problema.
Lui mi guarda "andiamo farai così per tutta la settimana? manca anche a me ma non puoi fare il depresso e trattare di merda Micol solo perché così hai una scusa per evitarci, so bene che lhai trattata così perché ti senti in colpa" cazzo mi conosce troppo bene, alzo gli occhi al cielo.
"Mag vuole staccarti la testa"
"lei come sta?"
"so che non sta al massimo, l'ho vista poco perché stava sempre in camera di maggie e io sono stato a casa tua" sbuffo, ho fatto un enorme cazzata ma alla fine è anche per il suo bene.
Maggie in lontananza corre verso di me, appena è vicina si butta fra le mie braccia, non mi aspettavo che mi abbracciasse.
"Ehi? va tutto bene?"
"stronzo non evitarmi più" le accarezzo i capelli viola
"scusa melanzana"
"devi parlare con lei non puoi trattarla così solo perché ti senti in colpa o perché hai dei complessi mentali tu" la guardo male ma continuo a abbracciarla.
Odio il contatto fisico, ma con maggie è diverso.
"Mi odia già quindi non c'è bisogno di risolvere niente e poi in questo momento ho altro a cui pensare e mi spiace per la ragazzina ma non devevo nemmeno baciarla"
"e allora perché lo hai fatto più di una volta?" la guardo, e non voglio dirle una cazzata ma non voglio nemmeno ammettere perché l'ho fatto.
"Perché si" sbuffa.
"Non iniziare con la storia del perché si" alzo le spalle e appena suona la campana entriamo in classe, maggie ha detto che ha l'ora di letteratura insieme a me e cazzo posso solo pregare che non mi rivolga la parola perché io in una stanza con lei posso solo pensare a cose sconce o a baciarla e se lei mi rivolge la parola sarà tutto più difficile.

nel modo in cui brillano le stelle Where stories live. Discover now