Capitolo 44 - Importanza pari a 0

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​POV JOHANNA

È circa due ore che cerco di contattare Ariel ma non risponde; il telefono è sempre occupato.
Ho pensato di telefonare ai suoi, ma so che sono usciti per far compere e rientreranno in serata.
Considerando che la probabilità che lei sia seriamente nei guai è poca, ma pur sempre fattibile, decido di mettermi alla guida della mia auto. Arrivo e subito mi precipito alla porta d'ingresso e busso una, due, tre volte.

"ARIEL! CI SEI? ARIEL!" urlo a squarciagola ma nessuno mi apre "ARIEL!" grido ancora e finalmente sento l'abbaio di Sirius.

"Che cazzo succede?" la voce allarmata di Joe mi arriva forte e accompagnata dall'immancabile odore di fumo che aleggia sempre attorno a lui.

"Non lo so, è da due ore che cerco di contattarla. I suoi non ci sono" continuo a bussare e gridare il suo nome, ma ottengo solo un cane più agitato che inizia a ringhiare da dietro la porta chiusa.

Joe non dice niente, ma si dirige verso l'ingresso secondario e io lo seguo.
Sorpassiamo il dondolo, entriamo in veranda e poi spinge la porta di legno rimasta pericolosamente semi chiusa.

"Lo sapevo" sbuffa.

"Devo farle un discorsetto sui ladri" dico.

"Meglio sui maniaci e stupratori" replica duro.

"Le ho già detto di Ryan. Le ho spiegato tutto. Tranquillo, gli starà alla larga ma tu dovresti smettere fingere che non ti frega di lei sai?" lo so, sono diretta... ma con Joe non si può fare diversamente. Già non si sbilancia mai, figuriamoci se aspetto che trovi il coraggio di ammetterlo.

Pff.

"Non mi frega, infatti. Ma fatti i cazzi tuoi comunque" alza le spalle fingendo indifferenza mentre ci dirigiamo velocemente al piano di sopra e noto che non stacca mai gli occhi dalla cima delle scale, puntando la stanza della mia amica. Molto credibile, mi dicono.

"E io ho scritto scema in fronte, vero?" mi batto una mano sulla fronte guardandolo male, per poi superarlo e camminare verso la camera da letto di Ariel, seguita da Sirius che si è tranquillizzato riconoscendoci.

"Scema non so, ma rompicoglioni te lo assicuro."

Non replico a questa frecciatina, altrimenti finiamo domani mattina di discutere.
Non potrei mai e poi mai stare con uno come lui; abbiamo due caratteri troppo 'focosi' per non prenderci a picconate in testa.
Ecco perché, Ariel è esattamente la sua metà... deve solo accorgersene anche lui.

"ARIEL!" spalanco le braccia e Joe, accende la luce della stanza.
È stesa a pancia sotto sul letto, con il PC aperto di fronte e le cuffie sulle orecchie. Cosa ben più allarmante sono le lacrime e la faccia reduce da una crisi di pianto.

"Oddio..." si mette inginocchia sul letto e guarda lo schermo del pc "Scusami Jack, torno subito da te" alza lo sguardo su di noi e non credo di averla vista più confusa di adesso.
"Che ci fate qui?" cerca di ricomporsi ma sembra che sia morto qualcuno a giudicare dagli occhi lucidi.

"Che succede?" Joe le si avvicina a gran passi e la prende per le spalle parlandole duramente, preoccupato.
"Che cazzo hai? Perché piangi? Ryan ti ha trovata? Dimmelo!"

"Ma no! Ma quale Ryan!" sgrana gli occhi "È solo una sciocchezza" cerca di giustificarsi.
Dal PC rimasto aperto proviene la voce di Jack che urla il mio nome, così lo giro e il ragazzo che mi ha fatto innamorare di lui per la seconda volta, continua a chiamarmi finché non mi vedo inquadrata nella cam.
"Sì, so come mi chiamo. Grazie" sbuffo, parlando al rosso.

-Jo, di a quel coglione di smettere di urlarle contro. Non è successo niente-

"Ma è in lacrime" lancio un'occhiata alla mia amica che sta continuando a fissare il moro alto di fronte a lei.

Perché tu?Where stories live. Discover now