"so che mi posso fidare"

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sugawara pov
kageyama aveva perso il controllo sulle sue alzate, sembravano essere tornate quelle delle medie, troppo veloci ma non soltanto, iniziavano a diventare imprecise e non adatte agli schiacciatori che per quanto dotati fossero, non riuscivano a stare al passo di quelle alzate assurde.

Notai che Kageyama iniziava a diventare pallido, sbagliava alzate su alzate e regalava punti agli avversari.
Ero preoccupato per lui e per l'impatto che avrebbe potuto avere sulla squadra così lanciai un'occhiata a Daichi; era da molto tempo che io e lui giocavamo insieme e dopo 3 anni avevamo istituito quasi un sistema tutto nostro per comunicare, lui mi capí al volo e io mi alzai dalla panchina dove ero seduto.

Dissi al coach della mia idea e lui, che sembrava già essere propenso a quella decisione, accettò all'istante. Mi avvicinai a bordo campo, iniziavano a sudarmi le mani, sentivo la pressione della responsabilità che mi stavo prendendo.

Nessuno mi considerava, ero visto da tutti come il palleggiatore del terzo anno sostituto dal primino prodigio, ed era effettivamente vero, io non ho chissà quale talento per la pallavolo, ma non per questo sono da sottovalutare. Non avrò le capacità di Kageyama ma so fare della alzate facili da schiacciare e, l'essere stato in panchina, a guardare le partite dall'esterno, aveva decisamente incrementato le mie capacità di osservazione e azione, senza contare che con la maggior parte della squadra avevo un intesa particolare poiché giocavamo insieme già da tanto tempo.
Proprio perchè sapevo di non poter battere Kageyama in quanto a talento, cercavo di dare il massimo sfruttando altre mie qualità. Inoltre, visto che nessuno mi conosce, sono il giocatore ignoto, dalle armi nascoste. Non mi sentivo sovrastato da Kageyama, abbiamo due modi diversi di giocare, ma io non la vedo come una cosa negativa anzi questo può solo andare a nostro vantaggio: ero sicuro che gli avversari, una volta abituati alle sue alzate perfette, sarebbero rimasti scombussolati dal nuovo entrato in campo il secondo ignoto alzatore del Karasuno, io, Sugawara Kōshi.

Come tutta la squadra volevo dimostrare che il nostro modo di giocare era cambiato, l'intera squadra era cambiata, non più un colosso decaduto, ma un avversario da temere e proprio per questo sostituire l'alzatore prodigio diventava necessario. Sia io che Daichi, ma anche il coach ci rendevamo conto che mettendo uno come Kageyama in panchina sicuramente avremmo risvegliato in lui un sentimento ancora fresco che cercava di tenere nascosto, ma sapevamo anche che non potevamo lasciare che rimanesse in campo probabilmente danneggiando ancora di più il suo orgoglio. Quel cambio era necessario.

Adesso era il mio momento e non volevo buttarlo via, ero disposto a rimanere in panchina per il bene della squadra, ma ciò che si prova ad entrare davvero in campo dopo tanto tempo scatena davvero un'infinita quantità di emozioni. Il coach si avvicinò a me annunciando il cambio all'arbitro che fischiò interrompendo il gioco. Tutti si girarono verso di me, in quel momento vidi chiaramente gli occhi di Kageyama spalancarsi quasi precipitai nel suo sguardo profondo e privo di qualsiasi emozione accennante solo all'amarezza, aveva già capito. Non riuscivo a guardarlo; chiusi gli occhi per qualche secondo quando li aprii tutto attorno a me rallentò, vidi la nitida figura di Kageyama che mi passava accanto ci guardammo negli occhi per una quantità di tempo per me insopportabile, fino a quando l'alzatore mi superò dirigendosi verso la panchina, non volevo voltarmi non sarei riuscito a reggere un altro confronto di sguardi.

Presi un respiro chiusi nuovamente gli occhi e feci un passo avanti. Non appena oltrepassai la linea bianca che delimitava il campo il mio battito accelerò, rividi in pochi istanti tutte le partite giocate con i miei compagni le vittoria e le sconfitte, le urla di gioia quando riuscivamo a segnare, le lacrime dovute ad una partita persa.

