Capitolo 69 - Comprendere

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POV JOHANNA

"Se Michael se ne va da questa casa per la tua maleducazione e il tuo carattere eccentrico, Johanna, ti dico già che io e te non parleremo più. Non avrai più una madre. Ricordatelo." Questo mi ha detto mia madre la prima volta in cui lui ha cenato con noi.

Stasera, due settimane dopo, a questa cena fasulla in casa siamo in tre a partecipare.

Io, lei e il suo amichetto.

Anzi, in realtà siamo di più; perché oltre alla Johanna finta che sto propinando a forza a questi due stronzi, ci sono anche le mie personalità che urlano da dentro la mia anima per uscire allo scoperto.

Jo-stronza. Jo-frecciatina. E per ultima, Jo-troia.

Le avrei volentieri sfoggiate una per una, pur di liberarmi di questo tizio che si presenta alla nostra porta come se fosse casa propria e si siede nel divano aspettando che mia madre finisca di cucinare.

Dio mio. Lei cucina. Cu.ci.na.
Non lo faceva per me e mio padre da qualcosa come quindici anni e ora, puf, arriva cicciobanano e diventa la perfetta casalinga.
Che si fotta.
Che si fotta lei, le loro risatine perverse direttamente dalla loro stanza e che si fotta anche il fatto che prepara tutte le pietanze preferite di questo estraneo.
Ovviamente, non si ricorda che a me il pesce non piace granché e, ovviamente, che ha preparato per cena? Spigola.
Che si fotta.

Le ho detto più e più volte che non lo voglio in mezzo alle nostre cose, ma lei ha ben deciso di ignorarmi liquidandomi con un 'ti abituerai presto e lo adorerai'.

Oh sì, lo adorerò senza dubbio.
Quasi quanto Joe adora chi si fa i cazzi suoi.

Dio santo! Perché diavolo sto pensando a quel cretino adesso?

Sospiro, inforchettando la rondella di carota lessa... manco fossimo all'ospedale. Ma considerando le idiozie che dicono fra di loro, per lo più schifezze sui loro ricordi di quando si sono conosciuti, direi che sto valutando l'idea di andare fuori in mutande e prendermi niente di meno di una broncopolmonite e darmi al semolino per i prossimi due mesi stesa in un lettino d'ospedale.

Peccato che non abbia soldi da voler spendere inutilmente in assicurazioni sanitarie costose per cui... eccoci qua.
Io a capotavola, perché col cazzo che lascio a un altro uomo il posto di mio padre, e quei due sono ai lati lunghi del tavolo uno di fronte all'altro.

Ogni sera la stessa storia.
Vorrei solo che se ne andasse e vorrei cacciarlo a modo mio, ma non posso farlo.

E non è che non ci abbia provato.
Ho avuto modo di sfoderare solo Jo-troia prima che mia madre mi rimettesse in riga per il mio comportamento disdicevole e grazie tante.
Lei mi aveva chiesto di andare a cena al ristorante per parlare come ai vecchi tempi, proprio come quando mio padre stava bene. Ero incredula perché mi sembrava strano che proprio quella donna infame volesse fare una passeggiata nel viale dei ricordi, ma Ariel mi ha insegnato a dare il beneficio del dubbio, per cui non le ho dato buca e ci sono andata. Peccato però che al tavolo ho trovato Michael seduto ad aspettarci; ho capito che in realtà ciò di cui lei voleva davvero parlare sono i 'nuovi tempi'.

Oh, ho reagito. Non sono stata zitta come lo sono ora.
E sinceramente? È stata troppo esagerata la loro reazione!

Io volevo solo capire se quel tizio si sarebbe indignato a sufficienza per la figlia così tanto zoccola della compagna e se, con un po' di fortuna, magari se ne sarebbe tornato da dove cazzo è venuto sconvolto da certe immoralità.
Per questo ho risposto alla sua stupida osservazione sessista di quanto è bella la tua voce sottile in una figura 'vivace' come la tua; ho sfoggiato un sorrisetto malizioso come perfetto contorno e ho risposto 'La mia voce non sarà profonda ma la mia gola sì, se ti interessa'.
Mi sono anche leccata le labbra.
Mia madre si è guardata attorno con una mano davanti alla faccia super imbarazzata e ha chiesto scusa al cosiddetto Michael, detto Mike.

Perché tu?Where stories live. Discover now