𝗆𝗂𝗍𝗌𝗎𝗒𝖺 𝗑 𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋

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𝗔𝘃𝘃𝗲𝗿𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮: 𝗂𝗇 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍𝖺 𝗈𝗌 𝗍𝗋𝖺𝗍𝗍𝖾𝗋𝗋𝗈̀ 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗍𝖾𝗆𝖺𝗍𝗂𝖼𝖺 "𝖣𝖢𝖠"

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𝗔𝘃𝘃𝗲𝗿𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮: 𝗂𝗇 𝗊𝗎𝖾𝗌𝗍𝖺 𝗈𝗌 𝗍𝗋𝖺𝗍𝗍𝖾𝗋𝗋𝗈̀ 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖺 𝗍𝖾𝗆𝖺𝗍𝗂𝖼𝖺 "𝖣𝖢𝖠". 𝖲𝗉𝖾𝗋𝗈 𝖽𝗂 𝗋𝗂𝗎𝗌𝖼𝗂𝗋𝖾 𝖺 𝖼𝗈𝗀𝗅𝗂𝖾𝗋𝖾, 𝖺𝗅𝗆𝖾𝗇𝗈 𝗂𝗇 𝗉𝖺𝗋𝗍𝖾, 𝖺𝗅𝖼𝗎𝗇𝖾 𝖽𝖾𝗅𝗅𝖾 𝗌𝖾𝗇𝗌𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝗂 𝖼𝗁𝖾 𝗉𝗋𝗈𝗏𝖺 𝖼𝗁𝗂 𝗇𝖾 𝗌𝗈𝖿𝖿𝗋𝖾 (𝗉𝖾𝗋𝖽𝗈𝗇𝖺𝗍𝖾𝗆𝗂 𝗌𝖾 𝗆𝖺𝗀𝖺𝗋𝗂 𝗌𝖼𝗋𝗂𝗏𝗈 𝗊𝗎𝖺𝗅𝖼𝗈𝗌𝖺 𝖼𝗁𝖾 𝗇𝗈𝗇 𝖾𝗊𝗎𝗂𝗏𝖺𝗅𝖾 𝖺𝗅𝗅𝖺 𝗋𝖾𝖺𝗅𝗍𝖺̀ 𝖽𝖾𝗂 𝖿𝖺𝗍𝗍𝗂). 𝖲𝖾 𝖾̀ 𝗎𝗇𝖺 𝗍𝖾𝗆𝖺𝗍𝗂𝖼𝖺 𝖼𝗁𝖾 𝗉𝗎𝗈̀ 𝗋𝖾𝖼𝖺𝗋𝗍𝗂 𝖿𝖺𝗌𝗍𝗂𝖽𝗂𝗈, 𝖾𝗏𝗂𝗍𝖺 𝖽𝗂 𝗅𝖾𝗀𝗀𝖾𝗋𝖾!

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Era arrivato uno dei momenti che più odiavi nella giornata, se non il peggiore. La pressione della tua famiglia che ti fissava con pietà, stanchi e rassegnati al tuo disturbo, era veramente pesante.

Fissavi il piatto di fronte a te con terrore, notando successivamente che tutti gli altri componenti che siedevano intorno a quella tavola avevano già quasi concluso il loro pasto, mentre tu giocherellavi con la pasta ormai raffreddata con la forchetta.

Il sol pensiero di dover ingerire quel cibo e le conseguenze che questo avrebbe portato, ti faceva sentire tremendamente sbagliata e in colpa.

<<(T/n), almeno una forchettata, provaci! >> disse premurosa tua madre, regalandoti un dolce sorriso. Tua madre cercava costantemente di aiutarti e capirti.

<<Smettila con questi inutili capricci, (t/n), mangia quella fottutissima pasta e basta!>> ti attaccò come al solito tuo padre.

<<Che c'è, hai bisogno di attenzioni? Ormai sei una ragazza, e queste scenate non servono assolutamente a nulla! Cosa c'è di difficile nel mangiare quel poco di pasta?!>> continuò tuo fratello maggiore, guardandoti stizzito da questi comportamenti, a detta sua, infantili.

Non sopportavi più quelle accuse, nessuno era in grado di comprenderti. Nessuno riusciva a capire quanto ci tenessi ad essere in forma e bella come tutte le altre ragazze che ti circondavano, alte e magre, semplicemente perfette.

Stringesti i pugni mentre abbassasti lo sguardo. Era quasi un'ossessione, una paura, avevi il terrore delle conseguenze che quel cibo avrebbe inflitto sul tuo fisico.

E tu ci provavi, provavi a mangiare e a stare tranquilla senza essere divorata dai sensi di colpa, ma proprio non ci riuscivi. Quelle volte che tentavi, con difficoltà, ad ingoiare qualsiasi cosa nel piatto che tua madre, con premura, ti presentava, correvi subito in bagno a liberare il tuo stomaco.

Cosa che stava succedendo anche adesso. Lentamente, portasti la forchetta verso uno dei fusilli al pomodoro, guardandolo come se fosse una delle cose più sbagliate di questo mondo, e lo accompagnasti fino all'altezza della tua bocca.

ᴛᴏᴋʏᴏʀᴇᴠ. × ʀᴇᴀᴅᴇʀ.ғᴇᴍ!Where stories live. Discover now