Capitolo 38 - Svegliati, coglione.

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POV JACK

Ero lì, di fronte a lei.
Di fronte alla ragazza che non voleva proprio uscirmi dalla testa... ci avevo provato innumerevoli volte ma più ci provavo più lei era radicata in me.

Io la rivolevo.

Nella mia vita.
Nel mio letto.
Nelle mie indecisioni.
Nelle mie scelte.
Nel mio cuore.
Sotto la pelle.
Sotto le mie mani.
Sotto di me.

Rivolevo lei e lei solamente... anche ridotta a un catorcio mentre dormiva con lo sguardo sofferente fra principesse sui muri e cuscini rosa confetto.

Sedetti a bordo letto e le appoggiai una mano sulla fronte per sincerarmi che scottasse un po' di meno.
Stava sudando ma sembrava stare meglio, il paracetamolo finalmente faceva effetto.

Aprì quegli occhietti da cerbiatta che tanto amavo e mi fissò confusa non appena realizzò chi aveva di fronte.

"Ben svegliata, splendore" le sorrisi dolcemente, mentre si stropicciava gli occhi.
"Che ci fai tu qui?" mi chiese flebilmente, senza forze.
"Sono il tuo Dr. House personale" scherzai facendola sorridere.
"Avrei preferito Alex Karev ma mi accontenterò"
Sfoggiai un sorriso felice e soddisfatto... finalmente stavamo parlando senza inveirci contro.

Ero una persona orribile se mi ritrovavo a essere felice di questa sua influenza?

"Non va bene, comunque" continuò "È già la seconda volta che mi aiuti nel giro di una settimana" sbuffò.
"Per cosa ti stai lamentando esattamente?"
"Non voglio debiti, con nessuno."
"Grazie Jack. Sei così premuroso" la presi in giro bonariamente facendole sfoggiare un dito medio.
Eccola lì, la mia scaricatrice di porto preferita.

"Dico davvero. Poteva aiutarmi Ariel."
Stavo per dirle qualcosa che l'avrebbe fatta incazzare... ma amavo quella parte così focosa di lei, mi mancava anche quella.
"E perdermi lo spettacolo?"
Mi guardò confusa e io ricambiai facendo correre il mio sguardo vittorioso sulla coperta nella quale era avvolta.

"Non stai comoda con la maglietta di Erika?"
Di colpo sembrò capire e sollevò il piumone guardandosi, spalancando poi la bocca.
"Perché ho una maglia con le conchiglie della sirenetta sopra le tette? Che cazzo è!"
Poi fece scontrare i nostri occhi "Non dirmi che tu... che tu... la maglietta..."
"Non potevi di certo dormire con quella che avevi indosso. Era tutta sudata" le risposi innocente coprendomi scenicamente la bocca, come se fosse una cosa orribile anche solo da dire ad alta voce.
Che bastardo che ero.

Tirò su il piumone fino al collo guardandomi malissimo... io non riuscii a resistere e scoppiai a ridere.
"E dai Jo. Niente che non conosca a memoria" le lanciai un'occhiata maliziosa... notando che era ancora stupita e scocciata decisi di rincarare la dose.
"Anche se ammetto che non ricordavo avessi le tette così grosse."

Come previsto s'inalberò, prendendo un cuscino e lanciandomelo per poi incrociare le braccia e mettere il broncio bofonchiando qualcosa tipo 'Spero ti venga la diarrea e la tosse nello stesso momento'.
Che cattiveria questa donna.

"Non fare la bambina" non riuscii proprio a non mostrarle quando fossi divertito dal suo modo di fare, di essere e di reagire a situazioni che la imbarazzavano.
"E tu non fare il marpione!" esordì sconcertata, come se davvero fosse scossa da questo fatto.
"Ma del resto hai ben poco da guardare nella tua ossigenata, vero?" arrogante, presuntuosa.

Il fuoco divampava in lei producendo fiamme scoppiettanti di vita.

"Non mi interessa guardare lei, né le altre" ribadii seriamente, sperando mi avrebbe creduto.
Le fiamme della rabbia, però, erano ancora troppo alte e io sembravo solo alimentarle.

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