Capitolo 29

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Situazione un po' imbarazzante. Leggermente imbarazzante. Troppo imbarazzante. Molto più che imbarazzante. Situazione critica. Molto di più. Era una situazione di merda, punto. Sì, perché trovarsi su uno sgabello di una cabina della spiaggia a mangiarsi le unghie come un'ossessa e trovarsi il ragazzo che ami e che non vedi da un anno, dopo averlo trattato di merda, davanti a te non è una situazione di merda, vero? Ah, quasi dimenticava: la cui migliore amica del moro li aveva chiusi lì dentro per farli chiarire. Infatti è peggio, è alienante.

- Tutto bene? - le domandò preoccupato inginocchiandosi davanti a lei mettendole le mani sulle guance. Adesso sveniva, se lo sentiva.

- Come? - sussurrò stranita. Anche se era buio riusciva a vedere gli occhi di Tom, terribilmente belli e luminosi.

- Mary mi ha detto che non stavi bene. - continuò senza mollare la presa dalle sue guance.

- Sto benissimo. - borbottò e Tom rendendosi conto della cazzata che la sua amica gli aveva appena detto, si allontanò subito da Bianca, saltando in piedi.

- Oh, allora è meglio che... che io... vada. - balbettò confuso. Che grande figura di merda. Da quando in poi Tom Holland balbettava? Mh...

- Non puoi. - sussurrò Bianca portandosi una mano tra i capelli. Tom la fissò stranito e allora lei si apprestò a spiegare. - Suppongo che Mary ci abbia chiusi dentro.

- Che? - urlò Tom infuriato sgranando gli occhi.

- Già. - sussultò vedendo Tom tirare un calcio alla porta della cabina imprecando ad alta voce. Era bellissimo, come sempre, anche in quella situazione. E lo amava ancora. Tom si sedette per terra con la schiena contro la porta e chiuse gli occhi buttando la testa indietro. Non sapeva che dire, il che era strano. Con Tom aveva sempre avuto una parlantina abbastanza fluida; questo prima di lasciarlo, però. Doveva dire qualcosa, non poteva stare lì e sbavargli davanti come una cretina. - Ehm... - tossicchiò. - Com'è vivere a New York? - domandò portandosi le ginocchia al petto, lasciando che i talloni dei piedi si appoggiassero sul piano dello sgabello su cui era seduta. Tom aprì gli occhi fissandola con curiosità.

- Bene, forse troppo affollata, ma è ok. - le rispose senza tralasciare nessuna forma di nervosismo. Era ritornato il solito Tom: freddo e distaccato. Impenetrabile, quasi.

- Ho sempre sognato di vivere lì. - sussurrò ricordando di come lei e Casey fantasticavano sul come arrivarci subito dopo il diploma.

- Ti potrei ospitare a casa mia e di Mary. - dichiarò Tom, allargando sul suo viso un sorriso luminoso.

- Volentieri. - rispose di getto. Lei. Tom. Casa. Insieme. Tutto compatibile insomma. Sorrise al pensiero.

- Quel... quel McCole che fine ha fatto? - domandò Tom riassumendo un tono freddo. Bianca rabbrividì. Ricordò quel periodo. Non il dolore, la paura, ma Tom. L'amore che provava per lui e tutto il suo susseguirsi. Tutto ancora vivo dentro di lei.

- Ha cambiato scuola. - sussurrò in risposta.

- Ti ha più parlato? Dopo... dopo quella mattina in spiaggia? - domandò cupo il moro.

- Sì, abbiamo chiarito, e poi ha detto di voler cambiare scuola per dimenticare. - dalla gola di Tom fuoriuscì una risata divertita.

- Ha fatto bene, ma di certo così non si è lavato la coscienza. - non poteva resistere. Non poteva restare in silenzio. Forse c'era ancora qualche speranza. Per lei, per lui; per loro. Così decise. Bianca prese un lungo respiro e si preparò a fare una grande figura di merda, la peggiore di tutta la sua esistenza.

- A proposito di quella mattina in spiaggia, Tom... volevo dirti che mi dispiace. - si alzò da dove era seduta e incominciò a stritolarsi le mani camminando avanti e indietro per la piccola cabina. - Non ho mai pensato quel genere di cose su di te, mi devi credere. Non mi sono mai pentita di essermi innamorata di te, non mi sono mai pentita di aver perso la verginità con te, non ho mai pensato di odiarti, non ho mai pensato che tu non tenga a me. Quando ti ho parlato in spiaggia ero piena di rabbia che ho detto cose non vere, e quando te ne sei andato mi sono sentita in colpa, perché non le pensavo davvero. Poi il giorno dopo quando ti ho visto nel corridoio della scuola mentre urlavi contro la tua professoressa con un occhio nero e il labbro spaccato, ho subito capito che era stata tutta colpa mia. Casey mi ha spiegato quello che ti era successo solo dopo, non sapevo che... lasciandoti avrei causato tali danni. - si fermò per riprendere fiato, mentre il suo cuore aumentava di battiti osservando Tom alzarsi da terra e guardandola con sguardo serio. Troppo serio.

The Bet||Tom Holland & The VampsWo Geschichten leben. Entdecke jetzt