Capitolo 72

25 2 0
                                    

Sono le sei di sera, continuo a essere seduto su quello sgabello e credo di essere ubriaco.
Nonostante sia la vigilia è affollato, guardo Carlos che non la smette di tenermi d'occhio, alzo gli occhi al cielo e ordino un'altro bicchiere.
Una ragazza bionda con un top striminzito si avvicina a me.
"Sei qua da solo?" "no" "eppure non c'è nessuno qua" "hai problemi di udito? ti ho detto che sono qua con una persona smetti di rompere i coglioni e vai a fare la troia da altre parti" mi guarda male ma si siede comunque affianco a me  "non mi offri da bere?" "no" "andiamo non fare il timido lo so che ti piaccio" faccio una smorfia "la ragazzina è molto più bella di te" "chi è questa?" "te ne vai?è chiaro che non mi interessi quindi levati" sbuffa e se ne va via.
Bevo e l'alcool mi brucia in gola "la ragazzina eh?" sbuffo guardando male Carlos "non ti ci mettere, piuttosto versamene altro" "il massimo che ti verso sarà un bicchiere di coca cola, per oggi hai bevuto abbastanza" "fanculo" "ti rendi conto che hai rifiutato una ragazza?" annuisco "quella era una troia" "da quando è un problema per te se una ragazza è una troia?" alzo le spalle "non mi faccio problemi ma sono preso da altro ora" "tipo?" alzo lo sguardo su di lui "non farmelo dire" sorride "Micol?" "no" "cazzo non ci credi nemmeno tu" "ho la testa altrove e no Micol non c'entra" "quindi non sei andato a scopare con la ragazza perché hai troppi pensieri?" "non ho voglia di scopare con lei" "e con chi" alzo le spalle, sorride quando capisce  di chi parlo.

"Io chiamo tua madre" "per quale ragione?" "hai diciassette anni e stai bevendo se entrano gli sbirri mi fanno chiudere" "non ti sei mai fatto problemi per darmi da bere e comunque siamo in un quartiere di merda guardati intorno in questo bar l'unico adulto qua sei tu" "rimane il fatto che se mi fanno chiudere ti ammazzo" "sai mia madre mi ha fatto due gambe so correre se arrivano gli sbirri me ne vado" alzo le spalle fregandomene perché ora è l'ultimo dei miei problemi
"come pensi di correre? non ti reggi nemmeno in piedi" alzo il medio verso Carlos e mi appoggio al bancone, si volta verso il telefono e lo prende in mano "non verrà a prendermi Carlos non gli importa"alza gli occhi al cielo e compone il numero e chiama, faccio per alzarmi ma ormai lei ha già risposto "cazzo" "salve, signora Jones?" aspetta che mia madre risponda "si, emh sono Carlos non so se si ricorda di me, in ogni caso suo figlio è qua ed è ubriaco non voglio problemi nel mio bar riuscirebbe a venirlo a prendere?" mi guarda con un ghigno e io gli mimo un vaffanculo "si, lo so che è la vigilia ma -" si ferma perché probabilmente mia madre lo ha interrotto "d'accordo, arrivederci e scusi per il disturbo" riattacca e si appoggia al bancone, fa una smorfia. "Che ti ha detto?" "che puoi restare qua e che se dai fastidio di chiamare un taxi e mandarti a casa" "indovino poi ha detto, è la vigilia di natale al momento sono occupata non ho tempo per venire a prenderlo" annuisce e io sorrido "che ti dicevo a mia madre non frega un cazzo" "mi spiace Andrew" "per cosa? è normale chi ha voglia di andare a prendere il figlio ubriaco alla vigilia di natale?" lui aggrotta le sopracciglia "quale madre lascia il figlio diciassettenne in un bar da solo quando non si regge in piedi? cazzo non è preoccupata?" "sono indipendente e so cavarmela da solo, lei questo lo sa" "non è una ragione valida" "me ne fotto se non è una ragione valida è sempre stato così e io me ne sono fatto una ragione" apro il portafoglio lasciando i soldi sul bancone e faccio per alzarmi ma lui mi ferma "ti chiamo un taxi" lo guardo male ma lui lo chiama comunque e aspetta con me fino a quando non arriva.
Il taxi parcheggia davanti al palazzo, pago il taxista e salgo le scale cercando di non cadere.
Arrivo davanti alla porta mentre cerco di infilare la chiave ma sono troppo ubriaco e non ci riesco "fanculo" tiro dei pugni alla porta, forse per sfogarmi ma ottengo solo il male alla mano e le nocche sanguinanti.
Sbuffo e mi concentro sulla serratura che dopo tanti tentativi riesco ad aprire, entro in casa e mi butto sul divano, chiudo gli occhi e provo a dormire ma la mia mente ha lei e i suoi occhi azzurri come pensiero fisso.
                                   *
Mi risveglio con un senso di nausea che mi fa correre in bagno e vomitare tutto l'alcool che ho ingerito poche ore prima.
Stringo la tavoletta del cesso come fosse l'unica cosa che contasse in questo momento.
Mi sciacquo la bocca e torno a sedermi sul divano, guardo l'orologio e sono solo le nove del mattino, cazzo buon natale a me.

nel modo in cui brillano le stelle Where stories live. Discover now