Riuscivo a percepire chiaramente tutte le emozioni provate. Tutti quei sentimenti si andarono a sommare nella mia mente, mi sentivo carico: ero più che pronto, ora il resto non importava.

Entrai in campo fiero e subito fui accolto dal resto della squadra. Diedi una rapida occhiata al campo avversario, e mi misi in posizione. Nonostante la preoccupazione che Kageyama potesse essere rimasto ferito dalla sua momentanea uscita dal campo mi sentivo tranquillo, forse perchè sapevo che non era solo lì in panchina, insomma con lui c'era Hinata.
Mi sfuggì un sorriso, non so se fosse legato al pensiero che avevo appena fatto, ma mi piaceva quella sensazione. Mi voltai verso i miei compagni e il calore proveniente dai loro volti pieni di orgoglio e voglia di vincere mi avvolsero. Insomma tutti sapevamo che si trattasse solo di un'amichevole, ma per noi era molto di più era l'occasione per redimerci, come aveva detto il coach Ukai, dovevamo giocare come fosse la partita più importante della nostra vita.
Non avremmo lasciato che il Seijoh ci sconfiggesse così facilmente. Il fischio dell'arbitro mi riportò a concentrarmi sulla partita, avendo segnato un punto dopo l'altro era ancora il loro turno servire. Il mio obiettivo in campo per ora era solo uno e lo sapevo benissimo: interrompere quella corrente a favore dell'Aoba Joshai e prendere tempo finché Kageyama non si fosse ripreso, magari segnando anche qualche punto.

Il divario era 16 a 22 ciò vuol dire 6 punti di distacco. Oikawa prese la rincorsa e subito mandò la palla nel nostro campo ad un'incredibile velocità; per quanto riguarda la ricezione non potevo fare granché se non incoraggiare i miei compagni.

"Daichi-san!" subito il capitano si posizionò in modo da poter ricevere in modo soddisfacente, ma rimaneva comunque uno dei famosi servizi omicida di Oikawa e per questo la palla arrivò troppo distante dalla rete, per fortuna essendo stato in panchina tutto quel tempo ero più che riposato e correre non mi preoccupava.

Inseguii la palla fino a metà campo e nonostante l'azione fosse un po' sporca riuscii a mandarla in una posizione più comoda permettendo a Tanaka di schiacciare. Riuscii ad eseguire una diagonale perfetta, infatti, nonostante il muro avesse letto alla perfezione i nostri movimenti, il nostro esuberante schiacciatore laterale interruppe la serie del Seijoh regalandoci un punto.

C'ero riuscito: finalmente avevamo la possibilità di far diminuire il divario di punti tra noi e gli avversari e soprattutto ora era il turno del nostro asso servire. Si era allenato tanto e avevo piena fiducia nel fatto che sarebbe riuscito a segnare ed effettivamente eseguì un impeccabile ace, il loro libero non ebbe nemmeno il tempo di reagire.

Nonostante sembrasse avessimo ripreso il ritmo l'Aoba Johsai interruppe quasi subito la corrente a nostro favore: Iwaizumi, grazie ad un'impeccabile alzata da parte del suo capitano, riuscì a segnare. A quel punto per loro fu facile riprendere il ritmo e segnare gli ultimi due punti che gli servivano per arrivare al set point e noi non avevamo ancora raggiunto i venti punti.

Nonostante ciò non volevo tirarmi indietro anche se quel set si poteva dare perso volevo impegnarmi fino all'ultimo, in fondo sarebbe anche potuta essere l'ultima volta che entravo in campo per molto tempo; dopo un'ottima ricezione di Nishinoya alzai la palla a Tsukishima per permettergli di schiacciare, ma il loro libero la ricevette alla perfezione permettendo ad Oikawa di servirsi nuovamente del loro asso e segnare l'ultimo punto che concedeva la vittoria del primo set al Seijoh.

𝘀𝗵𝗼𝘄 𝗺𝗲 𝘆𝗼𝘂𝗿 𝗹𝗼𝘃𝗲 [kagehina]Where stories live. Discover now