Cap. 53

791 63 25
                                    

Il ritorno di Elias fu accolto con enorme gioia: Alexander gli corse incontro appena lo vide e lo abbracciò tanto stretto da quasi farlo soffocare; venne sfrattato poi da Ricky, il quale saltò letteralmente in braccio al maggiore, facendolo cadere di schiena.

Anche Meridio si uní a loro, posando calorosamente una mano sulla spalla del moro e venendo ricambiato da un timido e reticente sorriso.

I bambini rimasero indietro, incerti se avvicinarsi maggiormente o rimanere in disparte, timorosi che gli adulti potessero ucciderli perché Desertici.

Infatti, proprio come pensavano, appena vennero notati, ricevettero occhiate fulminanti e bassi ringhi.

Elias < Loro sono con me, non fategli del male >

Lo disse con tono calmo e basso mentre si frapponeva con corpo fra i piccoli e i lupi. Appoggiò sulla testa di Beatrix la propria mano e la portò ad appoggiarsi al proprio fianco.

Alexander, vedendo quel gesto, puntò immediatamente lo sguardo su Cassian, come ad avere una conferma o anche per vederne la reazione, e solo quando ottenne un cenno del capo il Quinzai annuì in direzione di Elias.

Il Delta assistette all'interazione fra i due con una strana luce negli occhi, strinse la mascella e serró i pugni lungo il corpo, ma non disse una parola, limitandosi ad addentrarsi nell'accampamento con i piccoli al seguito.

Quella sera fecero festa: Quinzai, Giotun e Sistu cantarono, mangiarono e si divertirono insieme fino a tarda notte, quando ormai il sonno prese il sopravvento.

Elias osservò i festeggiamenti senza parteciparvi, fisicamente era lì con loro, ma la sua testa era altrove, al galoppo fra mille pensieri; Cassian neppure sembrava molto in vena di festeggiare, lo tenne d'occhio da lontano, senza mai distogliere lo sguardo e analizzando ogni cosa di lui.

I capelli del moro, non venendo tagliati per mesi, avevano raggiunto le spalle, la denutrizione era evidente sul costato e sulle mani, mentre la pelle era diventata leggermente più abbronzata e nuove cicatrici avevano fatto la loro comparsa.

Tuttavia ciò che più destabilizzava Cassian era il suo sguardo: c'era un pizzico di follia in quegli occhi, come un granello di sabbia era insinuato a lato dell'iride, in attesa di fare la sua comparsa.

Era lì, nascosta nella sua ombra, nel tremolare frenetico delle sue mani, nella sua mascella serrata e l'incapacità di aprirsi in un sorriso persino per i suoi amici.

Solo al tocco timido dei bambini, desiderosi di attenzioni o affamati, Elias sembrava tornare il ragazzo di cui si era innamorato: sorrideva calorosamente, li prendeva in braccio, li accarezzava e giocava con le loro mani.

Cassian lo stava fissando così intensamente che non si accorse che la Sciamana Giotun si era seduta al suo fianco.

Sciamana < Il tuo animo è in mossa ancor di più ora che è al tuo fianco, piuttosto che prima quando non sapevi nulla di lui >

Il giovane Alfa sobbalzó visibilmente prima di voltarsi verso la donna, come colto sul fatto. Però ragionando sulle sue parole si ritrovò ad annuire.

Cassian < Mi ero preparato ad accettare la sua morte, ma questo: la gravidanza, la sua mente che sembra fatta a pezzi, i suoi occhi che nemmeno osano guardarmi... è ancora più difficile da accettare >

Tornò ad osservare il Delta, il quale sedeva in disparte con i bambini che mangiavano silenziosamente seduti tutti intorno.

Cassian < Vorrei che avesse un po' di pace. Sembra costantemente in allerta, per sé stesso e per i piccoli >

Non come gli altriWhere stories live. Discover now