𝗆𝗂𝗄𝖾𝗒.𝗍𝗂𝗆𝖾𝗌𝗄𝗂𝗉 𝗑 𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋

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<<Oi, takemicchi, ci sei?>> un uomo con i capelli neri legati in un codino lo richiamò con uno sguardo stizzito. Era rasato ai lati della testa, e su uno di questi padroneggiava un tatuaggio raffigurante un drago.

<<Draken-kun?>> chiese con voce tremante. Vedere quel ragazzo che 12 anni prima era distrutto dalla perdita della sua amata, mentre ora si eregeva davanti a lui con il suo solito sguardo quasi annoiato, gli provocò qualche attimo di confusione.

<<Ma che ti prende all'improvviso, maledizione! Continua a camminare e non fermarti improvvisamente in mezzo alla strada.>> disse sottolineando il fatto che il ragazzo si trovasse nel bel mezzo della strada. Titubante, raggiunse il marciapiede affiancando il suo amico. Dove stanno andando? Non conosceva quella strada, non aveva proprio idea di dove l'avrebbe portato. Cominciò a farsi tante domande, destando ulteriori sospetti in Draken, che decise comunque di non proferire parola.

Poco dopo raggiunsero un cancelletto che, senza alcun indugio, Draken aprì. Takemichi fermò nuovamente il suo cammino, facendo voltare il suo amico.

<<Cosa non ti è chiaro di "venite urgentemente a casa, devo farvi vedere una cosa"?>> disse ormai spazientito dall'inusuale comportamento di Takemichi. Senza contestare ciò che era stato detto dall'altro, si diressero verso una porta di legno. La casa non era esageratamente grande, forse anche abbastanza piccolina, ed inoltre si trovava in una via dimenticata e poco frequentata. Chi ci abitava, doveva avere sicuramente problemi economici.

Draken bussò alla porta, sbattendo ripetutamente le nocche su quella lastra di legno. Sembrava nervoso: indossava un ghigno stizzito ed inoltre sbatteva ritmicamente il piede a terra.

Dall'interno della casa si udì un "arrivo" e poco dopo la porta si aprì leggermente. Takemichi guardò la persona in questione, o meglio dire, ci provò, dato che apparentemente dall'altro lato non c'era nessuno.

<<Mamma, zio Ken! zio Michi!>> una vocina stridula e gioiosa richiamò quella che doveva essere la madre, che non tardò ad arrivare con un caloroso sorriso. La porta era stata aperta da una piccola bambina con degli occhi neri pece, leggermente socchiusi a causa del grande sorriso affettuoso che stava rivolgendo ai suoi zii.

Takemichi si perse negli occhi scuri e profondi della bambina, che fecero scaturire in lui una strana sensazione.

Quella bambina somigliava tremendamente a mikey.

<<Prego! Entrate pure!>> riconobbe anche la donna, era proprio lei, (t/n). Nonostante i tuoi capelli (c/c) si fossero allungati un po', i tuoi occhi (c/o) non potevano essere confusi con quelli di nessun'altro. Eri decisamente tu, non poteva sbagliarsi.

Delle lacrime minacciarono di uscire dai suoi occhi, ricordando l'immagine di Mikey e (t/n) 12 anni fa, insieme, fidanzati e contenti. Molte volte Mikey gli aveva confidato la sua profonda voglia di sposarti, con la convinzione che tu fossi la persona perfetta per lui. Eri il motivo per cui egli non mollava, continuava a combattere nonostante la paura di eventuali ripercussioni nei tuoi confronti per colpa delle sue azioni da delinquente.

ᴛᴏᴋʏᴏʀᴇᴠ. × ʀᴇᴀᴅᴇʀ.ғᴇᴍ!Where stories live. Discover now