capitolo 18

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"Buon giorno amore mio" Gabriel cominciò a coccolarmi, strofinandosi a me come un piccolo cucciolo in cerca di coccole.

"Giorno" Sussurrai. Iniziò a darmi piccoli baci ovunque. Io tenevo ancora gli occhi chiusi, godendomi questo momento. E' bello svegliarsi con la persona che ami al tuo fianco. Cominciai anche io a coccolarlo. Fece un mugolio, e io amo quando li fa, è troppo tenero, con quella voce roca poi, è un suono davvero fantastico, almeno per me. Mi intrappolò tra le sue braccia e intrecciammo le nostre gambe. Ci guardavamo negli occhi, in silenzio.

"Sei bellissima quando dormi" Mormorò. Sorrisi, per poi baciare le sue labbra carnose molto amate da me. Appoggiai entrambe le mani sul suo petto scolpito e cominciai a tracciare linee immaginarie su esso.

"Vorrei che fosse così sempre. Svegliarmi con te al mio fianco, che mi torturi di baci" dissi, con una risatina alla fine. "Lo vorrei anche io amore. E non sai quanto" mi baciò un altra volta, poi controllò l'ora sul cellulare. Segnavano le 7:02. "Dobbiamo alzarci" annunciò Gabriel controvoglia. Annuii. Mi strinse il sedere e mi baciò. "Gabriel!" dissi ridendo dopo che lasciò la mia povera chiappa. Rise e poi si alzò di scatto. Girava per la stanza prendendo i vestiti che erano sul pavimento e se li infilò. Lo osservavo, sorridendo.

"Piccola, se rimani sul letto nuda ancora per un minuto mi rispoglio e.."

"Si si" risi e mi alzai. Presi una vestaglia e me la misi. Poi cercai i vestiti che mi sarei messa e andai in bagno seguita da Gabriel. Mi feci una doccia veloce, mentre lui si faceva bello sistemandosi i capelli, anche se a me piacevano quando erano tutti spettinati.

"Mi passi l'accappatoio Gabri?" chiesi.

"Certo" lo afferrò e me lo passò. Quando finimmo di prepararci erano un quarto all'otto. Andammo in cucina dove c'era mia mamma.

"Buon giorno mamma!" esclamai, dandole un bacio veloce sulla guancia.

"Ciao tesoro, e Gabriel! Come stai?" gli domandò.

"Bene grazie, lei?"

"Bene bene, dammi pure del tu, come ti avevo già detto" gli sorrise e lui ricambiò.

"Noi ci avviamo a scuola, ci vediamo oggi okay?" dissi salutandola. "Sì, a dopo" rispose.

"Arrivederci, Carol" La salutò Gabriel, con il suo sorriso smagliante, "A presto!". Il tragitto fu veloce andandoci in motorino. Restammo un po' davanti alla scuola perché mancava un quarto d'ora al suono della campanella. Un gruppetto composto da tre ragazzi della nostra età si avvicinò a noi, per poi piazzarsi a pochi centimetri.

"Hey tu. Ricordati che sabato c'è la partita, vi schiacceremo" disse colui che doveva essere il capogruppo. Capelli neri corti ai lati e poi tirati su davanti, occhi azzurri come il cielo e zigomi ben definiti. Alto quanto Gabriel e ben piazzato. Se non fosse stronzo, sarebbe un tipo molto attraente. Anzi lo è. Ma non mi suscita molto interesse. La mascella di Gabriel si contrasse, come tutti i muscoli del corpo.

"Vedremo.." rispose Gabriel con tono di sfida e lanciandogli un'occhiataccia. L'amichetto a destra sputò per poi incrociare i bracci davanti al petto. Era un po' più basso, ma i muscoli non gli mancano. Lui era biondo e con i capelli un po' più lunghi ai lati ma identici rispetto al primo. Quello a sinistra invece dev'essere quello un po' più goffo del gruppo, si capisce dallo sguardo. Anche lui è biondo, ma un biondo più scuro in confronto a quello di destra. Se ne andarono dopo qualche secondo con superiorità. Gabriel aveva ancora i muscoli tesi. Gli toccai il braccio.

"Chi sono?" domandai. Si rilassò dopo qualche secondo dalla mia domanda.

"Idioti" Tagliò corto. Decisi di non insistere molto. Suonò la campanella e dovemmo entrare.

"Dimmi solo che non è la fine"Where stories live. Discover now