Cap. 41

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Quando si svegliò ad Elias parve quasi che la testa stesse per scoppiargli, tanto era dolorante.

Ma non era solo la testa a dolergli, ma anche i polsi e le caviglie, tenute legate da ruvide corde che lo costringevano a pancia in giù sulla schiena del lupo, che identificò con Terry.

Mugugnò dolorante, gli occhi infastiditi dalla luce solare e la schiena che chiedeva pietà.

< Si è svegliato capo >

Un uomo avvisò il lupo e quest'ultimo si fermò immediatamente, voltandosi indietro per constatare lo stato di veglia del prigioniero.

Dire che fosse sveglio era un'esagerazione: la vista era così offuscata e vibrante che a mala pena poteva mettere a fuoco cosa avesse intorno.

Improvvisamente, però, si sentì sballottato e la sua schiena colpì violentemente il terreno, facendolo gemere di dolore.

Terry se lo era letteralmente scrollato di dosso ed ora lo guardava dall'alto in basso con i denti in mostra e gli artigli che raschiavano la terra.

Terry "Non è una bella sensazione vero? Ora ti farò tutto quello che hai fatto a me, a partire dal trasporto"

Detto ciò spalancò le fauci e afferrò il suo avambraccio, usandolo per sollevarlo di peso da terra; i denti penetrarono nella carne e Elias si ritrovò ad urlare di dolore sotto gli sguardi divertiti dei Desertici.

Ripresero il cammino, ormai erano quasi usciti dal territorio dei Sitsu, le montagne erano diventate più basse e il clima più mite, tuttavia il sentiero era pieno di ostacoli e il continuo ciondolare di Terry non faceva che lacerare maggiormente la sua carne, costringendolo ad una continua e lenta tortura.

Ormai Terry aveva il pelo del muso completamente ricoperto di sangue quando il sole calò e decisero di accamparsi; Elias aveva perso i sensi e si lasciava maneggiare con facilità.

L'Alfa lo lasciò cadere di proposito su un gruppo di sassi, che gli procurarono qualche taglio su braccio e fianco.

Mugugnò di dolore ma non si mosse, la ferita alla testa e quella al braccio gli rendevano qualsiasi movimento quasi impossibile, per non parlare delle corde.

Terry "Tu resti qui"

Il tono dell'Alfa non ammetteva alcuna replica e, in ogni caso, Elias non sarebbe riuscito a muoversi nemmeno volendo.

I Desertici si allontanarono di circa sei metri e lì accesero qualche falò per proteggersi dal clima freddo del territorio.

Elias era completamente scoperto, il vento gelido sferzava sulla sua pelle martoriata come asce implacabili; tremava e gli battevano i denti, avrebbe voluto trasformarsi e usare il pelo come riparo, ma le forze gli bastavano a malapena per tenersi sveglio.

Passarono le ore e la Luna alta nel cielo era ormai l'unico conforto rimasto al giovane lupo, i cui fasci accarezzavano delicatamente la sua chioma sporca del suo stesso sangue.

Quel momento di tranquillizzare fu però interrotto da Terry, ora tornato umano, che si autoannunció con un poderoso calcio sul viso; il Delta grugnì per il dolore mentre la sua tempia sfregava sui sassi.

Terry < Fa male, vero? Il braccio, pensa se avessi avuto la pelle delicata di un bambino di 7 anni... questo non è lo stesso dolore che ho provato io, ma me lo farò bastare >

Un altro calcio colpì il suddetto braccio, il cui sangue scendeva ancora in piccoli rivoli.

Il Desertico si inginocchiò alla sua altezza, afferrandolo per i capelli e sollevandolo di peso per incontrare i suoi occhi bicolore, tuttavia l'occhio dorato era chiuso per proteggersi dal sangue che vi cadeva sopra.

Non come gli altriWhere stories live. Discover now