Il programmatore e la bambina

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Il programmatore e la bambina

Piano terzo - Interno 12

Poltrona di gran perizia e ingegnosità, rotante a spada laser, superficie stroboscopica e intermittente, tastiere Anni Ottanta in collezione, crocifisse al muro, così sta appollaiato il programmatore, motore immobile di cieli digitali, come un ufo robot solitario.

Papà, papà, la figlioletta, esclusa dalla stanza, bussa alla porta, che più baccano non si può.

Papà, mi aiuti con aritmetica?

Si ode un grugnito nervoso e tuona l'urlo di un'anima dannata.

Che succede, si chiede il corpicino, avvolto dallo sgomento.

La piccola non sa che, intrappolato in un orrifico protocollo, il programmatore sta combattendo la zuffa epica della vita.

Giusto giusto stamattina, all'avvio dei motori, un blocco improvviso ha interrotto il perpetuo multitasking.

Con stupore lo sviluppatore disattiva il comando mentale e si blocca, titubante sul da farsi.

Dobbiamo dirlo, mai capitò al sommo generatore di digitali uno sgomento tale.

Un urlo storpiato improvviso.

E' l'Elementale Binario, pensa l'informatico, dunque ci siamo, battaglia si ingaggia.

E qui è giusto fare un piccolo approfondimento.

L'Elementale è la creatura più spaventosa, il virus più temuto da tutti i reali programmatori.

Appare, come bestia spaventevole, all'accensione delle macchine, e ti affonda le scadenze.

Eroga codici di mondi oscuri.

Crittografa sibili sottili, comprime il circuito mentale, sussurra abominio ai neuroni periferici.

Pollice e indice si paralizzano, ben altro dolore dal tunnel carpale.

La connessione neurale si interrompe e il programmatore precipita in bug di codice sorgente Per la prima volta si imbatte nella consapevolezza di non poter rilasciare il giusto software.

Ecco cosa succede dunque al nostro povero papà informatico: imprigionato nell'Elementale Binario, la figlioletta che attende alla porta, in apprensione,.

La piccola, in un attimo, comprende la tenzone intrapresa. S'ingegna per porre rimedio e, eroina paladina, balena la soluzione.

Intraprende il corridoio, la strada è breve, ma il tragitto pesante.

I piedini teneri scivolano sulle piastrelle, maldestra corre,

voglio salvare il mio papà!

Ecco, in fondo, la luce, il pannello di controllo, leve pericolose sollevate, diciture indecifrabili.

La piccola osserva, un errore può esser fatale.

Con coraggio da leone apre lo sportello della tensione.

Di fronte a lei le leve di comando.

Attende, ci vuole quella giusta.

Suda la piccina.

Il dubbio: generale, luci prese o cucina lavastoviglie.

Un tormento doloroso, ma poi la consapevolezza. Arrischierà la sorte, l'uccellino, e salverà il suo papà.

Generale!

Pam!

Il silenzio afferra con mano buia la povera bambina che incerta ripercorre il corridoio e si avvicina alla porta.

Nessun rumore, no aspetta, forse un sospiro indistinto.

La figlioletta abbassa la maniglia, colta da timore e apre senza fretta la porta, grande atto di coraggio.

Quale scena, cruda realtà, appare ai dolci occhi.

La penombra offende la natura.

Il tanfo metallico e greve tortura le narici.

Una poltrona smisurata, sadica, ruota lentamente, con affettata scortesia.

Occhi ruvidi come cavità abissali incrociano lo sguardo tenero.

Nessuna parola.

Papà, ma già il pentimento di aver bussato solo per un problema di aritmetica.

La bambina arretra di fronte a tanta dignità e, pudicamente, lascia andare la bugia:

ti volevo solo salutare.

E subito la fuga.

In mezzo al nullaWhere stories live. Discover now