capitolo 11

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Mi affeziono troppo velocemente alle persone. Farò la cosa giusta a mettermi insieme a lui? È troppo presto. Non lo conosco bene. Ma forse lui riuscirà a farmelo dimenticare...?

“Allora.. Che ne pensi?” Gabriel mi accarezzò la guancia.

“Scusa, ma vorrei che aspettassimo un po'. Quando ci conosceremo meglio va bene..” dissi senza pensarci.

“Aspetterò, ora torniamo di là. Sennò chi sa cosa penseranno quei due.” disse ridacchiando. Mi prese di nuovo la mano, e andammo in salotto. Denisa era sopra Jack, e si stavano baciando.

“Disturbiamo?” disse Gabriel. Entrambi sobbalzarono dallo spavento. Non se n'erano accorti che eravamo arrivati.

“Forse..” disse con voce roca Jack. Io e Gabriel facemmo una risatina maliziosa.

“Bene.. Andiamo a fare shopping?!” chiese Denisa.

“Va bene..” dissero all'unisuono i due 'uomini' un po' irritati e annoiati. Uscimmo di casa. Mentre camminavamo Gabriel stava accanto a me, invece la coppietta felice si teneva per mano. Girammo un po' per i negozi. Io e Denisa ci provavamo vestiti, scarpe, di tutto e di più e Gabriel e Jack facevano da giudici. Oggi mi sono innamorata molto di Gabriel, è stato dolcissimo, stava sempre accanto a me, mi teneva sempre per la mano o avvolgeva il suo braccio intorno alla mia vita, ma non è andato oltre, e di questo gliene sono grata. Non ho mai riso così tanto in vita mia, mi sono divertita davvero, e ho fatto anche qualche aquisto. Si era fatto tardi, e decidemmo di andare a mangiare in un ristorante, se non ho capito male Jack lavorava lì. Entrammo dentro, e ci dirigemmo ad un tavolo, un po' nascosto rispetto a gli altri. Io mi sedetti accanto a Denisa, e di fronte avevo Gabriel e Jack. Mi sistemai, poi arrivò un cameriere, della nostra età.

“We Jack...Gabriel! Buona sera ragazze.” ci salutò.

“Ciao Oscar!” lo salutò Jack. Gabriel fece un cenno con la testa.

“Piacere, io sono Ross.” mi presentai.

“E io Denisa.” disse lei.

“Piacere mio, allora, cosa vi porto di buono?” ci chiese.

“Sorprendici..” disse Jack. Oscar annuì e andò verso la cucina. Intanto Gabriel mi stava fissando con aria impassabile. Lo guardai con aria interrogativa, ma lui distolse subito lo sguardo. Poco dopo arrivò la prima portata. Tortelli.. Mmmmh.. Ne assaggiai uno. Wow, erano buonissimi.

“Li fanno loro, hanno una ricetta segreta..” disse Jack.

“Sono davvero buoni” commentò Denisa.

“Già” affermai, li avevo già finiti da quanto erano buoni. Gabriel rimase zitto, ma cosa ha? Sembrava perso nei suoi pensieri. Gli ritai una leggera pedata da sotto il tavolo. Lui scosse la testa. E poi spostò il suo sguardo verso di me. 

“Tutto okay?” mimai. Lui annuì velocemente. Poi ritornò a pensare. I suoi occhi erano persi nel vuoto, non c'era più quella luce che li rendeva unici, splendidi. Erano spenti, come se quel grande sole che c'era dentro, si fosse spento. O meglio, che qualcosa di più grande l'avesse coperto. Ci devo parlare. Mangiammo le altre portate tranquillamente, parlammo un po' delle nostre vite per conoscerci meglio. Ho scoperto molte cose di Jack. Non ha avuto una vita facile. I suoi genitori sono morti in un incidente quando aveva sedici anni, per colpa di un pirata della strada. Quindi è andato a vivere da solo, sono passati ben due anni da quando è successo. Non ha avuto mai rapporti con i suoi familiari, non conosce i suoi nonni, o zii. In fondo nemmeno io ho rapporti con nonni, zii, apparte con la mia bellissima zia, la sorella di mia mamma. È molto giovane, ha un anno in più di lei, e abita a Milano, la vedo pochissime volte, ma sono legata molto a lei. Mia mamma è italiana, ma io sono nata a Londra, non so perché, forse mio padre è inglese.

"Dimmi solo che non è la fine"Where stories live. Discover now