Capitolo Uno

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Capitolo uno



Aprii gli occhi e guardai fuori dall'oblò l'illuminazione dell'aeroporto, 'Benvenuti a Seoul', esattamente 11.056 chilometri dalla mia amata New York. Tolsi una cuffia perché notai che mia madre stava parlando con me.

«Sei pronta tesoro?»
Mi toccò la gamba per incoraggiarmi, io le sorrisi annuendo. Io e la mia famiglia eravamo a Seoul, la capitale della Corea del Sud, perché a malincuore un mese fa arrivò a casa la lettera di trasferimento di mio padre. Da quel giorno iniziò il nostro calvario: ricerca della casa, un trasloco durato mesi, trasferimento dei miei studi in una nuova Università, trovare un lavoretto per mia madre... insomma, un incubo.

La voce di mio padre mi fece tornare alla realtà: «Prendete le valigie, inizia la nostra avventura.»
Mentre parlava notai nel suo sguardo un mix di gioia e tristezza, ma con ciò non smise mai di incoraggiarci con il suo sorriso. Ad ogni gradino che scesi, realizzai che non si poteva più tornare indietro, una nuova vita ci stava aspettando.
Scesa dal taxi, mi soffermai e fui sorpresa dalla casa: dal- le foto sembrava diversa.

«Aiutami tesoro...»
Vidi mia madre mettere giù un paio di valigie, chiusi la portiera e l'aiutai. Quando finimmo io e mia madre ci guardammo, l'abbracciai a me.
«Andrà tutto bene» disse mia madre mentre mi accarezzava i capelli.

«Ragazze, avete già fatto tutto voi?»
Mio padre indicò le valigie e si poggiò le mani ai fianchi seccato.

«Io e mamma abbiamo notato che stavi parlando con il tassista, non volevamo disturbarti.»

Quasi ridetti; mio padre era un gran chiacchierone, ma in compenso era riuscito a farsi dare la mappa della città.

«Quindi sarei un chiacchierone?» disse facendo una smorfia di dissenso, poi si girò verso mia madre per cercare aiuto, ma finimmo per ridere tutti e tre a crepapelle.

Poco dopo mio padre dalla tasca estrasse le chiavi, le poggiò nel palmo della sua mano e le contemplò, gli si avvicinò mia madre poggiandogli una mano sulla spalla.

«Sai Katherine, mi è venuta nostalgia dei nostri ricordi...»Vidi mio padre alzare lo sguardo oltre il portone; mi avvicinai verso di loro lasciando le valigie dietro di noi, presi mio padre sottobraccio e poggiai la testa su di esso.

«Papà, da oggi sarà un nuovo capitolo nelle nostre vite.»Abbassai leggermente la testa e vidi mia madre sorridermi.

Oh, aspettate! Vi ho elencato la mia 'sventura' ma non vi ho parlato completamente di me.
Sono Ivy.
Ivy Black. Sono nata a New York il 27 luglio del 2001. Quest'anno, dopo aver preso il diploma, ho intrapreso gli studi Universitari di Letteratura, ma non mi aspettavo tutto ciò. Purtroppo, sono in netto ritardo, per colpa del trasloco e del cambio città.
Nelle settimane precedenti ho dovuto seguire alcune lezioni online, conoscere i professori ed imparare le nozioni base del Coreano e rafforzare ancora di più il mio inglese.
Ma spero che, con il mio elenco delle infinite svenute di Black Ivy, non vi abbia annoiati.
Siete pronti ad affrontare con me quest'avventura? Allora mettetevi comodi e... iniziamo!

Black SwanWhere stories live. Discover now