I piccioncini

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Una musica soave, in note celesti, discende armoniosa le scale del condominio. Plana graziosa sui pianerottoli e scivola dolcemente sotto agli usci. La sua calda melanconia avvolge gli inquilini e tutti, un minuto prima indaffarati, si arrestano e sorridono, la mente a ricordi lontani. L'amore, sospirano.

Passetti aggraziati risuonano, mani delicate si sfiorano, chiome morbide si fondono.

Mr. Rick accarezza con dolcezza la tastiera. La Clementina fantastica di termovalvole. Una Giustina giovincella allunga un bacetto a Sante. La Nilde, estasiata, accenna una rumba.

Gradino dopo gradino, ché ogni attimo è fuggente, due piccioncini si avviano verso la sorte.

Mano raccolta nella mano, viso nel viso, bevono l'armonia dell'amore. Soffiano medesimo respiro, pensano lo stesso pensiero, ardono di egual desio.

Al passaggio i muri ammuffiti si emozionano e prendono il torpore e la beatitudine. Cuccioli morbidi di bianco vello si rotolano ai lor piedi, in tenerezza infinita.

Un cellulare canta come ciangottio di passero.

"Sì, pronto", fa lui con labbra tiepide.

"Ah, ciao, Giacomo. In questo momento non...".

"Va bene, dai".

"Come? No, guarda, ti sbagli".

"No, aspetta. Io non vedo la Romina dall'anno scorso!".

"Ti giuro! Secondo te io esco con la tua fidanzata?".

Lei, la ninfa dell'amore, dilata l'espressione, in caduta verso il cipiglio.

"Ascolta, non è affatto il caso...".

"Senti, ma è una cosa successa tempo fa, mica puoi...".

Lei, colta nel profondo, curva le deliziose sopracciglia, arriccia le labbra e strattona il guinzaglio.

Giulio Cesare IV e Ivanovna, nuovi nuovi e di real pedigree, nasano la bufera e si arrestano, sgomenti.

"Giacomo, ascolta. Te lo ripeto. Io non l'ho. Tantomeno ieri sera!".

Lei, assimilata la frase, arrotola i capelli al ciappo e procede allo scanner del giorno precedente.

Ripercorre la giornata, ogni bacio, ogni sospiro, ogni sussurro e giunge a sera. Il viso contratto dal sospetto si fa di marmo. Lui, la sera, l'ha trascorsa tra calcetto e birreria.

Fa un passo indietro, così interrompendo l'unione amorosa.

Lui chiude la conversazione, visibilmente imbarazzato.

"Senti, scusa, era Giacomo. Pensa, credeva che ieri sera avessi visto la Romina!" e un bel sorriso forzato sboccia in difesa.

Lei si volta, gli dà le spalle. I cuccioli rimangono così impiccati alla cordicella.

L'aria la gonfia di rabbia, il sospetto diventa certezza. Tuttavia continua a tacere. Piccoli frammenti ritrovano la strada e si combinano: un capello biondo, tracce di rossetto, messaggini notturni.

"Ascolta, tesoro, io ti giuro che ieri sera non ho assolutamente visto la Romina! E' una storia passata! Io amo te!".

Il respiro le muore in gola. Odio e insulto affiorano, ma tace ancora.

I cuccioli, in cianosi, grattano freneticamente le mattonelle.

Ad un tratto il cellulare nella borsetta trilla.

Lui è contento di questa pausa opportuna e attende che lei si distragga.

Lei rovista ed estrae. Un nudo messaggio sul display.

"Mi manchi, ti amo"

Un accenno di sorriso e la rabbia scivola nel passato.

Ripone il cellulare e si volta.

Lui la guarda, lei lo guarda. Intonano all'unisono la passione.

E si avviano verso il futuro.

In mezzo al nullaWhere stories live. Discover now