Capitolo 46 - Mi hai promesso un ballo

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POV JOHANNA

Il viaggio dovrebbe durare poco, in meno di due ore atterreremo a Boston.
Odio questi maledetti uccelli metallici.
Devo pur distrarmi in qualche modo e non avendo a disposizione l'altro tipo di uccello e non volendo disturbare la versione pensierosa di Ariel seduta accanto a me... decido di leggere.

Passa un'ora e mezza e sono qui, a sperare che il badboy della storia faccia l'ennesima cazzata che fa scappare e innamorare ancora di più la protagonista acqua e sapone che non vuole mai andare alle feste.
Noi donne, siamo tutte coglione. Ci piace l'uomo che ci fa dannare, non il bravo ragazzo che ci desidera.

"Credo che parlerò con Daniel. Devo chiuderla."
Ecco, appunto. Prevedibile.

"Per forza..." faccio spallucce "è insignificante e insipido come il tofu."
Difficile poi dimenticarsi di quello di cui si è andata a innamorare.
Joe è tutto, ma proprio tutto... fuorché insignificante.

"Sei ingiusta e crudele, Jo" mi lancia un'occhiataccia da cattivona.

"Sono realisticamente tragica... però..." le accarezzo sensualmente la gamba e già me la sto ridendo. Adoro la sua purezza e ingenuità... è così diversa da me.
"Però sappi che se non mi piacesse così tanto il ca-"

"JO!" strilla con un'espressione inorridita facendo cenno dietro di lei.
Non avevo proprio notato il piccoletto nei sedili di fianco, che stringe tra le mani il suo orsetto senza un occhio; la madre copre le orecchie del pargolo e mi guarda severamente.

"Parlavo del cavolfiore, bimbo" gli sorrido e subito gli occhi diventano incredibilmente vispi e vivaci "devi mangiarne tanto, così diventi forte come braccio di ferro."

Ariel alza un sopracciglio e il bambino si scopre le orecchie e con fare da saputello mi corregge.
"MA BRACCIO DI FERRO MANGIA GLI SPINACI!" chiude a pugno quelle tenere e inquietanti manine sulla maglia della madre.
"Mamma diglielo tu che mangia gli spinaci per essere fortissimo!"

"Mi sa che era per quello che mangiava dalla pipa."
Steroidi a go go.

"JO!" Ariel sconfortata si rivolge alla madre sempre più indispettita "Scusi."
Penso che la mia amica un giorno sarà una grande mamma... io non credo che ne sarei capace e poi, mi manca la materia prima e non ci ho mai pensato.
Lei invece, nel frattempo, si sta esercitando su di me allo sguardo di rimprovero.

"Ariel, smettila di guardarmi come un cane da guardia" sbuffo, ma subito un sorriso mi compare sul volto quando noto che l'aereo sta atterrando e la gente si mette ad applaudire.
"Cosa avranno da battere le mani, poi... sembra un ringraziamento al pilota per non averci fatto precipitare nell'oceano. Grazie al cazzo."

"È solo un'usanza Jo. Niente di che" ridacchia. "Dai, dobbiamo andare c'è venuto a prendere Daniel."

"Quindi lo lascerai?"

"Non siamo mai stati insieme e nelle scorse settimane ho declinato spesso i suoi inviti ad uscire. Immagino l'abbia capito ma glielo dirò nero su bianco."

"Brava. Ora andiamo via da questo maledetto aggeggio."
Anche il personale di bordo ci guarda annoiato e non sanno che io ho più voglia di loro di levare le tende.
O le ali.

"Grazie. Speriamo di rivederla presto su un nostro volo" la voce poco felice dell'hostess ce l'ha con me mentre le passo affianco.
Proprio con me.

"Non mi avrete mai!" faccio pollice verso e tutti attorno a me scoppiano a ridere... è stato un viaggio faticoso, pieno di turbolenze, che ha reso cadaverici parecchi di noi.

Venti minuti dopo arriviamo.
Il tofu biondo ci accompagna al nostro hotel mega lusso sfrenato e noi ci fiondiamo subito in stanza... dobbiamo prepararci, imbellirci e poi andare in comune ma, per fortuna, abbiamo qualche ora a disposizione prima che inizi il matrimonio.

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