Capitolo dieci

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Capitolo dieci

Dopo averlo ringraziato, chiusi la portiera della Jeep. Mi allontanai, avvicinandomi verso casa, aprii il portone e lui sfrecciò via sotto la pioggia che cadeva lenta; entrai in casa spogliandomi dei miei vestiti, con le punte dei piedi mi in- camminai in lavanderia e poggiai tutti i vestiti oramai fradici nel cesto sporco «Tranquillo, stavo facendo una pas- seggiata» ripetei quelle stupide parole, facendomi beffa di me stessa.

Ma da dove diavolo mi è uscita questa frase? Hai ragione, sono un completo disastro.

Quando arrivai in bagno mi fiondai sotto il getto dell'acqua calda, che massaggiò il mio corpo infreddolito. Allungai una mano prendendo il mio telo ed avvolgendomelo attorno al corpo, con ancora il telo e un asciugamano in testa, che raccoglieva i miei capelli, mi incamminai verso la cucina.

«Tesoro, sei tu?» vidi mia madre sbucare dal piccolo salotto, corrugò le sopracciglia mentre mi osservava gocciolante nel bel mezzo della cucina.
«Oggi è stata una pessima giornata» puntualizzai, prima che lei potesse ribattere.

Nel mentre presi una tazza dall'anta della cucina, misi su il bollitore ed aspettai.
«Cos'è successo?» chiese, poggiando i suoi occhiali da lettura nella piccola penisola che ci divideva.
«Ho beccato la pioggia al ritorno ed ho completamente bagnato dei libri presi in prestito in biblioteca» esordii.
Ero incazzata veramente per dei libri? Feci un lungo sospiro, guardando mia madre.
«Sono dei libri Ivy, domani parlerai con qualcuno e ti scuserai per l'incidente.»

Quando mia madre finì di parlare, sentii il fischio del bollitore richiamare la mia attenzione, versai l'acqua calda all'interno della tazza mentre notavo che l'acqua si colorava di nero.

Meccanicamente le sorrisi e mi avviai verso la mia camera; poggiai la tazza che fumava sul comodino e mentre aspettavo che si raffreddasse, misi il mio pigiamone caldo per poi buttarmi al centro di letto e fissare le travi in legno del soffitto.

Oggi passerò il pomeriggio a fare questo, cioè niente? Al diavolo la storia ed i suoi libri pieni di date e città.
«Basta» dissi, mentre mi coprivo il viso con un cuscino ripensando a quanto accaduto.

Cioè, davvero avevo detto quelle parole?
Se prima mi aveva presa per stupida, dopo oggi ne aveva avuto la conferma.

Sentii il telefono vibrare, con una mano alzai il cuscino dal viso.
"Stasera andiamo al Pub, sei dei nostri?" Lessi il messaggio di Yoora, lasciai ricadere il cuscino ed urlai su di esso.

Cara Ivy, è inutile che urli tanto... beviti quell'intruglio rilassante che ti sei fatta ed esci da quel corpo da ultraottantenne.

Sollevai il cuscino dal volto; quando successivamente alzai il busto guardai il mio riflesso sullo specchio ed ammirai fiera il mio adorabile pigiamone da ultraottantenne con i coniglietti rosa; impugnai la tazza e, mentre sorseggiavo il mio intruglio rilassante, allungai il braccio verso il telefono.
"Con piacere, a stasera"

Gettai il telefono sul letto. Con ancora la tazza salda nelle mani, intenta a sorseggiare la mia tisana, mi posizionai davanti all'armadio in cerca di qualcosa da mettere.

"Come mi dovrei vestire per andare ad un pub? Forse, con una gonna? Oppure con un paio di jeans?" pensai.

Dopo mille domande alla fine optai per una salopette a gonna di jeans chiaro, un maglioncino a collo alto grigio e, per completare il mio outfit, calze nere e gli anfibi. Sistemai i miei capelli raccogliendogli in una coda alta e conclusi il tutto con il truccarmi.

Black SwanМесто, где живут истории. Откройте их для себя