Capitolo 13

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Era annoiato e gli si erano ammosciate le palle, stare in punizione era una vera rottura. Sbadigliò per la decima volta in un ora e appoggiò la testa sul banco.

- Si sta annoiando, McVey? - domandò quella vecchia racchia dietro alla cattedra. Per carità, erano solo le cinque del pomeriggio e stava in quella scuola da otto ore. Lo prendeva per il culo?

- Posso andare in bagno? - domandò ancora più scocciato sviando la domanda della donna.

- E ci stia a lungo, almeno la vedrò di meno e la voglia di suicidarmi diminuirà. - gracchiò la vecchia. James si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta e prima di chiuderla si rivolse alla professoressa.

- Per me prof, può anche non frenare questi istinti suicidi. - sorrise sornione e chiuse la porta. Stupida vecchia in astinenza da sesso. Si ravvivò il ciuffo con le mani ed entrò nel bagno pronto a fare i propri bisogni. Si sbottonò la cintura e abbassò la zip del pantalone.

- Devon, vieni mercoledì sera alla partita? - James sentì qualcuno parlare dietro alla porta dei bagni, che prima aveva chiuso.

- Mi dispiace, amico, ma non posso. - era McCole. Bene, doveva sentire quel coglione anche mentre faceva pipì. Grandioso.

- Perché?

- Mercoledì mi devo fare Bianca. - Bianca chi? Bianca Piper?

- Quella Bianca?

- Sì, Piper. - sentì la risata dell'amico di McCole e la voglia di andare da loro e prenderli a cazzotti era tanta. Non aveva una cotta per Bianca, ma più o meno era sua amica, e poi piaceva a Tom, anche se quest'ultimo non lo ammetteva. A maggior ragione si doveva arrabbiare.

- A proposito di questo... l'altro ieri mia mamma ha trovato la mia scatola di preservativi e l'ha buttata, quindi me ne servono altri. - cazzo, se la doveva davvero fare. "Almeno" si preoccupava di usare le precauzioni.

- Te li porto domani, ok?

- Portamene tanti, sai com'è... sarà una serata di tanto, tanto sesso. - quanto poteva essere viscido Devon McCole? Doveva dirlo a Tom, doveva assolutamente farlo. Non proprio tutto, ma glielo doveva dire. Era suo amico, e doveva saperlo. Si alzò la zip del pantalone, si riallacciò la cintura e si lavò le mani. La porta del bagno venne aperta e fecero il loro ingresso McCole e quel coglione del suo amico. Il primo, non appena lo vide, sgranò gli occhi e scambiò una veloce occhiata col ragazzo al suo fianco. Sapeva che James era molto legato a Tom ed era proprio questo che lo spaventava tanto. Tom. Gli sorrise e si avvicinò con passi lenti alla porta per uscire dal bagno e quando fu sicuro di dare le spalle a McCole girò il capo nella sua direzione.

- Non ti preoccupare di me, McCole, spera solo che non lo venga a sapere Tom. - ghignò e per far aumentare la preoccupazione del ragazzino alla sua sinistra aggiunse: - Sai che lo verrà a sapere, ma sono solo dettagli. - sorrise. - E un'altra cosa: incomincia a pregare per le ciliegine che hai in mezzo alle gambe.

[...]

Bianca entrò nella camera di Casey e si catapultò sulla sedia girevole posizionata davanti alla scrivania. Prese il portatile dell'amica e lo aprì entrando subito dopo su Twitter.

- Mi fa piacere che tu sia venuta qui per stare un po' con me e non col mio computer. - si lamentò Casey distendendosi sul suo letto.

- E dai, papà mi ha tolto la connessione.

- Perché?

- Finché non avrà la certezza che sono migliorata o no a matematica non mi mette internet. - spiegò abbattuta Bianca.

- Ma come? Stamattina hai preso un voto altissimo. - disse incredula Casey.

- Lo so, ma non posso dirgli "papà oggi ho preso tot a matematica" quando poi gli ho detto che ho recuperato tanto tempo fa. - piagnucolò.

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