Capitolo 18.

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La luce fioca della camera illuminava una piccola parte della scrivania in legno scuro. I volti di Matilde e Christian venivano carezzati dal calore della lampadina vicino alle guance: unico bagliore in mezzo a tanta oscurità. Squadrava e affilava le mascelle, insieme ai lineamenti delicati della forma degli occhi.

La notte li aveva lasciati senza sogni, non dormivano per paura degli incubi, delle azioni sconsiderate dettate dai loro cervelli. Si studiavano a vicenda, un silenzio pieno di significato in cui poter annegare i dolori e le delusioni. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare di cosa fosse successo quel tardo pomeriggio e ormai il sole stava quasi per svegliarsi dietro le montagne in lontananza. Ognuno sarebbe ritornato alla propria vita, ma lo strazio nei loro cuori era palpabile, fin quasi ad assaporarlo. Le bocche cucite sapevano di sale, di lacrime e pelle screpolata, mentre le sclere si asciugavano troppo in fretta, arrossando i bordi delle palpebre.

«Questa volta voglio giocare con il bianco» proferì all'improvviso Christian, mentre l'aiutava a sistemare per l'ennesima volta i pezzi sulla scacchiera.

«Ne sei proprio sicuro? Non sei molto bravo con le aperture» lo prese in giro, con un sottile accenno di sorriso. Quando si trattava di giocare, Matilde era diversa: calmava il caos all'interno della sua mente. Aveva un luccicore negli occhi simile a uno specchio dove potersi riflettere e il colore dell'ambra diventava più intenso. Alcune ciocche corvine le ricadevano sul viso, fili di seta sottili solleticavano lineamenti tondi e alcuni si perdevano tra le folte sopracciglia.
«Lo usi quasi sempre tu, voglio iniziare io per primo.»
«Non penso ti convenga.»

«Almeno fammi provare, diamine!» perse la pazienza per qualche istante, stringendo le mani a pugno. Ritornò calmo l'attimo dopo, rilassando la colonna vertebrale sul poggiaschiena della sedia in legno. «Ho bisogno di parlarti anche di una cosa importante, riguarda ciò che è successo ieri pomeriggio» sussurrò l'ultima frase.

Doveva sapere cosa aveva scoperto da Marie Sophie, renderla partecipe delle perversioni di una strega e dell'oscurità celata dietro pagine ingiallite di libri proibiti. Aveva lasciato il foglio strappato nello stanzino dei sotterranei vicino al vecchio cimitero della città, in cui le sue pupille divennero partecipi di danze mefistofeliche, orge di corpi nudi e dipinti di un sangue nero. Lo avrebbe preso per pazzo, ne era sicuro, ma un tentativo doveva pur farlo. Forse avrebbe provato a farla desistere dal non incontrare più il ragazzo dai capelli scarlatti e dalle lacrime perlacee. Non aveva il coraggio neanche di pronunciare il suo nome, sentirlo gli metteva i brividi e non voleva essere dannato per l'eternità.

La sua ansia si poteva leggere tra le rughe sulla fronte, tra l'irrequietezza delle iridi chiare come il mare saettare da una parte all'altra, intente a osservare un vuoto in cui navigava il viso impassibile di Matilde. C'era solo lei e nessun altro.
«Perfetto, a te l'onore. Ti ascolto» sentenziò, facendogli un accenno con la mano per incoraggiarlo a muovere uno dei tanti pezzi.

Senza pensarci più di tanto, mosse di due caselle il pedone davanti alla regina. Iniziò a posizionare le prime strategie, ma Christian più cercava di prendere il dominio del centro, più si sentiva precipitare in una trappola mortale. Matilde aveva sviluppato uno dei suoi alfieri scuri in fianchetto e dato via d'uscita alla regina. Di solito aspettava sempre qualche mossa prima di andare all'attacco, ma qualcosa nel suo cervello stava cambiando.

Si erano fermati alla settima mossa e già Christian era nel panico, se avesse fatto uscire la donna sarebbe stato un problema molto serio.
«Sono andato da Marie Sophie ieri pomeriggio» sentenziò all'improvviso, con il cuore in gola.
Matilde stava per muovere un cavallo, ma fermò le dita a mezz'aria non appena sentì il nome della ragazza dai capelli dorati. Senza togliere lo sguardo dalla scacchiera le sue labbra cominciarono a muoversi in delicati moti ondosi: «Marie? Quella che ci invitò alla danza delle streghe?»

Anime dimenticate.Where stories live. Discover now