Capitolo 51

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Guardo il motore della moto sdraiato sul pavimento, ho tolto la felpa per evitare di sporcarla e sono rimasto a petto nudo.
I ragazzi e la madre e la zia della ragazzina sono il salone a parlare e mi viene da ridere se solo penso che Daniel e Liam si devono subire tutti i gossip.
Il padre di micol invece è qua con me che continua a osservarmi mentre aggiusto la sua moto.

"Credi che riesci a farla partire?"
"non so se sua figlia le ha detto qualcosa ma sono abbastanza bravo in queste cose"
"ah si? e da chi hai imparato?"
"da solo in verità, aggiustavo le macchine dei vicini così che mi pagassero e ci ho preso la mano" "ammetto che somo sorpreso, quando mi hai detto che sei nei quartieri poveri ho subito pensato che tu fossi un delinquente, sai uno di quei ragazzi che nella vita non conclude niente, invece no" non rispondo.
So di essere un delinquente ma lo sono diventato semplicemente perché non avevo scelta, lui  è nato nella ricchezza e cazzo probabilmente ha ragione non concluderò nulla nella mia vita ma intanto sono stato rispettoso non giudicando  dalla copertina, mi concentro sui motori non pensandoci.
"Cazzo che caldo"
"ei, vi va un pó di acqua? avrete sete" la voce della ragazzina mi porta alla realtà, si ferma guardandomi.
Sorrido ma non faccio battute come mio solito essendo davanti a suo padre, mi passa il bicchiere e bevo tutto in un sorso.
"Come sta andando?" "non lo so chiedi a Andrew io non capisco niente di questa roba" torno a guardare il motore
"passami la chiave" "questa?"
"no" "quale?" "non fa niente, mic tieni stretto il tubo" mi alzo e prendo la chiave "ok probabilmente ti sporcherai"
"grazie per avermi avvertito prima" "togli la mano" la sposto cercando di non farla macchiare di nero ma è inutile perché è completamente ricoperta di olio "che schifo" comincio a ridere nonostante anche io sono ricoperto d'olio.
"C'è la mia felpa sul tavolo cambiati" "ragazzi vi lascio qua devo andare tua madre mi ha chiamato" annuiamo mentre lui esce dal garage "adesso che mio padre non c'è vuoi dirmi cosa cavolo ti sei fatto alla pancia?" guardo il punto che indica con un dito e alzo le spalle "direi di no" "almeno ci hai dato qualcosa?" "tipo cosa" "una pomata idiota" "ah, no" "dai vieni con me" "tua madre mi uccide se entro in casa così è poi non vorrei dire ma sei ricoperta di olio anche tu" "senti finisci di fare quello che devi e poi vieni con me" "e dove vuoi andare?" "vedrai" "tuo padre non mi ha dato le chiavi, crede che gli fotto la moto?" sorride "quello che sto per fare non dirlo a tuo padre magari" unisco I fili e faccio partire la moto nel vialetto, subito dopo torno in garage e parcheggio "d'accordo, funziona"
"io -" "tu non hai visto niente" la parte che ho imparato a aggiustare le macchine grazie ai vicini è in parte vera.
Le macchine ai vicini non le riparavo ma si può dire che le prendevo in prestito.

