"il mio sole"

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Quella mattina, come avveniva ormai ogni giorno già da un paio di mesi, mi ero diretto in palestra, nella mia amata palestra, per iniziare gli allenamenti con la mia squadra di pallavolo, Karasuno, i colossi crollati.

Respirando a pieni polmoni si poteva sentire con ogni molecola del proprio corpo, l'odore della primavera; sicuramente non la mia stagione preferita, per via dell'allergia e di tutti quei colori attorno a me che non si intonavano per nulla alla mia uniforme o al mio umore, in generale. La giornata, tralasciando le opinioni personali, era bellissima: il cielo era azzurro come mai prima d'ora e solo poche nuvole bianche ostacolavano i potenti raggi del sole che, dal canto loro, illuminavano tutta l'area circostante alla palestra mostrando anche gli angoli più remoti e sconosciuti ai quali, solitamente, nessuno faceva caso.

Le uniche zone d'ombra per diversi metri erano quelle ampie aree coperte dagli alberi di ciliegio in fiore, che si ereggevano maestosi sotto lo sguardo incantato di tutti mentre una leggera brezza ne smuoveva i rosei petali rendendo l'ambiente più mite e sereno ma allo stesso tempo, riuscendo a dare a tutta la scena una scintilla luminosa di vita.

Quella mattina non so perchè mi sentivo bene come se fossi appena rinato, entrai in palestra pronto per iniziare. Sentivo il contrasto di temperatura tra l'esterno e l'interno dove si avvertiva aria di casa come se fossi al sicuro da qualcosa, quel tepore che provai non appena entrato mi riscaldò come in un abbraccio.
Avevamo iniziato l'allenamento dividendoci in due squadre e come sempre ero pronto a dare il massimo.
Ci allenavamo da un po' quando quello che inizialmente era apparso come un semplice venticello tipico della stagione dei ciliegi iniziò pian piano a diventare più aggressivo a tal punto da spalancare, anche se con delicatezza, la porta della palestra.

Nonostante ciò Asahi eseguì un servizio in salto eccellente, probabilmente se fossimo stati in partita avrebbe fatto punto ma non con il libero più forte della prefettura di Miyagi: Nishinoya Yuu.
La ricevette in bagher come lui era solito fare e la mandò con una traiettoria perfetta sui miei palmi già pronti in posizione per alzarla allo schiacciatore.

Toccai per un'istante la palla e la spedii verso il punto esatto in cui avrebbe dovuto schiacciare.
Nello stesso momento in cui toccai la palla, sul suolo si iniziò a sentire un leggero suono ripetuto, dei passi, veloci, molto veloci, che ormai avrei riconosciuto tra mille.

Si alzò, quella figura minuta ma allo stesso tempo proporzionata che non ti aspetteresti potesse saltare così in alto e invece eccolo lì:
alto un metro e sessanta riuscendo a saltare molto più in alto di certi giganti della pallavolo.

Ha capelli arancioni e sempre un sorriso stampato in volto, è il sole del Karasuno e da tempo mi sono reso conto che è anche il mio sole.
Spicca il volo e schiaccia ma per qualche istante mi fermo a guardarlo, era una visione a dir poco paradisiaca: aveva la casacca del numero 10, tipica di un 3 contro 3, decisamente più grande di lui, una maglietta bianca sotto ad essa che faceva risaltare ancora di più i suoi capelli mossi leggermente scompigliati dal salto.

perfetto, lui era davvero perfetto.

𝘀𝗵𝗼𝘄 𝗺𝗲 𝘆𝗼𝘂𝗿 𝗹𝗼𝘃𝗲 [kagehina]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora