Capitolo 27.

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«Essere ateo è probabilmente il primo passo per giungere all'innocenza», continuò Marius. «Perdere il senso del peccato e della subordinazione e il falso rimpianto delle cose perdute.»
«Quindi, per innocenza tu non intendi la mancanza di esperienza, ma l'assenza di illusioni.»
«L'assenza del bisogno di illusioni», rispose lui.
-Anne Rice

⚠️ Presenza di scene forti ed esplicite! ⚠️

Il vento ululava tra gli spifferi delle tegole e gli spazi vuoti di mattoni consumati di un garage mangiato dal tempo, dall'ira di una famiglia distrutta

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Il vento ululava tra gli spifferi delle tegole e gli spazi vuoti di mattoni consumati di un garage mangiato dal tempo, dall'ira di una famiglia distrutta.
Le corde appese al soffitto dondolavano, tenendo intrappolato un corpo immobile; una statua macabra di un sadico artista divertitosi a esprimere la sua arte con carne in putrefazione, sangue raggrumato e un urlo pietrificato nei muscoli della mascella. Gli occhi vuoti, grigi e senza anima erano la rappresentazione del tormento, del peccato in cui era affogato. Le braccia alzate, strette intorno a fili di canapa iniziavano a diventare di un bianco candido simile al marmo colmo di venature scure.

Nell'ombra si aggirava una presenza oscura, si beava della bellezza di un'opera al limite della ragione umana. I suoi occhi erano estasiati e il cuore era talmente eccitato da sentirlo esplodere nel petto.
Fece qualche passo avanti, mettendosi davanti all'imponente scultura. «È questa la vera natura delle anime dimenticate, degli angeli caduti in disgrazia. Michele ha dato tutto se stesso per rendere vividi i suoi tormenti. Come ti sei ridotto, mon cher». La ragazza dai lunghi capelli dorati appoggiò una mano sul volto freddo di Matteo.

I suoi resti erano appesi come un maiale pronto al macello, pezzi di ossa craniche erano rimasti attaccati al collo e alla schiena, mentre il sangue colorava di un intenso cremisi il volto e tutto il petto.

«Se avessi dato ascolto a tua moglie, invece di renderla solo una fabbrica di mocciosi e sminuire il suo disturbo ossessivo fino al giorno della sua morte, a quest'ora saresti un uomo migliore di così. Il tuo egoismo, la tua boria ti hanno ripagato con tutto questo. Il male può donarti tutto, ma in cambio vorrà sempre la tua sofferenza» sussurrò, con finta voce compassionevole.

Si scostò dal corpo e prese un vecchio coltellaccio dalla lama arrugginita tra gli attrezzi da macellaio rimasti vicino all'affilatrice piena d'olio e polvere. Tagliò la camicia intrisa di liquido scarlatto, facendo intravedere il petto sofferente, privo di movimento e vuoto d'anima: un involucro di caos e oscurità. L'odore nauseabondo pizzicava le narici, ma Marie Sophie era concentrata nel trovare il punto giusto in cui il cuore si era addormentato per sempre in mezzo alla gabbia toracica dove era rinchiuso.

«La verità si cela sempre nel profondo, bisogna solo stare attenti nel cercare tra una bugia e l'altra, perché sarà proprio la menzogna a diventare realtà. Prende il controllo, ti amalgama i ricordi e tutto si disperde nella confusione. Mia madre aveva ragione, l'essere umano crede a qualsiasi cosa pur di non incolpare se stesso» socchiuse gli occhi, dispiaciuta nel vivere in un mondo fatto di ignoranza e ingenuità. «Il mio compito è portare a un livello superiore tutto ciò che respira, pensa e crea. Ognuno avrà la propria rivincita».

Anime dimenticate.Where stories live. Discover now