Capitolo 63 - Pensarti

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​POV JOE

26 Dicembre.

Sono le cinque del pomeriggio e mi ritrovo nel buio della mia stanza a fumare.
Fumare e spiare.
Ariel è tornata da poco, circa mezz'ora, e volteggia come una gazzella a destra e sinistra nella sua camera illuminata; disfa il piccolo trolley e poi d'un tratto lo abbandona mezzo pieno sulla sedia per prendere in mano il telefono.

Poco dopo mi arriva un messaggio.

-Joe! Sono tornata!-

Le rispondo.
'Alla buon'ora.'
Mi fa impazzire guardarla nella sua privacy, quando non sa che io la sto osservando silenziosamente. Mi piace quando è genuina e sé stessa al massimo.

-Mia mamma è voluta andare a trovare una sua vecchia zia e ci siamo dilungati qualche ora in più, te l'ho detto! Tu dove sei? Che fai?-

Resisto all'istinto che mi suggerisce di risponderle qualcosa come 'Sono davanti alla tua finestra. Ti guardo. Spogliati. Ho il cazzo in mano e voglio vederti mentre ti tocchi.'

Come minimo tirerebbe le tende.
Ma fosse l'ultima cosa che faccio prima o poi la convincerò a masturbarsi di fronte a me.
Poche cose sono più eccitanti di una donna sicura della sua femminilità ed esperta nel sapere cosa la fa godere.

Ecco perché non vado mai con le vergini.
Le ragazze immacolate devono avere la loro prima volta con qualcuno che le tratti dolcemente, senza chiedere nulla di esagerato e le accontenti se non vogliono andare troppo oltre determinati paletti o ansie.

Io non sono quel qualcuno, e Ariel non è decisamente immacolata.

Non si tira mai indietro quando le propongo di giocare... che sia la benda sugli occhi, burro d'arachidi o posizioni in cui è lei ad avere il controllo. Mi fa impazzire, cazzo se mi fa dannare.
La voglio ogni minuto, ogni fottuta ora io la desidero, la scopo con il pensiero.
Mi consumo pensandola sotto la doccia, davanti alla televisione, nel suo letto...

Mi sembra che ognuno di quei momenti sia sprecato se non sono insieme a lei; a fotterla sotto il getto d'acqua calda, a soffocare la faccia fra le sue cosce mentre lei guarda i suoi telefilm cinesi, a vederla ridere imbarazzata della tenda da campeggio che si forma prepotentemente sotto le coperte quando mi cammina davanti con le sue brasiliane.

No. Brasiliane non è un termine accettabile.

'Sono fuori a fare compere con Erika e mia madre' mento, falso come un gesuita.

Anche se siamo distanti posso distinguere la sua espressione intristirsi, poi alza le braccia sfilandosi la maglia e rimane con solo il reggiseno a sostenerle le tette piene e tonde.

Fanculo.
Non resisterò a lungo davanti a tutto questo ben di Dio.
È troppo lontana, e ho bisogno di toccarla e sentire il suo odore.
Due giorni e mezzo sono un'agonia per chi è dipendente dal sesso e da un corpo, come lo sono io del suo.

Un'altra vibrazione, un messaggio nella chat di gruppo.

Ariel: JJJ (hahah) sono appena tornataaaa!

LaTettona: Topaaaaa

Hobbit: Hei, splendore! Ci vediamo?

Ariel: Sì ragazzi! Vi va di venire da me? I miei sono a cena fuori stasera e io sono a casa con Sirius.

LaTettona: Mangiamo da te?

Magari sopra di te. No, meglio che questo non lo scriva.

La guardo dall'altra parte della finestra... si è appena tolta i pantaloni offrendomi la vista del suo culo sodo coperto dalla mutanda sensuale.
Poi, si china per afferrare non so cosa ma, cazzo
... io so cosa vorrei afferrare ora. E anche il piccoloJoe lo sa.

Perché tu?حيث تعيش القصص. اكتشف الآن