"Ora tu vieni con me" mi fa entrare in casa e arrivati in sala sua madre ci guarda "santo cielo che avete combinato" "la moto funziona" rispondo tranquillamente.
"Io non ho parole" "tranquilla mamma ci vediamo tra un'ora" salgo le scale insieme a lei e sorrido quando noto che andiamo in bagno.
"Non pensare male" "troppo tardi" sbuffa e mi fa sedere sulla vasca
"stai fermo e non ti muovere" la guardo mentre si abbassa e guarda il mio addome "ok, ora però non urlare" "perché dovrei url-" preme una mano sull'addome e mi guarda male mentre urlo "ti avevo detto di non urlare" io la guardo e sto per dirle che mi viene da vomitare ma non faccio in tempo perché corro verso il cesso e vomito.
Mi tiene i capelli  e mi mette una mano dietro alla schiena accarezzandola.
Finisco di vomitare poco dopo e mi siedo ancora sulla vasca.
"Beh ti ringrazio per avermi fatto vomitare"
"non è una reazione normale, ma può capitare" "in quali casi" "nei casi in cui l'organismo è abituato a farlo" sbuffo "dammi questa crema e finiamola qua" lei mi guarda e so che vorrebbe saperne di più ma non ho proprio voglia di parlarne "ti fa male se ti tocco qua?" faccio una smorfia e annuisco, prende un barattolo di qualcosa e mi massaggia l'addome.
"Se non mi facesse male probabilmente sarei felice di quello che stai facendo ma in questo momento vorrei amputarti la mano" "gentile da parte tua" "non c'è di ché" mi alzo e guardo la ragazzina che si toglie la felpa "non fraintendermi mi piace tutto ciò ma che stai facendo?" "mi tolgo questa roba" annuisco e la guardo "hai un  qualcosa da prestarmi?" "lavati nel frattempo vado a prenderti qualcosa, aspettami qua" annuisco.
Mi bagno le mani con l'acqua e le passo sulla mia faccia sporca d'olio, poco dopo Micol torna con una felpa bianca e con dei pantaloni della tuta neri "a chi sto fottendo i vestiti?" "a mio cugino" "se si incazza darò la colpa a te" annuisce e io la guardo "come cazzo hai fatto a fottermi quella Felpa?"
"tutto merito di maggie"sbuffo
" quella ragazza ha tutto il mio armadio " sorride
" andiamo giù? " annuisco e scendo le scale con lei, Daniel mi guarda, mi siedo affianco a lui.
" Che hai? "
" stanotte devi incontrarlo"
"non mi sembra il luogo adatto per parlarne" annuisce e torna a parlare con Liam.
"Allora la mia moto come va?"
"bene, la può far partire funziona" "come fai a saperlo?""se non si fida può provarla" dico alzando le spalle "secondo me sei troppo menefreghista"dice la madre di mic"secondo me lei deve imparare a tenere le sue opinioni per sé" "sei un impertinente, impara a avere rispetto per le persone più grandi, i tuoi genitori dovevano educati meglio" "sono io quello che devo imparare cos'è il rispetto? è lei che ha quarant'anni ancora non ha capito che deve farsi i cazzi suoi e che continua a giudicare, le sue opinioni può mettersele su per il suo culo lussuoso"
"drew" "sa che penso io invece? penso che lei mi ha giudicato dall'inizio, solo perché ero nello stesso letto di sua figlia, e non me ne frega un cazzo di quello che lei pensa di me, ma deve saper dosare le parole quando parla dei miei genitori che nemmeno conosce, ha capito o le devo fare un disegnino?" mi guarda sconvolta, probabilmente perché nessuno nella sua vita le ha mai risposto così, non me ne frega un cazzo se è la madre di Micol e se lei ora è incazzata con me per come le ho risposto,ma ha insultato I miei genitori che per quanto facciano schifo non li conosce e non può permettersi di parlare così di loro.
"Siamo a posto così, Micol tienitelo stretto e non farlo scappare, ha le palle di rispondere alla mia provocazione, mi piace" la guardo perplesso "che sta dicendo" "non mi sarei mai permessa di giudicare i tuoi genitori o te, semplicemente volevo capire se eri all'altezza di mia figlia, non volevo che si trovasse un ragazzino che non sa difenderla e tu sai farlo, ti ho solo messo alla prova" "peccato che io e sua figlia non stiamo assieme" "oh, questo è da vedere" "tutto sto teatrino per questo?" annuisce e io sbuffo, ho bisogno di una sigaretta.
"Noi dobbiamo partire, non riusciamo a cenare assieme ma è stato un piacere, ci si vede Andrew" sorridono entrambi, mi avvicino alla ragazzina.
"I tuoi sono strani" "ne sono consapevole" "bene ragazzi, io ho un appuntamento perciò sloggiate" ridiamo quando la zia di Micol ci caccia da casa sua, salgo in moto.
"Andiamo da Carlos?"
"non vedo quell'uomo da anni mi manca" "perfetto ci si vede là"
la ragazzina sale sulla moto e si stringe a me subito dopo aver tolto il casco, sorrido e parto.
Sentire lei che mi stringe a se mi provoca una sensazione di tranquillità mentre il vento ci viene incontro, parcheggio la moto davanti al locale e faccio scendere la ragazzina prima di me, raggiungiamo gli altri e entriamo dentro.

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