13 "Non pensare male..."

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I suoi occhi verdi, osservarono ammaliati l'ambiente fuori dal finestrino dell'auto sfrecciante.

Guardò le donne, dagli abiti colorati e le capigliature stravaganti, svolgere le faccende di casa, come stendere i panni, mentre i loro occhi curiosi
osservavano l'auto straniera passare davanti loro; sorrise adocchiando i bambini rincorrersi e nascondersi dietro le case e ammirò, incuriosita, la maestria che avevano, le ancora piccole ragazzine, nel portare sopra alla loro nuca dei contenitori di grandi dimensioni senza la necessità di utilizzare le mani, mantenendo così un invidiabile equilibrio.

Alcuni istanti dopo però, le case e i loro abitanti scomparvero, lasciando spazio alla natura verde e fitta composta dai grandi alberi di cedro e mogano e che costeggiava la stradina su cui la Jeep, seguita dal mini bus, viaggiava.

Accanto a lei, la sua amica Sam chiacchierava indisturbata con Diego, che sembrava ben felice di quella conversazione a cui, di rado, interveniva anche il signor McLaren, seduto nei sedili posteriori con le ragazze.

Spostando gli occhi dalla foresta, Isabella posò, involontariamente, lo sguardo su Jonathan, oziato nel sedile dell'accompagnatore.

Provò un brivido lungo la schiena quando si ricordò il momento in cui, quando i volontari iniziarono a salire sul mini bus, si era avvicinato cautamente a lei e, sfiorandole leggermente la vita, le aveva sussurrato tre semplici parole capaci di creare un turbine infinito di pensieri, nella sua mente già affollata.

"Sali con me" aveva mormorato, per poi allontanarsi e lasciarla in bilico alla confusione, al tentennamento e alla curiosità.

Aveva provato un senso di vertigini e le sue ginocchia aveva tremato per alcuni istanti mentre lo osservava salire sulla Jeep per poi, come attirata dal suo profumo buono e forte, camminare, affianco la sua amica, verso il suv.

Era stato un momento di totale smarrimento, si era resa conto di ciò che stava combinando e del burrone a cui si stava, pericolosamente, avvicinando, solo dopo essersi risvegliata da quello stato di trance.

Sospirando, distolse lo sguardo da Jonathan posandolo sulla stradina rocciosa che stavano percorrendo.

L'auto veniva colpita da scossoni a causa delle buche e delle rocce, facendo sobbalzare i presenti dentro la Jeep e, quando Sam colpì la nuca contro il tettuccio, gemendo poi dal dolore, Isabella non poté far altro che ridacchiare divertita, mentre appoggiava la testa sul finestrino mezzo aperto da cui entrava il profumo di erba e terra che lei tanto amava.

<<Credo di aver subito un trauma cranico>> borbottò la ragazza, massaggiandosi il capo con una smorfia.

Diego, osservandola dallo specchietto retrovisore, sorrise divertito scuotendo la testa.

<<Se ti mettessi la cintura di sicurezza, sarebbe meglio>> mormorò divertito, il ragazzo, facendo sogghignare il signor McLaren.

Una decina di minuti dopo, quando giunsero a destinazione e scesero dall'auto, incontrarorono un leggero venticello piacevole che fu una vero e proprio toccasana per loro. Si trovavano in una zona circondata da enormi arbusti e piante che regalavano ombra e freschezza all'ambiente circostante, dove la natura sembrava aver preso il sopravvento.

Camminando verso la struttura a pochi metri da loro, si guardavano attorno esplorando il luogo che, il giorno prima, avevano visitato in modo superficiale prima di tornare a casa.

La scuola davanti a loro, era l'unica presente in quel villaggio nonostante si trovasse ad alcuni chilometri da esso.

Aveva chiaramente bisogno di una ristrutturazione; le pareti di un grigio topo sbiadito erano scrostate e rovinate, segno che necessitavano di essere ridipinte; le finestre in legno avevano esigenza di essere riverniciate e gratteggiate mentre il cortile posteriore aveva bisogno di una tosatura.

Perso Senza Di TeWhere stories live. Discover now