70."Onde del mare"

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Raccogliendosi i capelli con una piccola molletta recuperata dalla scatola colma di elastici impigliati tra loro, Isabella si guardò allo specchio mentre afferrava la lozione profumata e oleosa per il corpo, e se ne spalmò un po' sulla mano.

Stese la crema dopo doccia sulle braccia spoglie, sulle spalle e sul petto, per poi sedersi sul letto e dare le stesse attenzioni anche alle gambe abbronzate dal sole caldo dell'Africa.

Le mancavano i momenti trascorsi nel giardino della scuola, i bambini, gli abitanti del villaggio e qualsiasi altra cosa le ricordasse il suo amato Ghana.

Sentiva la mancanza del caldo che le bruciava le spalle, della freschezza che le scostava i capelli quando scendeva la sera, della risata dei bimbi, e degli attimi trascorsi con Cassandra e Sam.

Sospirando, e dopo aver permesso alla lozione di asciugarsi, s'infilò una cannotiera, senza curarsi del reggiseno in quanto sarebbe presto andata a coricarsi, ed estrasse dal cassetto della biancheria un paio di mutandine e dei pantaloncini di cotone comodi e morbidi.

Indossò gli indumenti, si sciolse i capelli, e dopo aver raccolto il suo accappatoio e asciugamano da terra, uscì dalla sua stanza da letto e percorse il piccolo corridoio fino al bagno, dove infilò gli oggetti nella sua mano nella cesta del bucato, promettendo che il giorno dopo l'avrebbe svuotata e avrebbe caricato un paio di lavatrici per sbarazzarsi degli indumenti sporchi.

Tornando nel suo piccolo salottino, si avvicinò alla porta finestra della sua piccola terrazza, e si assicurò che fosse serrata, provando più volte ad abbassare la maniglia.

Non c'era modo, per lei, di andare a dormire senza aver controllato che ogni finestra e porta del suo bilocale fosse chiusa a chiave.

La sua mente era incapace di rilassarsi se non fosse certa che niente e nessuno poteva entrare in quella casa, senza che Isabella lo volesse, perciò, ogni volta che doveva uscire o semplicemente trascorreva le sue giornata tra quelle mura, lei doveva perennemente assicurarsi di essere al sicuro.

Dopo aver tirato la tenda lunga, si allontanò e si avvicinò al divano, finché il campanello squillante non rimbombò per tutto l'appartamento, facendola irrigidire.

I suoi occhi si spalancarono, e automaticamente il suo cuore prese a battere più velocemente contro il suo petto, mentre un brivido freddo le scorreva lungo la schiena, ghiacciandole il sangue nelle vene.

Era tardi, quasi le undici di notte, e lei non aspettava né la sua amica, né sua cugina e né suo zio. A volte capitava che la sua vicina di casa le suonasse per chiederle come stava, ma non accadeva mai ad un'ora così tarda.

Deglutendo, si allungò velocemente verso il telecomando appoggiato sul divano, e abbassò a zero il volume del televisore, eliminando qualsiasi suono all'interno del suo appartamento, che divenne silenzioso se non per il suo respiro veloce.

Camminando lentamente verso il corridoio, spense l'interruttore, lasciando solo il televisore acceso come fonte di luce, e con il cuore in gola si avvicinò alla porta.

Le tremavano le dita, quando le appoggiò delicatamente contro il legno per non fare troppo pressione, e sentì il fiato mancarle nei polmoni mentre si alzava sulle punte e puntava l'occhio sullo spioncino.

La luce accesa del corridoio del condominio mostrava un uomo completamente vestito di nero, con la testa china verso il basso, mostrandole quindi solo le spalle possenti e larghe dello sconosciuto.

Quando fu sul punto di allontanarsi di corsa e afferrare il suo telefono, l'uomo sollevò la testa e puntò i suoi occhi scuri sulla porta, mentre con la sua mano grande si accarezzava la barba scura e ben curata.

Perso Senza Di TeWhere stories live. Discover now