Cap. 28

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Il lupo nero corse fra l'alta erba verde.

Man mano che avanzava i ricordi si sovrapponevano alla realtà, come il riverbero di un sogno.

La terra sotto le sue zampe gli era familiare, gli odori che lo circondavano sapevano di infanzia e gioia; tuttavia ciò che cerca a era miele e muschio, il suo giovane e scostante compagno.

Il suo fine fiuto lo condusse verso uno spiazzo, dove l'erba era più bassa e nel cui centro sedeva Cassian, con le orecchie basse e la coda attorcigliata al proprio corpo.

Il Delta si avvicinò con cautela, cercando di non suscitare nel giovane una reazione violenta, quasi sicuro che sarebbe avvenuta.

Elias "Cassian, lasciami spiegare"

L'Alfa si voltò di scatto ringhiando minaccioso, ma con gli occhi colmi di lacrime.

Cassian "Fa silenzio! Tu, maledetto Delta, mi hai preso solo in giro per tutto questo tempo!"

Dalla gola del più piccolo venivano prodotti gutturali ringhi di rabbia e i suoi occhi rosso sangue erano così intensi che, per un attimo, Elias sentì una strana sensazione nel petto, come se il suo lupo volesse rispondere al richiamo di quegli occhi.

Cassian avanzò verso il compagno con i denti bianchi e affilati in mostra, mentre l'altro rimase semplicemente immobile, guardandolo senza muoversi di un passo.

Arrivarono a sfiorarsi il muso a vicenda, complice il fatto che Elias avesse chinato la testa per fissare negli occhi l'Alfa.

Consapevole che non avrebbero risolto nulla se si fossero attaccati, Elias tornò nella propria forma umana, lasciandosi, così indifeso ad un possibile attacco.

Seppur implicitamente, il moro aveva fatto capire a Cassian che si fidasse abbastanza da rendersi vulnerabile anche quando era profondamente in collera con lui.

Cassian se ne rese conto e per un attimo abbandonò il proprio atteggiamento irato per mostrarne uno stupito e incerto.

Elias, del resto, non si sentiva per nulla sicuro in quella situazione, abituato com'era a non doverdare spiegazioni a nessuno se non a sé stesso e ad imporsi solo con la forza fisica.

Così, in modo incerto, allungò le proprie mani verso il muso del lupo e prese a farvi delle dolci carezze.

L'altro rimase rigido per qualche istante, nel tentativo di mantenersi fermo nel proprio atteggiamento, ma il suo lupo era troppo felice per quelle attenzioni; tant'é che finì per ritrovarsi seduto e col muso sul petto del Delta.

Elias < Non ti ho mai mentito, ti ho detto che mi sarei accoppiato con te e ho intenzione di mantenere la promessa >

La mano destra del moro si spostò ben presto dal muso all'orecchio morbido e a punta, iniziando a farvi dei leggeri grattini sul retro, che quasi facero fare le fusa al minore.

Elias < Credo che il mia calore non sia stato bloccato dallo sforzo fisico della vita da Solitario, ma da qualcos'altro che mi è accaduto quando ero un cucciolo >

Cassian si staccò leggermente e riassunse il proprio aspetto umano, l'unica cosa che non era cambiata erano le lacrime nei suoi occhi e sulle sue guance.

Vedendolo ad Elias gli si strinse il cuore e, senza neppure rendersene conto, prese ad asciugare il viso suo bagnato con i pollici di entrambe le mani.

Cassian < Riguarda tua madre vero? >

Il maggiore annuì e lo accompagnò a sedersi sulla fresca erba sotto di loro; si guardarono negli occhi, scoprendo l'uno i timori dell'altro, scorgendovi debolezze che non credevano di possedere.

Non come gli altriDonde viven las historias. Descúbrelo ahora